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Coronavirus, primo contagiato nella città di Milano: è un medico del Policlinico

23 Febbraio 2020 - 23:20 Redazione
La terza vittima era ricoverata nel reparto oncologico, ha spiegato l'assessore alla sanità lombarda Gallera

Sale a tre il numero dei decessi in Italia per il Coronavirus. La terza vittima, una donna anziana, era ricoverata a Crema, nel reparto oncologico, ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera in conferenza stampa. I contagiati, stando all’ultimo bollettino del commissario per l’emergenza Angelo Borrelli, sono oltre 150. Di questi, tre sono deceduti e uno è guarito. Con riferimento alle regioni, la situazione dei casi positivi al momento è la seguente:

Ancora nessuna novità in merito al paziente 0: «Le strutture sanitarie non hanno ancora individuato il paziente – o i pazienti – zero dal quale è partita la diffusione del virus in Italia», ha detto il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli. «È difficile formulare previsioni per quella che può essere la diffusione – ha aggiunto – l’unica misura concreta e valida da adottare è dunque quella di chiudere i territori».

Francia, i confini con l’Italia restano aperti

La chiusura del confine con l’Italia a causa del coronavirus «non avrebbe senso». Così il ministro della Sanità francesce Olivier Véran spiega al canale televisivo France 2 che non saranno presi provvedimenti, al momento, per bloccare i confini: «Non avrebbe senso perché un virus non si ferma alla frontiera».

Italdesign ferma la produzione in tutti i suoi stabilimenti

Dopo che un dipendente di Nichelino, provincia di Torino, è risultato positivo al coronavirus, Italdesign ha deciso di fermare la produzione in tutti i suoi stabilimenti italiani.. L’azienda, del gruppo Lamborghini, è una delle più importanti in Italia nel settore automobilistico.

Austria, bloccati i treni che arrivano o che partono dall’Italia

Bloccati tutti i treni del Brennero. Con un comunicato ufficiale l’Austria ha fermato tutti i treni che vanno o che arrivano dall’Italia. La decisione è stata presa dopo che un treno proveniente dal nostro Paese è stato fermato perchè due passeggeri italiani manifestavano i sintomi del coronavirus.

Visco: «Impatto di oltre 0,2% sul Pil italiano»

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha affrontato dal G20 di Riad anche le conseguenze economiche dell’epidemia di coronavirus: «L’impatto del coronavirus sul Pil dell’Italia potrebbe essere di oltre lo 0,2%»

Romania, quarantena per chi arriva da Lombardia e Veneto

In Romania tutte le persone che arrivano da Lombardia e Veneto, o che sono state in queste regioni negli ultimi 14 giorni, verranno messe in quarantena. Al momento il ministero della Salute di Bucarest ha specificato che non ci sono stati casi di contagio.

Positivo un medico del Policlinico di Milano

Arriva il primo caso di contagio avvenuto a Milano, altri due erano stati registrati nelle città attorno al capoluogo lombardo e poi trasferiti nelle strutture ospedaliere di Milano.

Si tratta di un dermatologo, un medico dell’ospedale Policlinico di Milano. Ora si trova ricoverato all’ospedale Luigi Sacco, punto di riferimento al Nord per le malattie infettive.

Bar chiusi tutta la notte

«Bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico sono chiusi dalle ore 18.00 alle ore 6.00». Così il governatore della regione Lombardia Attilio Fontana ha deciso di chiudere anche la vita notturna nella “zona gialla”, tutta l’area che si trova fuori dai comuni dove sono stati registrati i casi di contagio.

Primi casi nel Bergamasco

In provincia di Bergamo quattro persone sono risultate positive al test per il coronavirus. Subito è stato convocato un vertice d’urgenza in Prefettura per discutere delle misure contenitive da adottare. Uno di loro è un infermiere. Il pronto soccorso è in isolamento e si sta valutando se chiudere l’intero ospedale.

Chiuse tutte le scuole in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria

La Lombardia è la prima ad aver disposto la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico.

Anche dal Piemonte arrivano le stesse misure: chiuse tutte le scuole e le università. Qualche ora più tardi, anche le altre Regioni del nord – Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria – hanno emanato ordinanze che vanno nella stessa direzione.

Borrelli: «Migliaia di posti letto in caserme e alberghi»

Intanto, Borrelli ha spiegato che sono già disponibili «migliaia di posti» letto in decine di strutture militari in Italia nel caso fosse necessario mettere i cittadini in quarantena. Anche che l’Esercito ha messo ha disposizione 3.412 posti letto in oltre mille camere, mentre l’Aeronautica ne ha dati circa 1.750. «Abbiamo fatto inoltre una ricognizione con le regioni per gli alberghi – ha aggiunto – e siamo pronti ad utilizzarli».

Piemonte, Cirio: «Tende davanti agli ospedali»

«Stiamo facendo montare davanti a tutti gli ospedale del Piemonte delle tende. Abbiamo riscontrato la necessità di diversificare gli accessi ai pronto soccorso». Ha parlato così il governatore del Piemonte Alberto Cirio ai cronisti nella sede della protezione civile regionale. In Piemonte i casi sono diventati quattro. Si tratta di una famiglia della provincia di Torino, madre, padre e una bambina, che è stata in contatto con una di Codogno già risultata positiva al coronavirus.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i tre sono in buone condizioni e non è stato richiesto il ricovero. I medici hanno disposto l’isolamento in casa. La famiglia si è presentata ieri, 22 febbraio, all’ospedale Regina Margherita, dove hanno effettuato i test, arrivati questa mattina. Questi ultimi casi non hanno un collegamento diretto con il caso del paziente già ricoverato da ieri all’ospedale Amedeo di Savoia a Torino.

Stop al carnevale di Venezia

«Abbiamo firmato con il ministro Speranza l’ordinanza con la quale vengono bloccate, Carnevale di Venezia compreso, tutte le manifestazioni pubbliche, private, la chiusura delle scuole e dei musei fino al primo di marzo», ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, durante l’unità di crisi a Marghera.

Stop ai concorsi a Roma

L’università Campus Bio-Medico di Roma è la prima nella capitale a disporre il rinvio della prova di ammissione al corso di laurea in
Medicina e Chirurgia previsto alla Fiera di Roma per martedì 25 febbraio, per un proncipio precauzionale. Per sostenere il test sarebbero arrivati a Roma da tutte le regioni oltre 2.800 candidati.

Veneto

In Veneto sono diventati 25 i contagi da coronavirus, secondo l’ultimo aggiornamento del governatore Luca Zaia, secondo il quale solo 19 sono stati individuati nel focolaio di Vo’ Euganeo, il paese della prima vittima.

Lombardia

Su come sia nato il principale focolaio non c’è ancora un’indicazione precisa: gli otto cinesi di Vo’ Euganeo che sembravano poter aver portato il virus sono risultati tutti negativi e dunque il “paziente zero” non è stato ancora rintracciato. In mattinata, nel frattempo, è risultato positivo al coronavirus anche un diciassettenne residente in un paese della Valtellina, che studia però all’istituto agrario di Codogno. La Regione ha deciso di chiudere tutte le scuole e sospendere gli eventi in programma. Sul profilo Facebook ufficiale si trovano tutti i numeri utili: «Chiama il numero 800 89 45 45 in caso di sintomi sospetti. Per informazioni generali chiama il numero nazionale 1500».

Terzo caso nel Pavese

C’è un terzo caso di contagio da coronavirus nel Pavese. Lo rende noto su Facebook Elia Grossi, sindaco di Santa Cristina e Bissone, poco meno di 2mila abitanti. «Il paziente è ricoverato da ieri nel reparto infettivi del San Matteo di Pavia e le sue condizioni cliniche sono buone – scrive -. La notizia positiva è che la figlia, che vive a suo stretto contatto, è invece risultata negativa». Nel Pavese è già stata dichiarata positiva al virus una coppia di medici di Pieve Porto Morone, ricoverati al San Matteo

Il sindaco di Milano chiude le scuole

Beppe Sala, sindaco di Milano ha deciso che le scuole di Milano e di 133 comuni della provincia saranno chiuse per tutta la prossima settimana, dal 24 fino al 29 febbraio. L’ordinanza è stata disposta durante una riunione urgente in prefettura, questa mattina ma alle 12 ci sarà un tavolo operativo presso il Comune di Milano. Il numero di persone che dovrà stare in isolamento «sarà molto rilevante» secondo il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervistato a SkyTg24.

Stessa decisione anche in Friuli Venezia Giulia, dove la Regione e le autorità accademica regionali hanno deciso di sospendere tutte le attività didattiche, gli esami, le conferenze e i dibattiti delle Università di Trieste, Udine e della Scuola internazionale superiore di Studi avanzati del capoluogo giuliano. Saranno inoltre chiuse biblioteche e sale studio.

Le strutture per la quarantena

Fontana ha dichiarato che la Regione Lombardia sta cercando altre strutture da utilizzare per la quarantena di persone da isolare dal coronavirus. «Ci sono già due strutture a disposizione per raccoglierle – ha detto – predisponiamo altri luoghi per ricoverarli perché il numero sarà molto rilevante. Abbiamo individuato inoltre un ospedale dismesso e poi chiederemo se ci sono strutture private alberghiere che si mettono a disposizione».

Numero verde in Veneto

La Regione Veneto ha attivato il numero verde 800462340 per assistere e informare i cittadini sui comportamenti da tenere da parte delle persone che temono di essere entrate in contatto con virus. La decisione è stata presa alla luce del fatto che numerose persone stanno chiamando il 118 per chiedere informazioni sull’infezione, per evitare il sovraccarico delle centrali operative, che può avere delle conseguenze sul soccorso a persone che hanno effettivamente necessità di un intervento immediato. Si raccomanda peraltro di chiamare il 118 in caso di difficoltà respiratoria, per richiedere l’invio immediato di un’ambulanza.

I tecnici della Regione precisano che le persone che temono di essere entrate in contatto con soggetti infetti, ma che non hanno alcun sintomo o che presentano sintomi lievi come febbre e/o tosse senza difficoltà respiratoria, non devono chiamare il 118 e non devono recarsi in ospedale; devono invece rivolgersi al numero verde che in base alle notizie riferite fornirà tutte le informazioni e le eventuali istruzioni sui comportamenti da adottare. Inoltre gli utenti possono chiedere informazioni ed istruzioni anche al proprio medico di medicina generale. I medici di medicina generale del Veneto potranno essere contattati telefonicamente dai loro assistiti che percepiscano sintomi, e che non dovranno quindi recarsi in ambulatorio. Il medico effettuerà un triage telefonico e deciderà se è necessario effettuare una visita domiciliare o attivare l’intervento del servizio di igiene pubblica o del sistema di emergenza-urgenza.

Il focolaio nel Basso Lodigiano

Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Vo’ Euganeo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano. Undici comuni italiani, 10 in Lombardia e 1 in Veneto, sono in piena emergenza coronavirus. Attività pubbliche sospese e limitata al massimo la mobilità e la socialità. Numeri che corrispondo a un’altra cifra, quella di circa 50mila persone che sono attualmente in quarantena con lo scopo di evitare il più possibile il diffondersi dei contagi. Il più possibile, appunto, perché al di fuori dei focolai sono già stati registrati altri casi (come quelli di Piacenza, Torino, Cremona, Pavia e Sesto San Giovanni, nel milanese).

«Dobbiamo fare di tutto per bloccare la diffusione del virus», ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana intervistato da La Stampa. «E quindi la cintura di sicurezza era l’unica soluzione possibile». «Sono molto angosciato per i cittadini coinvolti – ha aggiunto – mi dispiace sinceramente, ma credo che questo fosse l’unico modo per cercare di arginare quella che potrebbe diventare un’epidemia se non una pandemia. Lo dico con la morte nel cuore, perché credo fermamente nella libertà di circolazione e dei cittadini. Credo anzi sia sempre il primo valore da difendere. Ma arriva il momento in cui bisogna fare qualche rinuncia per il bene comune»”.

“Modello Wuhan”: la vita nell’area in quarantena

Nei comuni isolati, anzi «cinturati», ci sono posti di blocco per impedire ai residenti di uscire e a chiunque altro di entrare. Ci sono corridoi «sterili» per far entrare il cibo e le merci necessarie in maniera controllata. Anche in Italia arriva quindi il “modello Wuhan”, la città nella provincia dell’Hubei, in Cina, da dove è partita l’epidemia di coronavirus. Oltre alla quarantena dei comuni, sono state istituite anche delle “zone rosse”, interdette alla circolazione, che corrispondono con i luoghi frequentati dalle persone contagiate. Nelle “zone rosse” non passano nemmeno i treni o gli autobus, e se la situazione è particolarmente compromessa non possono circolare nemmeno i mezzi privati.

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