Austria e Olanda annunciano il lockdown: così la quarta ondata di Covid si espande in Europa

Secondo l’Oms, l’Europa è l’epicentro della nuova ondata di contagi. Così i Paesi si preparano a fronteggiare l’aumento delle infezioni

L’Europa si ritrova nel pieno della quarta ondata da Covid-19. Secondo un report dell’Oms relativo alla prima settimana di novembre, è stata rilevata una tendenza al rialzo del contagio in Unione europea, con un aumento delle infezioni da Sars-CoV-2 del 7%, mentre negli altri continenti – a eccezione dell’Africa – i numeri sono stabili o in calo. Anche per quanto riguarda i decessi l’Europa fa segnare un aumento del 10%, mentre nel resto del mondo c’è stata una diminuzione del 4%. Andando ad analizzare le zone che hanno avuto il maggior tasso di incidenza settimanale per 100 mila abitanti, vediamo che anche in questo caso l’Europa guida la graduatoria con 209,9 nuovi casi. Nel rapporto si legge che dall’inizio dell’emergenza sono stati registrati 249 milioni di casi Covid e oltre 5 milioni di decessi. In questo quadro, l’Austria ha annunciato il lockdown duro per non vaccinati e l’Olanda ha varato un piano di chiusure: da domani – 13 novembre -, per almeno tre settimane ci sarà una stretta su bar, ristoranti, negozi di beni non essenziali ed eventi sportivi. «Il virus è ovunque», ha dichiarato il capo del governo Mark Rutte.


La stretta di Austria e Olanda e il picco di contagi in Germania

Vista la complicata situazione Covid in Europa, con contagi e ricoveri in costante aumento, alcuni Paesi stanno valutando di reintrodurre il lockdown con modalità diverse. In Austria è stato annunciato oggi, 12 novembre, il lockdown per i non vaccinati a partire dal prossimo lunedì – come nei land di Alta Austria e Salisburgo -, con il via libera formale che è atteso per la giornata di domani. I non vaccinati potranno uscire di casa solo per il lavoro, per acquisti di prima necessità e per «fare due passi», come ha spiegato il primo ministro Alexander Schallenberg. Ci saranno controlli a campione. «Non viviamo in uno Stato di polizia, non possiamo e vogliamo controllare a ogni angolo di strada», ha detto Schallenberg.


L’Olanda è il primo Paese in Europa a reintrodurre un lockdown, seppure parziale. Il governo ha deciso che dal 13 novembre, per almeno tre settimane, bar e ristoranti dovranno abbassare le saracinesche alle 20. Ancora più stringenti gli orari per i negozi di beni non essenziali, che dovranno chiudere entro le 18. Infine, per gli olandesi non sarà più possibile assistere agli eventi sportivi fino al 4 dicembre. Il governo dell’Aia ha imposto anche che, nei luoghi di lavoro, venga rispettato un distanziamento interpersonale di cinque metri. E mentre la Bulgaria si è rivolta all’Unione Europea per l’attivazione di un meccanismo di protezione civile volto a ricevere aiuti (tra cui ossigeno e respiratori) da altri Paesi Ue, la Germania ha fatto registrare nelle ultime 24 ore un nuovo picco di contagi, con più di 50mila nuovi casi. «Dobbiamo prepararci all’inverno, il virus è ancora tra di noi e minaccia la salute dei cittadini» ha dichiarato Olaf Scholz, probabile prossimo cancelliere, sottolineando la necessità di una nuova «grande campagna per le vaccinazioni», per convincere più persone ad immunizzarsi contro il Covid. In Germania il tasso di vaccinazione è ancora sotto il 70%.

Oms | Report Covid-19 sulla diffusione del contagio nella prima settimana di novembre

La situazione in Europa

Nell’Unione europea preoccupa anche l’emergenza nei paesi dell’Est. Nella mappa dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), tra i 27 Paesi Ue in rosso e in rosso scuro troviamo la Grecia, la Romania, la Bulgaria, la Lituania, l’Estonia, la Lettonia, la Polonia, l’Olanda, la Repubblica Ceca, il Belgio e la Slovenia. Tutti Paesi dove vengono segnalati anche tassi di vaccinazione molto bassi. Secondo i dati raccolti dall’Ecdc, la media europea della popolazione vaccinata in Europa è pari al 64,8%, mentre in Romania la percentuale è pari al 33,9%, in Bulgaria al 22,7% e in Croazia al 45%. Dall’altra parte dell’Europa, i Paesi a Ovest dell’Italia sono in buona parte gialli, come ad esempio la Francia, che ha solamente una piccola area in rosso, il Portogallo e la Spagna.

La situazione in Italia

Sempre secondo la mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie l’Italia ha solo tre regioni in verde: Sardegna, Molise e Valle d’Aosta. In rosso troviamo Calabria, Friuli Venezia Giulia e Marche, oltre alla provincia autonoma di Bolzano. In giallo abbiamo le restanti regioni: Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia. Roberto Speranza, ministro della Salute, ha evidenziato che «la sfida Covid è ancora in corso», aggiungendo che «i numeri dell’Europa devono segnalarci una grande attenzione. L’Oms negli ultimi giorni segnala con evidenza come in Europa ci sia una fase di recrudescenza della circolazione del virus. Dobbiamo insistere sull’investimento prioritario che abbiamo fatto in questi mesi, quello sulla campagna di vaccinazione».

Immagine di copertina da Ansa

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