Assalto alla Cgil, Salvini a Lamorgese: «Si prenda le sue responsabilità sui disordini. Idranti a urne aperte? Neanche in Cile» – Il video

Il segretario della Lega, rispondendo all’informativa della ministra dell’Interno, l’ha accusata di non fare autocritica, di non aver mai iniziato a lavorare da quando è al Viminale e di scaricare le colpe sui suoi uomini

Matteo Salvini, intervenuto nel ruolo di senatore durante l’informativa di Luciana Lamorgese in Aula a Palazzo Madama, ha attaccato pesantemente la titolare degli Interni sugli incidenti avvenuti nelle piazze italiane nelle scorse settimane. «Nessun accenno di autocritica, lo scarico di responsabilità su chi sta sotto: è un errore grave, da non commettere», ha esordito il leader della Lega, insoddisfatto delle spiegazioni che Lamorgese ha dato sull’assalto alla sede della Cgil, dello scorso 9 ottobre. «Quel cretino – ha detto Salvini a proposito dell’esponente di Forza Nuova, Giuliano Castellino, presente durante l’attacco al sindacato – quel delinquente non doveva essere in quella piazza. Perché ce l’avete lasciato? Non è colpa dei questori, della digos, dei prefetti, dei poliziotti. Ma di chi c’è sopra. Ministro, si prenda le sue responsabilità – ha continuano il leader della Lega -. Se il sottosegretario con la delega ai Servizi non è in grado di sapere quante persone arrivano in una piazza, è un problema. Lei ha più di un fronte aperto, e non bastano le 30 pagine scritte dai funzionari solerti».


Poi l’ex ministro dell’Interno ha esortato Lamorgese a chiedere aiuto al Parlamento per lo svolgimento delle sue funzioni: «Non si isoli nei suoi uffici. Ci sono prefetti e questori che si sentono soli, ci sono poliziotti che se non si sentono tutelati dal loro ministro, lavorano in modo diverso. Non scarichi le colpe sui suoi uomini, li difenda. Se non riuscite a isolare 20 imbecilli di cui tutti conoscono nome e cognome, non sapete fare il vostro lavoro. Questo – Castellino – aveva il braccialetto elettronico, e permettete che metta a ferro e fuoco una città? Su questo, non abbiamo sentito una parola. Quando arriverà Biden e gli altri leader del mondo – a Roma, a fine ottobre, per il G20 -, spero non ci sia questa sciatteria. Non ce lo possiamo permettere». E a proposito dei fronti aperti nell’agenda del Viminale, Salvini ha citato anche la denuncia fatta dal presidente della Commissione antimafia, il senatore Morra, qualche giorno fa: «La criminalità spesso va cercata nelle prefetture». «Io, da ministro dell’Interno, avrei chiesto i nomi e le dimissioni. Lei – rivolgendosi alla ministra – nomina i prefetti. E non ha fatto nulla».


L’unico riferimento alle elezioni comunali appena svoltesi, Salvini l’ha fatto in chiusura di intervento: ha denunciato «l’ipocrisia» della sinistra, colpevole di trattare l’attuale ministra dell’Interno in modo diverso da quando, al Viminale, c’era lui in quel ruolo. «Ma vi pare normale che ci sia stata una manifestazione di parte e di partito il sabato prima del voto, mentre gli idranti venivano usati contro dei lavoratori in protesta a Trieste? Ma neanche in Cile. A parti invertite, avreste chiesto l’invio dei caschi blu dell’Onu. Abbiate il pudore di non esagerare. Buon lavoro ministro – ha concluso -, se inizierà a fare il ministro, perché per il momento non ce ne siamo ancora accorti».

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