Amazzonia, gli incendi sono triplicati in un anno: il rapporto dell’agenzia spaziale brasiliana

Gli incendi in Amazzonia non sono una novità, ma rispetto all’agosto 2018 risultano triplicati

L’Istituto nazionale per la ricerca spaziale del Brasile (Inpe) – da non confondere con l’Agenzia spaziale vera e propria, ovvero l’Aeb – ha diffuso gli ultimi aggiornamenti sulle «queimadas», gli incendi a scopo agricolo che avvengono nella foresta amazzonica.


L’ansia nei confronti di ciò che sta accadendo nella regione è più che giustificata, in ragione delle grandi emissioni di CO2 che rappresentano, più che come «polmone verde»: definizione obsoleta e imprecisa.  


Vediamo quindi di capire al netto delle fake news che circolano, se questi incendi sono una anomalia rispetto al passato, al di là delle idee politiche dietro alle amministrazioni presidenziali che si sono succedute.

Un fenomeno triplicato rispetto rispetto al 2018

Da gennaio ad agosto sono stati contati 46.825 incendi, nel 2018 nello stesso periodo se ne contavano 22.165. Tenendo conto solo dell’ultimo mese se ne contano 30.901, mentre nell’anno precedente erano 10.421.  

Sono andati a fuoco 1.700 chilometri quadrati di foresta, mentre nel 2018 ne andarono in fumo 526. Parliamo di un fenomeno triplicato rispetto al 2018, che rappresenta un numero di incendi superiore a quelli che potevano essere registrati in un intero anno, come nel 2012, quando se ne contarono 4.571.

Non solo Bolsonaro: il ruolo delle politiche lassiste

Non è il Riscaldamento globale a provocare questo incremento, ma c’entra sempre l’attività umana, che nell’ultimo periodo sembra addirittura essere stata incoraggiata da politiche lassiste, come suggerivano a Open Julian Clark fondatore di una delle più importanti associazioni che operano nel territorio, e il debunker brasiliano Marco Faustino, ricordando comunque che anche le amministrazioni precedenti non hanno saputo fare molto per contrastare la piaga degli incendi.

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