Gli insulti sessisti contro Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3

In queste ore Carola è diventata protagonista sui social, ma non sempre i commenti sono stati positivi

Dopo l’annuncio della forzatura del divieto di entrare in acque italiane per raggiungere l’isola di Lampedusa, la capitana della Sea Watch 3, la tedesca Carola Rackete, è diventata una protagonista sui social tanto che il suo nome è finito in trending topic su Twitter. Non tutti i commenti sono stati positivi però e non tutti gli utenti hanno lodato la capitana per il suo coraggio. Com’è giusto che sia, altri l’hanno critica per aver comunque disobbedito a una norma italiana. Ma alcuni utenti sono andati oltre le critiche e hanno rivolto insulti sessisti e misogini alla capitana.


Gli insulti sessisti contro Carola Rackete

«Stronzetta irrispettosa», «tro**», «baldracca», «putt***», «zecca viziata», «una che dopo 14 giorni in mare non ce la fa più a reggere 42 migranti» ( suggerendo che la donna abbia avuto rapporti sessuali con i naufraghi a bordo). Sono alcuni commenti rivolti alla donna su Twitter. Alcuni dagli stessi profili che nella giornata internazionale della donna si sono affrettati a condividere post in cui si dice che le donne non andrebbero toccate neanche con un fiore, e che richiedono giustizia e gridano vendetta per gli stupri e le violenze compiute nei confronti delle “nostre” donne (italiane) da parte degli immigrati, in questo caso, sono partite maree di insulti contro Carola Rackete.


Gli “auguri” di stupro rivolti alla comandante della Sea Watch

C’è anche chi si spinge ancora oltre, augurandole di essere stuprata. Qualcuno – che immancabilmente si cela dietro un profilo anonimo dal nome inventato e con nessuna foto profilo reale – che parla testualmente di «impalamento in pubblica piazza». I commenti di questo tenore arrivano anche da donne che definiscono – nel “migliore” dei casi – una «cessa», ma anche una «donna fallita alla ricerca di avventure sessuali». E se le convenzioni che regolamentano i processi migratori andrebbero ridiscusse in sede europea, sembrerebbe – secondo i dati ufficiali dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) – è che in Italia non c’è uno stato di emergenza sul fronte migratorio. Ma è ancor più certo che in Italia esiste un problema più radicale, che nulla ha a che vedere con interferenze esterne, ed è legato ai frequenti episodi sessismo, di misoginia e di violenza sulle donne sia verbale sia fisica, verso donne di qualunque fascia d’età e di qualsiasi provenienza.

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