Altro che rossa, la Sicilia diventa rossissima. Vietato andare a trovare amici e parenti, verso lo stop a tutte le scuole

È vietato anche «circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e privato, all’interno del territorio comunale», se non per motivi di lavoro, salute o necessità. La situazione è preoccupante

Se c’è una regione che sta soffrendo più delle altre per l’emergenza sanitaria del Coronavirus è, senza dubbio, la Sicilia da domani, 17 gennaio, in zona rossa, anzi rossissima. La preoccupazione è tale che dal governo dell’isola – già arancione ma a pois rossi – arriva il ringraziamento al ministro della Salute Roberto Speranza per aver anticipato l’ingresso dell’isola nell’area di massimo rischio. La situazione è drammatica, i dati «preoccupanti»: «Dobbiamo evitare che la gente muoia», continua a ripetere il governatore Nello Musumeci che teme il peggio e vieta – con ordinanza – lo spostamento per andare a trovare amici e parenti, ovvero la deroga introdotta dal governo guidato da Giuseppe Conte che consente di spostarsi, una sola volta al giorno, nel limite di due persone e nel rispetto del coprifuoco, presso un’abitazione privata. In Sicilia da domani non sarà possibile nemmeno questo.


Le scuole a rischio chiusura

Per il momento restano salve le elementari e il primo anno delle medie che si continuerà a fare in presenza ma non si esclude che, se la situazione dovesse peggiorare, si chiuderà tutto. Tutte le scuole. Una decisione drastica che è sul tavolo del governo regionale e che verrà presa prima del 31 gennaio, giorno in cui scadrà l’ordinanza emanata oggi. A preoccupare sono i dati degli ultimi giorni: oggi, 16 gennaio, +1.954 contagi (e 38 morti). Si tratta della seconda regione, dopo la Lombardia, per incremento giornaliero di casi. I dati parlano di 1.406 ricoverati, 212 persone in terapia intensiva, ancora 43.834 in isolamento domiciliare, 45.452 attualmente positivi e 2.954 deceduti totali. Oggi sono stati effettuati 25mila tamponi.


Bar e ristoranti chiusi: solo asporto

Il dramma nel dramma – in una regione da sempre alle prese con una disoccupazione dilagante e con un mercato del lavoro nero assai diffuso – è quello che riguarda la chiusura di bar e ristoranti. Altro che #ioapro, altro che apertura a cena. Gli esercenti siciliani abbasseranno le saracinesche sperando di ricevere il prima possibile i ristori promessi dal governo. Restano consentite le consegne a domicilio (senza limiti orari) e l’asporto fino alle 22 per i ristoranti (alle 18 per i bar). Niente shopping: i negozi resteranno chiusi così come i centri estetici. Salvi solo parrucchieri e barbieri.

Non si può circolare a piedi

Nell’ordinanza, infine, si legge che è vietato «circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e privato, all’interno del territorio comunale in cui il soggetto si trovi», se non per motivi di lavoro, salute o necessità (come fare la spesa al supermercato, purché non diventi una scusa). Senza controlli, però, non si va da nessuna parte. E il governo Musumeci – che ha proceduto rapidamente coi vaccini al punto da andare verso l’esaurimento delle scorte – lo sa bene. Fondamentali saranno le prossime due settimane. Tutto dipenderà anche (e soprattutto) dai comportamenti dei singoli, dalla responsabilità dei cittadini dell’isola.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/IGOR PETYX

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