Coronavirus, l’avvertimento del Financial Times: Così l’Europa rischia di perdere l’Italia

Secondo il maggiore quotidiano finanziario in Europa, una cattiva e poco solidale gestione della crisi da parte dell’Ue potrebbe portare i partiti euroscettici alla ribalta

Dopo la Brexit, il principale quotidiano finanziario dell’Europa, è preoccupato per l’Ital-exit. A mettere a dura prova l’entusiasmo dell’Italia per l’Unione europea non sarebbero i trattati di Dublino e la complicata e frustrante “gestione” dei flussi migratori e di profughi, ma l’attuale gestione economica dell’emergenza Coronavirus. Ha inciso la gaffe di Christine Lagarde («Non siamo qui per ridurre gli spread») che ha fatto male ai mercati, e continua a pesare la freddezza dell’Olanda, dell’Austria e della Germania rispetto alle richieste di aiuto (coronabond e Mes) da parte dei paesi più colpiti. Tanto che il Financial Times si domanda: «L’Europa sta perdendo l’Italia?».


L’ex presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, avrebbe detto al quotidiano britannico che la situazione oggi è molto più preoccupante della crisi dell’euro, dei “giorni della Troika” e del rigorismo fiscale dopo la crisi economica quando l’Italia, come altri Paesi (tra tutti, la Grecia) fu costretta a compiere «dei sacrifici» per mettere i conti in pari, introducendo delle politiche di austerità. «Spero che si riesca ad aggiustare tutto», ha dichiarato Tusk, oggi presidente del Partito popolare europeo, al FT. «Dobbiamo salvare l’Italia, la Spagna e tutta l’Europa e non dobbiamo temere le misure straordinarie. Siamo in uno stato di emergenza».


Cosa dicono i sondaggi

L’emergenza tocca anche il morale e l’europeismo nostrano. Il Financial Times cita l’esempio di Carlo Calenda, eurodeputato e fondatore del partito europeista Azione, che la scorsa settimana ha fatto pubblicare, insieme ad alcuni sindaci dei comuni più colpiti dal virus, una lettera su uno dei principali quotidiani tedeschi (il Frankfurter Allgemeine Zeitung) in cui chiedeva maggiore solidarietà, rassicurava sulle intenzioni dell’Italia («non vogliamo mutualizzare il debito») e invitava i lettori a ricordarsi il dimezzamento del debito tedesco nel periodo dopo la Seconda Guerra Mondiale da parte di vari paesi europei (tra cui l’Italia).

Il disincanto sembra aver contagiato una proporzione significativa degli italiani, come ricorda il FT che cita un sondaggio dello scorso mese di Tecnè secondo cui il 67% degli interpellati giudicava l’appartenza dell’Italia all’Unione europea uno svantaggio. Su Repubblica, Ilvo Diamanti ha ricordato nei giorni scorsi che nel 2011 la fiducia verso l’Unione europea in Italia era a quota 37% mentre oggi, al tempo del Coronavirus, sarebbe scesa ulteriormente, al 30%.

Come scrive il Financial Times, la disaffezione nei confronti dell’Ue potrebbe essere cavalcata da partiti, come la Lega di Matteo Salvini, tendenzialmente ostili sia all’Ue sia all’euro (come dimostra l’esempio dell’economista Claudio Borghi). Lo stesso vale per Giorgia Meloni, da mesi in crescita nei sondaggi, che rimprovera all’Unione europea di non fare abbastanza per fronteggiare la crisi economica post-Covid. La riunione dell’Eurogruppo di oggi forse fornirà una prima risposta e risolleverà il morale nel Paese.

Il parere degli esperti:

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