Le scuole non riapriranno il 7 gennaio ma lunedì prossimo. Lo ha deciso nella notte il governo

di Giovanni Ruggiero

Scontro nel governo sulla data di rientro in classe per le scuole superiori, rinviato a due giorni dalla data fissata ormai da settimane. Tornano regolarmente in classe dal 7 gennaio gli alunni delle elementari e delle medie

Il rientro a scuola in presenza per le superiori è fissato a lunedì 11 gennaio, quando le regioni torneranno a essere colorate sulla base delle fasce di rischio. La decisione arriva nella notte, alla fine di un infuocato Consiglio dei ministri che ha varato il decreto Covid di gennaio, con le disposizioni per la prevenzione del contagio da Coronavirus fino al 15 gennaio. È una data di mediazione quella individuata dal governo, dopo tre ore di scontro tra il Pd che puntava a riaprire le scuole non prima del 15 gennaio, se non addirittura il 18.


Contrario il M5s, a partire dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, sostenuta dalle colleghe renziane alla Famiglia, Elena Bonetti, e all’Agricoltura, Teresa Bellanova, appoggiate dal premier Giuseppe Conte che da giorni insisteva sul ritorno in classe per il 7 gennaio. Per questo giovedì è comunque confermato il rientro a scuola in presenza per gli alunni delle scuole elementari e medie.


Sullo sfondo la pressione delle Regioni, che già in quattro – Friuli-Venezia-Giulia, Veneto, Marche e Campania – ieri 4 gennaio avevano deciso di rinviare la riapertura delle scuole tra il 25 gennaio e il 1 febbraio. Dovranno invece adeguarsi Valle d’Aosta, Lombardia, Bolzano e Trento, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia, che avevano fissato il rientro tra il 7 e l’8 gennaio. In alternativa, i governatori rischiano di riaprire per i primi due giorni, per poi poter chiudere nel caso in cui il prossimo report della Cabina di regia dovesse collocare le regioni in zona arancione o rossa.

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