Attacco in Congo, il cooperante italiano sopravvissuto «sta bene». Giallo sull’agguato: i ribelli negano ogni responsabilità

Secondo un comunicato della presidenza congolese il carabiniere Iacovacci è morto sul posto, l’ambasciatore Attanasio in ospedale a causa delle ferite all’addome

Emergono nuovi dettagli sulla morte dell’ambasciatore, Luca Attanasio, e del carabiniere, Vittorio Iacovacci, uccisi ieri, 22 febbraio, in un attentato nella Repubblica Democratica del Congo nel quale ha perso la vita anche e l’autista Mustapha Milambo. Secondo un comunicato della presidenza congolese i due italiani sono stati uccisi dai rapitori che hanno sparato a bruciapelo. Sei assalitori muniti di cinque kalashnikov e di un machete.


Il terzo italiano coinvolto è rimasto illeso

L’italiano che ieri viaggiava assieme all’ambasciatore e al carabiniere sta bene. Si chiama Rocco Leone ed è il vice direttore del Programma alimentare mondiale (Pam) del World Food Program nel Paese africano. Sua moglie ha potuto parlare al telefono con il marito, che l’avrebbe rassicurata sulle sue condizioni e le avrebbe detto di stare bene. Cinquantasei anni, non risulterebbe ferito nella sparatoria ma è in stato di shock.


Attanasio era a Goma da venerdì

L’ambasciatore Attanasio – chiarisce ancora il comunicato – era arrivato a Goma già venerdì scorso. «Alle 10:15 di ieri il convoglio è caduto in un’imboscata più o meno 15 km da Goma e 3 km prima del Comune rurale di Kibumba, più precisamente a Kanyamahoro sulla RN2 in territorio di Nyiragongo», chiariscono le autorità congolesi. Il gruppo armato ha sparato «tiri di avvertimento prima di obbligare gli occupanti dei veicoli a scendere e seguirli nel fitto del parco, dopo aver abbattuto uno degli autisti al fine di creare il panico».

«Allertate, le Ecoguardie e le Fardc», le Forze armate congolesi, «si sono messe alle calcagna del nemico. A 500 metri, i rapitori hanno sparato da distanza ravvicinata sulla guardia del corpo, deceduta sul posto, e sull’ambasciatore, ferendolo all’addome». L’ambasciatore è «morto per le ferite, un’ora più tardi, all’ospedale della Monusco di Goma», precisa il comunicato della presidenza congolese.

Già ieri Kinshasa ha accusato le Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda di essere responsabili dell’attacco. Oggi le stesse Fdlr hanno negato il proprio coinvolgimento nell’uccisione dei due italiani, chiedendo alle autorità «di fare piena luce sulle responsabilità di questo ignobile assassinio invece che ricorrere ad accuse affrettate». Intanto, il capo di Stato congolese, Félix Antoine Tshisekedi, ha deciso di inviare oggi a Roma un «suo emissario per portare una lettera personale al presidente del Consiglio italiano» Mario Draghi.

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