La pasionaria No Tav Nicoletta Dosio ai domiciliari: «A 73 anni il Coronavirus in cella sarebbe stato letale»

La professoressa, arrestata alla fine dello scorso anno, potrà scontare la pena nella sua casa in Valle di Susa, in compagnia del marito

Nicoletta Dosio, la “pasionaria” del movimento No Tav arrestata lo scorso 30 dicembre a 73 anni, ha lasciato ieri sera il carcere di Torino. Ha raggiunto, in compagnia del marito, la sua casa di Bussoleno, in Valle di Susa, dopo che il magistrato di sorveglianza ha accolto la richiesta del suo avvocato di concederle gli arresti domiciliari. Il motivo? L’emergenza Coronavirus: la professoressa è un soggetto vulnerabile con «pregresse patologie e un’età avanzata».


Perché è stata scarcerata

«In caso di contagio, il rischio sarebbe stato potenzialmente letale. Per questo motivo il magistrato di sorveglianza ha accettato la nostra richiesta avanzata dieci giorni fa» spiega a Open l’avvocato della donna, Valentina Colletta.


Alla professoressa, che adesso sconterà la condanna a un anno di reclusione per i reati commessi durante una protesta nel 2012 al casello di Avigliana sull’autostrada del Frejus, è stato imposto «il divieto di comunicare con chiunque al di fuori del marito e degli avvocati».

La lettera a Open

Nicoletta Dosio, in una lunga lettera a Open, ha spiegato il motivo che l’aveva spinta a non chiedere fin da subito gli arresti domiciliari. Nessuna richiesta di grazia, nessun pentimento, avrebbe rifatto tutto per difendere gli ideali dei No Tav. Adesso a convincerla ci hanno pensato gli attivisti del movimento, altrimenti la professoressa sarebbe rimasta dietro alle sbarre. Fino alla fine, anche al costo di mettere a repentaglio la sua salute.

Foto in copertina di Lele Rizzo | Facebook

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