I sospetti di Giorgia Meloni sui “soliti” Scholz e Macron: «Vogliono bloccarci prima delle Europee»

La premier: Francia e Germania cercano di fermare il governo

«Sfrutteranno i nostri errori per cercare di bloccarci. Vogliono farlo prima delle Europee. Perché dopo sarebbe troppo tardi». È una Giorgia Meloni preoccupatissima quella che racconta oggi un retroscena di Repubblica. Ce l’ha con Francia e Germania. Che secondo lei stanno cercando di fermare il suo governo sul Recovery Plan. Anche se nomi non ne fa. E con i fedelissimi preferisce definirli «i soliti». Meloni, spiegano le fonti contattate dal quotidiano, si è convinta che le manovre servano per far deragliare l’esecutivo sul Pnrr. La resa dei conti dovrebbe consumarsi nel giugno 2023. Quando, con la rata in pagamento, sarà certificato che il governo non è riuscito a raggiungere gli obiettivi. Un’altra ipotesi è quella che il piano scatti a dicembre. Sempre prima delle elezioni europee.


Parigi e Berlino

La presidente del Consiglio teme che dietro i movimenti ostili ci siano Parigi e Berlino. Preoccupati dal voto delle europee 2024 perché potrebbe spostare a destra la prossima Commissione. La rigidità degli emissari di Ursula von der Leyen, di Emmanuel Macron e di Olaf Scholz sarebbe dietro tutto ciò. Il presidente francese lo farebbe anche per colpire nel fronte interno. Visto che Marine Le Pen è affine alla maggioranza che attualmente regge l’esecutivo. Gli errori del Pnrr però ci sono e questi non li nega nemmeno la premier. Per questo Raffaele Fitto ha chiesto «massima flessibilità» sul piano. Ma l’allarme di Meloni è scattato anche unendo i puntini. Come la salita al Colle di Mario Draghi, che risale al 20 marzo scorso (ma è stato smentito dal Quirinale). Oppure le interviste rilasciate dall’ex collaboratore Francesco Giavazzi. Ma anche le mosse di Salvini andrebbero inquadrate in questo ambito.


Il lodo Salvini

Ma il Capitano ha ridimensionato le polemiche dei suoi sul Pnrr. Lo ha fatto dopo le proteste di Palazzo Chigi: «Il mio obiettivo è spendere tutti i fondi». Ma le parole non chiudono la partita. E Meloni passa al contrattacco. Incontrando i sindaci di Firenze e Venezia per la questione dei fondi europei per gli stadi. È la prima mossa, dicono. Non sarà l’unica.

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