Alessandro Gassman e l’amichettismo di sinistra: «Il Campo Largo? È come la bruschetta»

L’attore e regista: meglio ognuno per conto suo con le proprie idee

L’attore e regista Alessandro Gassman, 59 anni, figlio di Vittorio, dice che il dibattito sul campo largo del centrosinistra è «una perdita di tempo». L’opposizione gli fa cascare le braccia: «Con quel che sta succedendo a livello nazionale e internazionale, tutto uno vorrebbe tranne vedere chi dovrebbe dare un’alternativa al Paese che litiga tutti i giorni». Per lui la vittoria in Sardegna «è arrivata perché la candidata era considerata una persona capace e perbene. Sono i programmi e le persone che contano. Davanti a questa destra che urla ci vuole una sinistra che non cincischi e non abbia paura a dichiararsi sinistra, più che centro. Ci vuole coraggio».


La metafora della bruschetta

Gassman su X ha parlato di metafora della bruschetta: «Se ci metti troppi sapori, n’è più na bruschetta, e te se sfragna». Ci sono troppi galli in un campo pur largo: «Se c’è qualcuno che porta avanti le idee green e altri meno, un altro che non si sa se sia di sinistra o di destra, la bruschetta si “sfragna”. Meglio ognuno per conto suo con le proprie idee». Gassman dice che Schlein gli fa simpatia: «Mi piace che sia giovane e donna, ma penso che dovrebbe prendere decisioni più drastiche». Mentre Giuseppe Conte «mi ha molto rassicurato ai tempi del Covid, penso che abbia gestito bene una situazione così delicata. Ma mi sembra che i Cinque stelle cambino troppo spesso idea, non li trovo mai del tutto credibili». E Carlo Calenda «è un signore di centro che non si capisce perché voglia andare a sinistra, come quello che mangia carne ma vuole un posto nel ristorante vegetariano. Ma perché?».


Radical chic

La destra che governa, secondo Gassman, «sta facendo quello che immaginavo avrebbe fatto. A Giorgia Meloni, che non ho votato e non voterò mai, riconosco una coerenza, a differenza di Matteo Salvini. È la destra dell’orgoglio nazionale e della difesa delle Forze dell’Ordine». Poi parla dell’amichettismo di sinistra: «Massì, se io non avessi la fortuna di aver avuto alle spalle una famiglia che mi ha dato strumenti per discernere, sarei in difficoltà a capire chi dice la verità e chi no». Lei ha fatto riferimento a una «destra che urla». E lui non si incasella come radical chic: «Sarò forse elegante (ride) ma non sono un radicale, anzi! Sarei un socialista alla Pertini. E professionalmente ho fatto scelte che quelli con la puzza al naso non avrebbero mai fatto, come la tv popolare». Alle Europee a votare «certo che ci andrò: ho un grande senso del dovere, ci vado anche quando non sono molto convinto».

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