Il comandante italiano della Diamond Princess: «Non sono un eroe. È stata dura vedere le famiglie separate dal coronavirus»

«Abbiamo dovuto affrontare un’emergenza nuova, eravamo alle prese con uno scenario per il quale non esistevano training o manuali». Gennaro Arma racconta la sua esperienza a bordo della nave da crociera Diamond Princess

Gennaro Arma è sceso per ultimo. Ha lasciato la nave soltanto dopo essersi assicurato che erano sbarcati tutti i suoi passeggeri e membri dell’equipaggio. Poi due settimane in quarantena in Giappone, il tampone negativo e finalmente il ritorno in Italia, a casa. La sua nave, la Diamond Princess, è rimasta ferma a largo delle coste nipponiche per due settimane, i contagi da Coronavirus aumentavano, ogni giorno c’erano famiglie che venivano separate. E questa, per il comandante, è stata la parte più difficile, racconta in un’intervista a Repubblica.


«Non sono un eroe. Abbiamo dovuto affrontare un’emergenza nuova, eravamo alle prese con uno scenario per il quale non esistevano training o manuali. Ho cercato di fare del mio meglio, prendendo coscienza con la situazione e analizzandola», dice. «Con i contagi le coppie venivano separate, chi aveva il virus veniva portato in ospedale, l’altro restava a bordo. Ho provato ad aiutarli». Ha cercato sempre di stare vicino ai passeggeri, rispondendo alle loro lettere.


A San Valentino l’idea di regalare a tutti un cioccolatino con un biglietto, per non farli sentire soli. Un’esperienza che l’ha cambiato: «Mi ha arricchito umanamente e professionalmente. Oggi sono più completo». Ora è tornato a casa da sua moglie a Sant’Agnello (Napoli). È ottimista: «Noi italiani siamo un popolo incredibile. Ce la faremo anche questa volta. Ma dobbiamo remare tutti nella stessa direzione».

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