Coronavirus, primo positivo in Vaticano, sospetti su un secondo. Allo studio misure anti-contagio come l’Angelus in video

Il paziente, di età avanzata, sarebbe arrivato ieri a Roma dalla Lombardia. Per evitare nuovi contagi, l’Angelus di domenica potrebbe essere trasmesso via web

Anche la Città del Vaticano non è immune al Coronavirus. Dopo i dubbi riguardo lo stato di salute di Papa Francesco (poi smentiti: si tratta soltanto di un normale raffreddore), è stato confermato un primo caso di positività all’infezione in Vaticano, a Roma. Per il momento sono noti soltanto alcuni dettagli sull’identità del paziente: si tratterebbe di un membro del personale ecclesiastico (non necessariamente religioso) di età avanzata, che sarebbe arrivato ieri sera a Roma dalla Lombardia, principale focolaio del virus in Italia.


Le autorità vaticane, nel frattempo, si affidano alla scienza: è partita la bonifica dei locali e anche la sanificazione straordinaria sui mezzi di trasporto pubblico. La priorità è evitare a tutti i costi nuovi contagi nella “cittadella” che conta circa 605 persone tra cardinali e diplomatici ma che ospita regolarmente grandi assembramenti di fedeli e di turisti.


Le misure anti-contagio: ipotesi Angelus via web

Come prima misura di profilassi, le autorità vaticane hanno temporaneamente sospeso tutti i servizi ambulatoriali della direzione Sanità e Igiene dello Stato per poter pulire e sanificare i locali. Rimane comunque attivo il pronto soccorso. Per qualche ora sono stati chiusi anche alcuni uffici della segreteria di Stato, nella Terza loggia del Palazzo apostolico.

Il paziente affetto da coronavirus si sarebbe rivolto ieri al fondo Assistenza sanitaria, l’ente che offre assistenza sanitaria per tutto il personale ecclesiastico, sia religioso che laico, in servizio e a riposo, per tutta la curia romana, dal governatorato dello Stato della Città del Vaticano agli enti gestiti in modo diretto dalla sede apostolica. Le autorità vaticane starebbero quindi provvedendo a verificare tutti i contatti avuti dal paziente da quando è rientrato in Vaticano. Come scrive il Corriere della Sera, c’è il sospetto che un altro dipendente sia stato contagiato.

Nel frattempo sono in fase di programmazione le misure aggiuntive per contenere eventuali contagi e mettere al riparo i fedeli, il Papa e i membri della curia. Per evitare situazioni di rischio legate a grandi assembramenti di fedeli, le autorità vaticane stanno studiando la possibilità di trasmettere l’Angelus domenicale del Papa e l’udienza generale di mercoledì prossimo via web, in streaming video.

La Diocesi di Roma, intanto, ha cancellato tutte la attività pastorali non sacramentali fino al 15 marzo: sospese quindi le lezioni di catechismo, i corsi preparatori per il matrimonio, i pellegrinaggi e altre attività di gruppo. Nella parrocchia vaticana di Sant’Anna e a San Pietro le acquasantiere sono state svuotate, come nelle altre chiese in Italia. Le messe continueranno comunque ad essere celebrate nelle chiese di Roma anche se i preti hanno invitato i fedeli a non scambiarsi il consueto segno di pace.

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