Comunali, l’alleanza Pd-M5s sempre più in salita. Dopo il divorzio romano, parte l’effetto domino sulle altre città

Appendino, non ricandidata dal M5s, esclude l’appoggio al candidato dem in caso di ballottaggio a Torino. Mentre a Napoli l’ipotesi Fico è indebolita dal naufragio di Zingaretti nella Capitale

«Abbiamo un’alleanza tra M5s e Pd da costruire nelle città, la gente non capirebbe una guerra di accuse incrociate», ha detto oggi Luigi Di Maio a il Fatto Quotidiano, definendo «apprezzabile» la scelta di Nicola Zingaretti di non candidarsi a sindaco di Roma. Ma il veto posto dai pentastellati, decisi a riproporre Virginia Raggi per un secondo mandato nella Capitale, ha messo in crisi i progetti giallorossi anche in altre città dove si terranno le elezioni comunali. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, non si ripresenterà all’appuntamento con gli elettori. Ma ha comunque chiarito che a suo giudizio «i matrimoni combinati non funzionano», dunque per le prossime elezioni amministrative «l’unico scenario che escludo al 100% è che appoggeremo il Partito democratico al ballottaggio». Il motivo? «Sarebbe una presa in giro, le intese non si fanno certamente in 10 giorni, tra primo e secondo turno». Nel capoluogo piemontese, i dem sceglieranno il loro candidato con le primarie. E il M5s è ancora alla ricerca della figura “giusta”.


Lo schema di gioco sembra destinato a non decollare neppure a Milano, dove il sindaco uscente del Pd, Beppe Sala, ha aderito ai Verdi e si è ricandidato con il sostegno di un gruppo di liste civiche e progressiste di cui non fa parte il M5s. A Napoli, la candidatura di Roberto Fico appare indebolita dal naufragio di quella di Zingaretti a Roma. Fico, inoltre, è osteggiato apertamente dal governatore campano, Vincenzo De Luca. Secondo la Repubblica, l’ipotesi più accreditata è una candidatura dell’ex ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, su cui Pd e M5s potrebbero convergere, ma tutto è ancora in alto mare.


Passando a Bologna, anche qui come a Torino il centrosinistra farà la primarie. Se dovesse prevalere il dem Matteo Lepore, il M5s potrebbe sostenerlo fin dal primo turno. Se invece dovesse avere la meglio la renziana Isabella Conti, l’alleanza giallorossa verrà messa da parte e il M5s correrà da solo. Lo stesso Di Maio ammette quindi che il rischio di un divorzio prima ancora del matrimonio esiste. Ma secondo i ministro degli Esteri «non è necessario attaccarci in campagna elettorale, conta spiegare le proprie idee». In Lazio e in Puglia, del resto, i due partiti «governano insieme» e per le Comunali occorre «costruire un’alleanza, pur mantenendo le reciproche identità».

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