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Coronavirus, fuga dalla Lombardia? Basta prendere l’autostrada – Il video

Abbiamo voluto verificare quali siano i controlli e le limitazioni per chi decida di lasciare le zone interessate dal decreto del governo per limitare l'epidemia

Da Legnano a Torino ci sono 130 chilometri, un viaggio in auto di circa un’ora e mezza. Ma oggi 8 marzo, giorno dell’entrata in vigore del Decreto della presidenza del Consiglio che stabilisce dure misure restrittive per arginare l’epidemia di Coronavirus in Lombardia e in 14 province, si configura come il passaggio fra due nord Italia diversi. Da un lato quello delle zone ristrette dal Dpcm, in cui sono sconsigliati gli spostamenti, bar e ristoranti devono tassativamente chiudere alle diciotto, sono sospese tutte le attività aggregative. E il nord, per esempio, di Torino, dove le regole sono meno stringenti.

In molti, conosciuto il testo definitivo del Dpcm, si sono chiesti quali sarebbero state le modalità con cui il governo avrebbe controllato l’effettivo rispetto delle limitazioni ai trasferimenti all’interno della Lombardia e delle altre 14 province coinvolte dal blocco. E soprattutto come sarebbero state controllate le uscite dalla zona interessata dal decreto verso il resto del Paese.

Il viaggio

Le immagini delle numerose persone che nella serata del 7 marzo, diffusa la bozza del provvedimento, avevano cercato di lasciare il capoluogo lombardo, insieme agli annunci allarmati dei governatori (soprattutto del Sud) che temevano un ritorno in massa dei propri cittadini dal Nord, avevano suggerito che l’esecutivo avrebbe messo in campo controlli ferrei in uscita. Abbiamo così voluto verificare, partendo appunto da Legnano, in provincia di Milano, già cuore della zona gialla, alla volta di Torino.

Abbiamo attraversato senza problemi la provincia di Novara e quella di Vercelli in un’autostrada, almeno in quel senso di marcia, quasi deserta. Alla stazione di servizio di Novara Nord i dipendenti hanno confermato la chiusura delle attività alle 18 per il bar e alle 15 per quella del ristorante: raccontano poi di un flusso drasticamente crollato nella giornata. Soltanto circa 150 persone, riferiscono preoccupati, nonostante si tratti di un giorno festivo.

Verso Torino

Al confine con la provincia di Torino nessun controllo, nessun posto di blocco: neppure all’uscita della barriera alle porte del capoluogo piemontese. Senza nessun tipo di problema, partiti da Legnano alle ore 16,30, intorno alle 18 arrivavamo al cartello che indica l’ingresso nel comune di Torino.

L’utilizzo delle forze di polizia (o quello, previsto dal Dcpm, delle forze armate), per arginare la diffusione del virus bloccando potenziali infetti in uscita dalla zona più colpita dal contagio, almeno per ora, non sembra essere stato messo in campo.

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