Nella lista dei ministri di Draghi più donne nei ruoli chiave: le ipotesi sui nomi più quotati, da Cartabia a Giorgetti. E rispunta Colao

Tra i nodi da sciogliere quello della Farnesina, della Sanità e delle Infrastrutture. Ipotesi sottosegretariato alla presidenza a Giorgetti insieme a Orlando o Patuanelli

Finita la stagione del pallottoliere, Mario Draghi non sembra intenzionato ad aprire quella del bilancino. Entro metà settimana il premier incaricato dovrebbe salire al Colle e presentare al presidente della Repubblica la lista dei ministri. Dopo la prima tornata di consultazioni, per Draghi è il momento di tirare le fila. L’ex presidente della Bce ha ascoltato tutti, ma seguendo il mandato di Mattarella non sembra esserci posto in questo momento per i desiderata dei partiti. Al centro dell’azione di Draghi ci saranno piuttosto i 209 miliardi del Recovery Plan e il piano che l’Italia dovrà presentare a Bruxelles entro il 30 aprile. Tutte le scelte – anche quelle dei ministri – gireranno attorno al programma di ricostruzione del Paese. Insomma, chi si accoderà potrà salire a bordo.


Ma, per non scontentare troppo i partiti, l’idea di Draghi – anticipa la Repubblica – sarebbe quella di dar vita a un esecutivo formato anche da figure politiche. Draghi si assicurerebbe però una quota di ministeri chiave sui cui tavoli si trovano i dossier più delicati. Ministeri che, vista l’intenzione di Draghi di trovare più equilibrio, potrebbero andare a donne. Quasi certo l’incarico infatti alla Giustizia per l’ex presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia. Anche gli Interni potrebbero finire in quota Draghi, ma non è ancora esclusa l’ipotesi che vede riconfermata la ministra Luciana Lamorgese. Il presidente incaricato potrebbe invece chiamare Claudio Graziano, presidente del comitato militare Ue, a guidare la Difesa.


Rispunta Colao

Un altro ministero chiave è chiaramente quello dell’Economia. Anche questo potrebbe finire in quota Draghi con la nomina del direttore generale di Bankitalia, Daniele Franco. Per il Mise spunta invece il nome di Giancarlo Giorgetti. Uno scenario possibile solo se Roberto Gualtieri resterà all’Economia. Ministero, quello del Mef, che potrebbe addirittura rimanere ad interim nelle mani di Draghi fino a quando il premier non scioglierà la riserva sul nominativo. Nel caso di un Mise in quota Lega, allora il Nazareno pretenderebbe le Infrastrutture. Un ministero, quelle delle Infrastrutture che, secondo La Stampa, potrebbe addirittura vedere il ritorno di Vittorio Colao. Gli altri nodi da sciogliere riguardano poi la Sanità. Roberto Speranza potrebbe rimanere al suo posto. Ma non si esclude neanche l’arrivo dell’immunologa Antonella Viola.

I sottosegretari

Ma, al di fuori dei ministeri chiave, il tema più caldo rimane lo scontro tra le forze politiche. Nonostante il sì al governo Draghi arrivato da quasi tutti i partiti, perfino la Lega, le fratture tra i segretari continuano a essere profonde. Esclusa quindi per Draghi l’ipotesi di assegnare ai capi dei partiti ruoli di peso. Per sanare le differenze, si fa strada con forza l’ipotesi di vedere Giancarlo Giorgetti come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, insieme al pentastellato Stefano Patuanelli o al vicesegretario del Pd Andrea Orlando.

La battaglia sulla Farnesina

Un’altra questione delicata è quella del ministero degli Esteri. Certo, Luigi Di Maio non vorrebbe lasciare il suo posto alla Farnesina che molti, anche all’interno del M5S, vedono come la destinazione naturale di Giuseppe Conte. Il presidente incaricato Draghi potrebbe invece decidere di rivolgersi a Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina dal 2016. Draghi, secondo indiscrezioni, sarebbe deciso ad assegnare metà dei ministeri a donne.

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