Coronavirus, tre giovani medici in trincea a Vo’ Euganeo: «Non chiamateci eroi. Sono gli anziani i più preoccupati»

«L’appello è arrivato su WhatsApp e noi abbiamo subito accettato questa “avventura”. I più vulnerabili? Gli anziani che stanno somatizzando l’ansia con rialzi della pressione»

«Non chiamateci eroi, siamo dei medici che amano questo lavoro e che stanno dando un contributo per fronteggiare l’emergenza da Coronavirus. In trincea in un momento in cui, a Vo’ Euganeo, non c’erano più medici disponibili. Tutti in isolamento in via precauzionale», a parlare a Open è Mariateresa Gallea, 34 anni, medico che ha accettato, insieme a Paolo Simonato e Luca Sostini, di andare a Vo’ Euganeo (Padova) ad assistere i pazienti, rimasti senza dottori di medicina generale, messi in quarantena.


«L’appello è arrivato su WhatsApp»

mariateresa gallea
Open | Nell’immagine Mariateresa Gallea

«L’appello (della federazione italiana dei medici di famiglia del Veneto, ndr) è arrivato su WhatsApp. Io, e altri due dottori, che conoscevo già, abbiamo deciso di accettare e di iniziare così questa “avventura”. Ci hanno chiesto la disponibilità di domenica pomeriggio e l’indomani mattina eravamo già operativi, sul nuovo posto di lavoro».


«All’inizio, in ambulatorio, c’erano code all’esterno – ha aggiunto – Col passare dei giorni, invece, abbiamo spiegato ai pazienti che prima devono chiamarci, per un triage telefonico, poi si valuta se visitarli al domicilio o qui in ambulatorio».

«I più vulnerabili sono gli anziani»

«È vero, forse ci vuole un po’ di coraggio ma noi siamo una squadra forte. Abbiamo subito riorganizzato tutto perché, coronavirus a parte, i residenti hanno bisogno di noi, siamo un punto di riferimento per tutti».

Intanto in molti chiamano per «sintomi sospetti»: «Dalla tosse alla febbre. Noi cerchiamo di capire se hanno avuto contatti con persone risultate positive al virus e poi, eventualmente, li segnaliamo al servizio di igiene e sanità pubblica». I soggetti più preoccupati sono senza dubbio gli anziani: «Stanno somatizzando l’ansia con rialzi della pressione. Loro sono quelli più a rischio, i più vulnerabili. Tra l’altro a molti di loro non è stato fatto nemmeno il tampone perché allettati».

Medici che si trasformano all’occorrenza anche in psicologi. «Sì, proviamo a tranquillizzarli». Intanto Mariateresa continua a svolgere il suo lavoro di guardia medica nell’ospedale di Conselve, in provincia di Padova. Insomma, non si ferma un attimo.

Foto di Open

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