Ristoranti, palestre, nuovi criteri per le zone arancioni e rosse: ecco le misure anti-Covid sul tavolo di Draghi

Verso la conferma della chiusura dei bar dopo le 18. Resta lo stop per cinema e teatri. Per le piscine riapertura solo con numeri da fascia bianca. Oggi parla Speranza

La parola d’ordine è prudenza. Con il Dpcm del governo Conte II in scadenza il 5 marzo e un nuovo provvedimento anti-Covid da varare in tempi brevi, il premier Mario Draghi sembra intenzionato a muoversi con estrema cautela, come già dimostrato con la proroga a fine marzo delle chiusure tra le Regioni. Quello che dovrebbe cambiare, fanno sapere da fonti di governo, è il metodo: coinvolgere le Camere nell’adozione dei futuri provvedimenti, già questo se i tempi stretti lo permetteranno. In altre parole, superare i Dpcm a vantaggio dei decreti, da convertire in legge dal Parlamento entro 60 giorni.


In seno al governo, si cerca una quadra tra “aperturisti” e “rigoristi”. Da una parte, il leader della Lega Matteo Salvini sgomita, chiedendo la riapertura dei ristoranti la sera, delle palestre e dei teatri, con la sponda di alcuni governatori, del centrodestra ma non solo (si veda il dem Stefano Bonaccini). Il premier ascolta, ma è forte il pressing da parte degli esperti affinché non ci siano allentamenti improvvisi delle misure, specie in un momento in cui il quadro epidemiologico si fa preoccupante, tra Province e Comuni in zona rossa – in Lombardia ma non solo – e una variante inglese del virus destinata a breve a diventare predominante nel Paese.


Palestre e piscine aprono solo con numeri da zona bianca

Le misure verranno messe a punto da giovedì o venerdì. Dopo le comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza alla Camera (l’appuntamento è per oggi, 24 febbraio, alle 17), e dopo il report dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento della pandemia. Ma alcuni punti fermi ci sono già. Non riapriranno, ad esempio, palestre e piscine. L’asticella per la ripartenza dello sport, riferisce il Corriere della Sera, è fissata dagli scienziati a 50 nuovi contagiati su 100 mila abitanti. Numeri da «fascia bianca». Nessuna riapertura su questo fronte prima di un mese e mezzo, scrive il quotidiano.

L’ipotesi di aprire i musei nel weekend

Restano chiusi, al momento, anche cinema e teatri. Su questo fronte, è in agenda oggi un incontro tra il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e i membri del Comitato tecnico scientifico. Si cercherà di mettere a punto una road map per la ripartenza. Allo stesso tempo, si valuterà la possibilità sul breve termine di permettere l’ingresso nei musei durante i fine settimana.

Bar e ristoranti restano chiusi la sera, per ora

Capitolo bar e ristoranti. Nonostante il pressing di Salvini, non dovrebbero riaprire la sera, dopo le 18. Nemmeno nelle Regioni in fascia gialla. Secondo la Repubblica, tuttavia, non è escluso che possa esserci una rivalutazione per quelle aree dove la morsa del virus si sta allentando, sia sul fronte dell’andamento dei contagi sia – di conseguenza – su quello della tenuta del sistema sanitario.

Verso nuovi criteri per il passaggio in zona arancione e rossa

In generale, Draghi dovrebbe confermare il meccanismo delle fasce di rischio che in questi mesi ha visto le Regioni italiane colorarsi di giallo, arancione e rosso. Esclusa, dunque, la zona arancione nazionale. Tuttavia, continua la Repubblica, nel caso di un peggioramento del quadro epidemiologico l’esecutivo sarebbe pronto a decretare in via provvisoria un blocco di almeno due settimane o inasprire le misure già in vigore. Nel corso dei vertici di ieri, riferisce il quotidiano romano, il premier ha chiarito: «Io non sono per l’apertura o la chiusura, è la scienza che farà la sue valutazioni. Ma ci sarà un tagliando sui parametri». In altre parole, saranno definite nuove regole che determineranno il passaggio delle Regioni da una fascia all’altra.

Il capitolo ristori

E poi c’è il capitolo ristori. Sul tavolo del governo sono ben presenti le richieste dei tanti settori in sofferenza. L’inizio della settimana prossima potrebbe essere quello del Consiglio dei ministri per il decreto economico. Un decreto corposo che coinvolgerà diverse categorie produttive e che non potrà che risentire degli ultimi aggiornamenti sulla situazione pandemica.

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