L’Italia supera il test del V-Day. La dottoressa che individuò il paziente 1 a Codogno: «Oggi s’è chiuso il cerchio»

Il premier Conte: «L’Italia si risveglia». Il ministro Speranza: «La strada per chiudere una stagione difficile»

Buona la prima. Il V-Day in Italia e la catena virtuosa delle prime somministrazioni del vaccino anti Covid Pfizer-Biontech, si è conclusa con successo in molte regioni d’Italia. I primi a ricevere la dose di Comirnaty sono stati gli operatori dello Spallanzani di Roma, aprendo le danze a Lombardia, Liguria, Puglia, Emilia Romagna e Sicilia. Arrivate in Italia la mattina di Natale, dopo aver oltrepassato la frontiera del Brennero su un furgone refrigerato, le dosi del farmaco disponibili per la lista dei primi volontari sono 9.750.


La dottoressa che individuò il paziente 1 a Codogno: «Oggi si chiude un cerchio»

Annalisa Malara, l’anestesista dell’ospedale di Codogno che per prima scoprì la presenza del Covid in Italia durante la conferenza stampa per l’arrivo dei vaccini all’ospedale di Codogno, 27 dicembre 2020 | Ansa/Matteo Corner

«Con la giornata di oggi finalmente si chiude un cerchio». Parola della dottoresssa Annalisa Malara, anestesista dell’ospedale di Codogno che individuò il primo paziente Covid in Italia. «Anche lo scorso 20 febbraio c’era il sole, era una giornata tersa, ma oggi, la luce è di speranza», prosegue. La dottoressa Malara, tuttavia, non rientra nella lista dei primi vaccinati in Italia, poiché si è da poco sottoposta al vaccino contro l’influenza stagionale: «Lo farò non appena possibile, perché è un’arma fondamentale». E con gli occhi di chi, dopo tanti mesi passati in corsia a curare i malati Covid, il giorno dell’inizio delle vaccinazioni anti-Covid non può che rappresentare un giorno cruciale: «Siamo stati i primi sanitari a essere coinvolti da questo terribile virus, per me come per tutta la mia equipe fu uno choc. Con la giornata di oggi si chiude finalmente un cerchio».


Polemica per il vaccino a De Luca: «Ha saltato la fila, è abuso di potere»

Non erano previste vaccinazioni a politici, ma Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ha ricevuto comunque una delle prime 720 dosi destinate all’ospedale Cotugno di Napoli. La scelta del presidente non è passata inosservata, e sulla testa di De Luca sono piovute le prime critiche. Ad esporsi più apertamente è stato il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, che ha definito il suo comportamento un «indegno abuso di potere». Anche Matteo Salvini, segretario della Lega, ha criticato il presidente della Campania: «De Luca ha saltato la fila e lo ha tolto a chi ne aveva più bisogno», ha scritto su Twitter.

Il sindaco di Bergamo Gori: «Il Vax Day è la festa della vita»

L’arrivo del vaccino in Italia è un giorno importante per Bergamo, la città più duramente colpita dalla prima ondata di Covid-19 in Italia. A sostenerlo è il sui primo cittadino, Giorgio Gori, che sul suo profilo Facebook ha scritto: «Vivo questo 27 dicembre, primo giorno di vaccinazioni, come una festa della vita, specialmente per Bergamo, la nostra città. So che anche tra noi c’è chi affronta questo passaggio con diffidenza. Vorrei rassicurarlo invitandolo a considerare la scienza una compagna affidabile e il vaccino come lo strumento che ci consentirà di far ripartire l’economia e il lavoro, la chiave che ci restituirà la dimensione collettiva che il virus ci ha sottratto». Almeno per oggi, ha sottolineato il sindaco, bisogna godersi il risultato che la scienza ha raggiunto in pochi mesi. «Dobbiamo pretendere che l’organizzazione della campagna vaccinale sia efficace, senza ritardi e inefficienze», ha scritto, «ma oggi è un giorno di festa, che ci dà speranza e che chiama ognuno di noi all’esercizio della responsabilità».

Codogno: vaccinazioni nella stanza del paziente 1. Pronti 1.400 volontari

Il simbolo nel simbolo. Nel luogo più rappresentativo della diffusione del virus in Italia, la scelta ancora più significativa sarà quella di procedere alla somministrazione del vaccino anti Covid nella stanza del reparto di rianimazione appartenuta al paziente 1, Mattia Maestri. Il primo positivo a SARS-Cov-2 individuato in Italia lo scorso 20 febbraio, fu ricoverato nella stessa stanza in cui i tre operatori sanitari, tra poco più di un’ora, verranno vaccinati. «Abbiamo voluto unire simbolicamente i due momenti» ha spiegato il direttore generale dell’Asst di Lodi, Salvatore Gioia, «il primo tampone e la prima vaccinazione, per dare un senso di prosecuzione nella lotta al virus». Gioia ha fatto poi sapere che nei prossimi 4 giorni saranno 1.400 gli operatori sanitari che aderiranno come volontari alla campagna vaccinale anti Covid.

Nell’Rsa di Bari la prima vaccinata ha 94 anni

Oltre agli operatori sanitari, anche gli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) sono gli attuali destinatari delle prime somministrazioni della formula Comirnaty. In Puglia, una delle regioni impegnate nell’avvio della campagna vaccinale, l’Rsa Villa Giovanna di Bari ha eseguito l’inoculazione sulla 94enne Maria Caldarulo, ospite della struttura insieme ad altri 29 vaccinati. Il presidente della Regione Michele Emiliano ha informato sul viaggio in corso delle dosi verso le Rsa di tutte le province pugliesi, sottolineando come Villa Giovanna sia stata una delle realtà del territorio più colpite dal virus. «Il vaccino serve per proteggere me ma anche tutti gli altri che mi staranno vicino», ha detto la signora Maria agli infermieri prima della somministrazione.

V-Day anche in Europa. Macron: «Gratis e senza obbligo, fidiamoci della scienza»

È il giorno dei vaccini anche per il resto d’Europa, in una data scelta appositamente per celebrare in contemporanea l’avvio di un percorso ritenuto fondamentale per la vittoria sul virus. A scrivere su Twitter anche il presidente francese Emmanuel Macron che ha ribadito le due principali caratteristiche del vaccino Pfizer, anche per quanto riguarda la Francia: «L’ho detto e lo ripeto, sarà un vaccino non obbligatorio e totalmente gratuito».

«Siamo il Paese dei Lumi e di Pasteur, la ragione e la scienza ci devono guidare» ha continuato il presidente, in un invito accorato a mettere da parte i timori sulla sicurezza del vaccino anti Covid. «Fidiamoci dei nostri medici e manteniamo l’orgoglio per il nostro sistema sanitario», ha ribadito, spiegando ancora come operatori sanitari e anziani saranno coloro che apriranno la strada alla «nuova arma contro il virus».

Dosi Pfizer arrivate anche a Codogno

Le auto mediche partite dal Niguarda verso i 14 punti stabiliti in tutta la Lombardia per le prime vaccinazioni anti Covid, sono arrivate anche nel luogo più di tutti simbolo dell’epidemia in Italia. A Codogno, il comune nella provincia di Lodi dove venne identificato il primo caso in assoluto di SARS-Cov-2, si potrà cominciare a vaccinare a partire dalle 15 del pomeriggio con le 50 dosi trasportate presso l’ospedale del paese. Le prime tre persone ad essere vaccinate saranno un’infermiera del reparto di rianimazione dove avvenne accertato il primo caso positivo al virus, quello di Mattia Maestri; il primario del pronto soccorso dott. Stefano Paglia, e il presidente dell’Ordine dei medici di Lodi Massimo Vajani.

I primi vaccinati del Niguarda

Anche in Lombardia, in una delle strutture simbolo della lotta al virus, è avvenuta la prima somministrazione del vaccino anti Covid. Al Niguarda di Milano la prima vaccinata in assoluto è stata l’operatrice socio sanitaria Adele Gelfo, in servizio nella struttura dal 1991. «Sono felicissima» ha detto subito dopo la somministrazione, «è stata una vaccinazione come tutte le altre e per ora mi sento bene». L’oss Gelfo ha dichiarato di essere subito pronta a rientrare in reparto: «Se questa sera se non mi viene la febbre farà il mio turno di notte», mostrando grande tranquillità anche sulla questione della sicurezza. «Mi fido ciecamente della scienza» ha continuato la donna, per ora protetta a metà dalla prima dose. L’appello dell’operatrice sanitaria si è poi rivolta ai più timorosi: «Non è obbligatorio ma sarei felicissima se tutti si vaccinassero» ha ribadito, spiegando quanto la nuova formula anti Covid possa essere un valore aggiunto «non solo per se stessi ma anche per tutte le persone che si amano».

Galli pronto a farsi vaccinare: «Tempo di voltare pagina»

Il primario dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, è uno dei volti più noti della lotta al virus in Italia e oggi sarà tra i primi operatori sanitari ad essere vaccinato con la formula Pfizer-BioNtech presso il Niguarda. «Questa è l’occasione per voltare pagina» ha dichiarato, nell’attesa della somministrazione che avverrà in giornata. In quanto alla questione sicurezza la valutazione del professore è piuttosto chiara: «Il 100% di sicurezza non esiste per nessun farmaco, vaccino o intervento chirurgico che sia».

Napoli, primo vaccinato al Cotugno

Anche in Campania, nella struttura d’eccellenza del Cotugno di Napoli, è avvenuta la prima vaccinazione anti Covid. Il virologo Rodolfo Punzi è stato il primo volontario scelto per avviare la campagna vaccinale, in uno dei luoghi simbolo della città per la lotta al virus. Le operazioni stanno procedendo nei 5 box allestiti all’esterno del Cutugno, visitati in mattinata anche dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Un forte applauso e grande entusiasmo hanno accompagnato il professor Punzi nei momenti della somministrazione. I presenti hanno festeggiato insieme al medico: «I libri di storia parleranno di noi».

Fontana: «Passo verso la normalità ma niente liberi tutti». Gallera: «Pandemia non è terminata»

Nessun liberi tutti ma una speranza maggiore nel futuro. Attilio Fontana, presidente della Lombardia, ha commentato così la partenza della campagna vaccinale in una delle regioni del Paese più colpite dal virus. Nell’inaugurazione presso l’ospedale Niguarda, Fontana ha parlato della giornata di oggi «come passo fondamentale verso la normalità». Il mantenimento delle distanze sociali e l’utilizzo delle mascherine sono prerogative da non abbandonare, «con la consapevolezza però di avere ora le armi giuste per vincere la battaglia».

Durante la cerimonia di avvio alla campagna vaccinale della Lombardia, Fontana ha poi continuato definendo il V-Day come un momento decisivo anche per tutta l’Unione Europea. Una possibilità concreta, secondo il presidente «di dimostrare che se lavora in modo corretto e si impegna nel mondo giusto può essere qualcosa di fondamentale per il futuro del nostro Paese e dell’Europa medesima». A fare eco alle parole di Fontana, anche quelle dell’assessore al Welfare Giulio Gallera. «Oggi è un inizio ma non pensiamo che sia terminata la pandemia», ha esordito durante la cerimonia inaugurale, sottolineando ancora l’importanza delle regole anti covid. «Dobbiamo prepararci a nuovi momenti di pressione sul sistema sanitario» ha concluso l’assessore.

Dal Niguarda di Milano pronte le dosi per le strutture lombarde

Sono 349 flaconi quelli arrivati all’Ospedale Niguarda di Milano, pronti a raggiungere gli ospedali lombardi per le prime ufficiali somministrazioni del vaccino anti Covid della Regione. Il direttore della farmacia della struttura sanitaria, Massimo Medaglia, ha fatto sapere di auto mediche pronte nel piazzale del nosocomio e dirette all’ospedale Sacco per distribuire 200 dosi, al Pio Albergo Trivulzio per lasciarne 50. Al Niguarda sono invece destinate 720 dosi di vaccino Pfizer. «Nei prossimi giorni saranno previste circa 1000 vaccinazioni», spiega Medaglia, anticipando tra i nomi degli operatori di oggi anche il professor Massimo Galli e Fabrizio Pregliasco.

Di Maio: «Farò il vaccino. Nessun obbligo ma raccomandazione per tutti»

«Credo nella scienza e nei medici», ha detto Luigi di Maio, in un post scritto su Facebook, per commentare la prima somministrazione della formula Pfizer avvenute questa mattina. « Il vaccino anti covid è l’unica arma che abbiamo per fermare il virus e io lo farò» ha continuato il ministro degli Esteri, sottolineando l’importanza della volontarietà alla somministrazione. «Sarà una raccomandazione, non un obbligo», ha ribadito Di Maio, «nel rispetto della volontà della persona».

Gentiloni: «La vera svolta sarà vaccinare il mondo intero»

Tra le reazioni anche quella di Paolo Gentiloni. Nel «giorno di speranza», il ringraziamento pubblico su Twitter è andato alla Ricerca, con la consapevolezza di quanto l’arrivo dei vaccini sia stato «solo un primo passo» . La vera svolta, come si legge nel breve tweet del Commissario per l’Economia, sarà la vaccinazione «di tutti, nel mondo intero».

Arcuri: «Ora per immunità di gregge serve l’80% dei vaccinati»

Dopo l’entrata all’ospedale di Roma, il nuovo vaccino è stato accolto dall’applauso di medici e infermieri. Con loro, anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri che ora però invita alla cautela e alla responsabilità. «Per l’immunità di gregge serve che l’80% degli italiani si vaccinino» ha ricordato subito dopo le prime somministrazioni dello Spallanzani. «Oggi è una giornata di cui essere grati alla scienza ma non dobbiamo illuderci che tutto sia finito».

Speranza: «Il giorno che aspettavamo da tempo, ma serve ancora prudenza»

Subito dopo le tre vaccinazioni, il ministro della Salute Roberto Speranza ha condiviso l’entusiasmo parlando di una «giornata storica», non smettendo però di ribadire quanto ancora «serva prudenza». Il rispetto delle regole anti-virus per il ministro è una delle prerogative da ricordare anche nell’occasione del V-Day: «Arriva la luce in fondo al tunnel ma bisogna resistere ancora alcuni mesi, non è finita».

Conte: «Oggi l’Italia si risveglia»

«Una data che rimarrà impressa per sempre». Anche nelle parole del premier Giuseppe Conte l’idea di una giornata storica. Sul profilo Twitter il presidente del Consiglio ha parlato di una vittoria definitiva contro il virus resa possibile dal coinvolgimento di tutta la popolazione nella campagna vaccinale dei prossimi mesi. «Oggi l’Italia si risveglia», ha scritto, «è il Vaccine Day. Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus».

I primi tre vaccinati: «Stiamo benissimo»

«Lo dico con il cuore, vaccinatevi», queste le prime parole dell’infermiera Claudia Alivernini, dopo essersi sottoposta alla dose di Pfizer, «la scienza e la medicina sono le uniche cose che ci permetteranno di uscire da questo virus». La professoressa Capobianchi ha rassicurato invece sul suo stato di salute post vaccinazione: «Mi sento benissimo», ha detto il medico che partecipò alla diagnosi di Covid-19 nei primi giorni di epidemia nel Paese, ormai mesi fa. «Dobbiamo fidarci della scienza e non tirarci indietro», ha continuato a rassicurare Capobianchi, sottolineando come a preoccupare non deve essere la sicurezza dei vaccini ma il progredire dell’infezione. «Considerata l’evoluzione naturale del virus, credo che tutti dobbiamo abbracciare questa scelta, sostenerla e diffonderla con grandissimo riconoscimento», ha spiegato la professoressa, docente di Biologia Molecolare all’Università di Roma UniCamillus.

La professoressa Maria Rosaria Capobianchi riceve il primo vaccino

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