Strage della disperazione a Gaza, lo «sgomento» di Giorgia Meloni e i timori di Biden per i negoziati. Riunione d’emergenza all’Onu

La premier italiana indurisce la linea dopo gli oltre 100 morti nella Striscia: «Intensificare immediatamente gli sforzi sui negoziati per un cessate il fuoco»

Hanno fatto il giro del mondo le notizie e poi le immagini della tragica ressa attorno ai camion di aiuti di Gaza nella quale all’alba di questa mattina sarebbero rimasti uccisi almeno 112 palestinesi, oltre 700 rimasti feriti. Sebbene dell’accaduto siano stati forniti resoconti differenti dalle parti, pare assodato che il fuoco aperto dai soldati israeliani al checkpoint che si trovava a breve distanza dai camion abbia trasformato una situazione già caotica – con «migliaia di persone» al’assalto disperata del convoglio – in vero e proprio panico: la maggior parte delle persone sarebbero quindi morte schiacciate nella calca. Resta al netto dei dettagli della dinamica la sensazione ormai irremovibile che la situazione nella Striscia sia ormai completamente fuori controllo, la disperazione dei civili di Gaza totale. Anche per questo, i toni dei leader internazionali sono sempre più preoccupati e perentori. La Casa Bianca «sta verificando le versioni contrastanti di quanto accaduto», ha detto il presidente americano Joe Biden, secondo cui è certo fin d’ora però che la tragedia complicherà i negoziati sulla tregua e la liberazione degli ostaggi. «È probabile che non ci sarà entro lunedì», come Biden stessa aveva detto di sperare, ammette ora sconsolato. «Ma la speranza è l’ultima a morire. Ci sto lavorando». Un riferimento ai nuovi contatti telefonici avuti in giornata dal leader Usa con l’emiro del Qatar e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, gli altri due principali mediatori dei negoziati indiretti tra Israele e Hamas.


Lo «sgomento» della premier (e quello di Calenda)

Il tormento per i fatti della scorsa notte è stata espresso con parole nette anche dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni: «Ho appreso con profondo sgomento e preoccupazione la drammatica notizia di quanto accaduto oggi a Gaza – ha dichiarato la premier – È urgente che Israele accerti la dinamica dei fatti e le relative responsabilità. Le nuove e numerose vittime civili impongono di intensificare immediatamente gli sforzi sui negoziati in atto per creare le condizioni per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi». Dall’opposizione non lesina parole dure verso Israele anche Carlo Calenda, pur tra i più vicini alle istanze dello Stato ebraico prima e dopo il 7 ottobre: «Quanto accaduto a Gaza è semplicemente agghiacciante – scrive sui social il leader di Azione -. Le responsabilità dirette vanno accertate rapidamente. Ma la situazione a Gaza è inaccettabile da troppo tempo. Israele è andata molto al di là del “diritto di difendersi”. Il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi vanno imposti ora da tutta la comunità internazionale e Netanyahu va cacciato il prima possibile».


Riunione urgente al Palazzo di Vetro

L’ultimo tragico episodio della guerra a Gaza sarà al centro questa sera stessa di «consultazioni urgenti» del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La riunione a porte chiuse si svolgerà al Palazzo di Vetro alle 16.15 ora locale, le 22.15 in Italia. Lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato la strage ribadendo il suo accorato appello «per un cessate il fuoco umanitario immediato e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi» oltre che «misure urgenti affinché gli aiuti umanitari possano arrivare dentro e attraverso Gaza a tutti coloro che ne hanno bisogno». Guterres si è detto ancora una volta «sconvolto dal tragico bilancio umano del conflitto a Gaza» e ha sottolineato che «i civili disperati di Gaza hanno bisogno di aiuto urgente, compresi quelli del nord assediato dove le Nazioni Unite non sono state in grado di fornire aiuti per più di una settimana».

Leggi anche: