Lombardia, al via la nuova giunta. Moratti assessora al Welfare: «Faremo di tutto per migliorare il piano vaccini» – Il video

di Redazione

Tra le modifiche che vuole attuare nel suo nuovo ruolo c’è anche la legge di riforma sanitaria della Regione n. 23, ovvero dell’evoluzione del sistema sociosanitario lombardo, introdotta nel 2015, che intende rivedere «in tempi rapidi»

«Il piano vaccini prosegue nei tempi e faremo di tutto per migliorare». Letizia Moratti si presenta così alla conferenza stampa organizzata per presentare la nuova giunta con il presidente della Lombardia Attilio Fontana e i neoassessori Guido Guidesi e Alessandra Locatelli che andranno a sostituire Silvia Piani, Martina Cambiaghi e Giulio Gallera. Moratti – d’ora in avanti vicepresidente della Regione e assessora al Welfare – si è associata ai ringraziamenti di Fontana ai suoi predecessori e ha espresso la sua solidarietà nei confronti di Gallera «perché si è trovato a gestire una pandemia a cui nessuno era preparato, né in Lombardia né in nessun’altra regione».


I ritardi sui vaccini

A Gallera sono stati fatali, oltre alle gaffe, anche i ritardi sul piano dei vaccini anti-influenzali e anti-Coronavirus, con la Lombardia tra le regioni che attualmente hanno somministrato il numero più basso di dosi del vaccino anti-Covid. Ritardi che Moratti ha detto di essere intenzionata a recuperare, definendo una «buona notizia» l’ok dell’Ema a Moderna e l’acquisto di altri vaccini da parte della Commissione europea, ma aggiungendo che la riuscita del piano dipenderà in primis dal governo.


«Speriamo anche con queste nuove dosi di poter incrementare ulteriormente il nostro piano vaccini. Lo faremo nel momento in cui sarà possibile sapere concretamente quale è il piano del governo», ha dichiarato Moratti. «Non sta a me dare giudizi sull’operato di chi mi ha preceduto – ha aggiunto la neo-vicepresidente rispetto a Gallera – il mio impegno è quello di mettermi a disposizione con serietà» con la «consapevolezza che siamo in un’emergenza che deve essere da stimolo per far sì che la Lombardia torni a essere un punto di eccellenza del Paese e un punto dal quale ripartire, perché se non riparte con slancio la Lombardia, non riparte il Paese».

La modifica della legge 23

Tra le modifiche che vuole attuare nel suo nuovo ruolo c’è anche la legge di riforma sanitaria della Regione n. 23, ovvero dell’evoluzione del sistema sociosanitario lombardo, introdotta nel 2015, che intende rivedere «in tempi rapidi». L’obiettivo è quello di riorganizzare la sanità per fare in modo che ci sia «maggiore attenzione al territorio», coinvolgendo non soltanto le strutture sanitarie e i direttori delle Ats e delle Asst, ma anche i sindacati, l’università, il mondo del volontariato e i sindaci. «La mia più grande attenzione – ha poi aggiunto – sarà anche sulle altre patologie, cercherò di avere un’attenzione particolare sul tema liste d’attese» perché «la sanità non può esaurirsi solo in ambito Covid».

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