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Coronavirus, dalla festa di laurea al corteo funebre alla riunione delle maestre: decine di denunce per violazione del decreto

10 Marzo 2020 - 23:10 Giulia Marchina
CORONAVIRUS DIRETTA 6 MARZO 2020
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Decine di trasgressioni tra Milano, Torino, Roma, Pesaro, Firenze, Agrigento. In tanti credono ancora di poter condurre una vita normale, nonostante le misure del governo per contenere l’epidemia

A Milano dieci persone sono state denunciate ai carabinieri perché festeggiavano insieme una laurea in un’area verde. Scenario diverso ma finale analogo a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento: 48 persone che stavano partecipando a un corteo funebre per le strade del paese sono state denunciate. Anche in questo caso, ad avvertire i militari sono stati alcuni passanti e ora i partecipanti devono rispondere penalmente per aver violato il Dpcm del 9 marzo contenente misure stringenti per arginare la diffusione del coronavirus. A Invorio, in provincia di Novara, invece, dieci insegnanti sono state denunciate per essersi incontrate a scuola per una riunione.

Temerari, sprezzanti del pericolo, o più semplicemente non curanti e poco consapevoli dei rischi legati al contagio. A nemmeno un giorno dalla firma del premier Conte sul decreto per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Coronavirus in Italia, si contano già decine di denunce per i trasgressori che nelle ultime ore non hanno rispettato regole e restrizioni per il contenimento dell’epidemia.

In piazza Vittorio, a Torino, uno dei luoghi simbolo della vita notturna dei giovani, sono stati denunciati dieci locali pubblici che non hanno seguito le disposizioni: i controlli qui erano stati fatti già sabato sera. La contestazione è quella di aver violato, in questo caso, il decreto del 4 marzo.

A Roma gli agenti di polizia hanno controllato già dalla notte scorsa oltre cento fra locali, pub e ristoranti per verificare il rispetto delle norme a tutela della sicurezza pubblica. Nel passare al setaccio i locali della movida, sono scattate due denunce per inottemperanza alla chiusura, una nel quartiere di San Lorenzo e l’altra a due passi dalla centralissima via del Corso. In tutti i locali c’è l’obbligo di distanza interpersonale di almeno un metro tra i clienti, ma pub e discoteche hanno il dovere di chiudere i battenti.

A Signa, in provincia di Firenze, è stato denunciato il proprietario di un circolo ricreativo che aveva tenuto aperta l’attività, con all’interno una decina di persone che giocavano a biliardo. A Besana Brianza, in provincia di Monza, una palestra è stata chiusa dopo che ieri sera le forze dell’ordine, mentre la ispezionavano, hanno trovato dentro il gestore e due clienti intenti ad allenarsi. E sempre il gestore di una palestra, a Cattolica, nel Riminese, è finito nei guai insieme a quattro clienti: i carabinieri sono intervenuti tre volte nella stessa giornata, trovando persone che si allenavano.

Anche il gioco d’azzardo non è riuscito a fermarsi in diversi casi: a Carpi, in provincia di Modena, ieri sono state trovate 50 persone in una sala slot, fatta velocemente sgomberare. E, ancora, no stati “beccati” una prostituta e un cliente, a bordo di un’utilitaria. Fermati, sono stati presi e portati al commissariato di Busto Arsizio dove hanno spiegato di essersi trovati a metà strada perché provenienti da Comuni di residenza diversi.

Altre cinque persone sono state controllate e denunciate a Mantova, viaggiavano su strade provinciali, durante la notte, senza avere motivi validi per farlo. A Guardiagrele, in provincia di Chieti, è stata fermata invece una persona proveniente da Pescara: voleva fare trekking ad alta quota. Un uomo, di Pesaro, è stato fermato a Forlì per un controllo di routine della polizia che ha scoperto come non avesse alcuna autocertificazione per circolare e sintomi sospetti come tosse e febbre. In ospedale, dove si trova sotto osservazione, ha detto di non aver avuto tempo di sottoporsi al tampone a causa della necessità di spostarsi in auto.

La sanzione penale ha colpito anche chi sembra volersi approfittare dell’emergenza, come i due denunciati per peculato per essersi appropriati di centinaia tra mascherine, guanti e disinfettanti nei magazzini dell’ospedale di Parma, con l’intento di rivenderli a prezzi elevatissimi, all’ingresso di una sala slot.

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