Coronavirus, Trump non licenzierà il capo della task force per l’emergenza. Parola della Casa Bianca

Lo scontro tra i due si è esacerbato dopo che in un’intervista alla Cnn il 13 aprile il massimo esperto di malattie infettive nel Paese si è rammaricato del ritardo con cui sono state introdotte le misure restrittive

Il presidente Usa Donald Trump non licenzierà Anthony Fauci, il super esperto della task force Usa contro il coronavirus. Lo rende noto la Casa Bianca. L’annuncio arriva dopo ore frenetiche in cui il “siluramento” dell’immunologo, capo dell’istituto statunitense National Institute of Allergy and Infections e consigliere scientifico del presidente durante l’emergenza Coronavirus, sembrava imminente. Ad aumentare il dubbio il re-tweet di Trump in cui, in fondo al messaggio, si legge: «È tempo di silurare Fauci».


Trump contro il “medico d’America”

Il post era stato pubblicato dall’ex candidata repubblicana alla Camera Deanna Lorraine. «Fauci ora dice che se Trump avesse ascoltato prima gli esperti medici avrebbe potuto salvare molte vite», aveva twittato Lorraine, che ha ricordato: «Fauci diceva alla gente il 29 febbraio che non c’era nulla di cui preoccuparsi e che il virus non poneva alcuna minaccia agli americani in generale».


Si tratta soltanto di una delle accuse rivolte a Fauci da quando “il medico d’America” – come lo ha battezzato il New Yorker – è stato scelto come capo della task force della Casa Bianca. D’allora sono stati diversi i motivi di scontro con il presidente: dalla proposta di Trump di allentare le misure di lockdown per far ripartire al più presto le attività produttive, all’idea, sempre del presidente, di usare il farmaco antimalarico per curare i pazienti Covid, ipotesi bocciata da Fauci.

Ma lo scontro tra i due si era esacerbato nelle ultime 24 ore dopo che in un’intervista alla Cnn il 12 aprile Fauci ha lasciato intendere che il consiglio della task force scientifica di introdurre misure di lockdown e di distanziamento sociale a fine febbraio, anziché a metà marzo come invece è accaduto, era andato inascoltato dalla Casa Bianca, costando la vita a molti americani (sono oltre 22mila le vittime Covid nel Paese).

Nella stessa intervista Fauci ha anche raccontato che, inneggiando alla teoria dell’immunità di gregge, il presidente gli aveva chiesto se fosse il caso di fare «inondare» gli Stati Uniti dal Coronavirus, domanda alla quale l’immunologo avrebbe risposto: «Signor presidente, morirebbe moltissima gente». Su Twitter Donald Trump si è più volte difeso dall’accusa di aver agito con eccessivo ritardo, citando a suo sostegno la decisione di rallentare gli ingressi dalla Cina negli Stati Uniti a fine gennaio e successivamente, il 12 marzo, di sospendere i voli dall’Europa, due decisioni che a loro volta avevano suscitato molte polemiche.

L’insofferenza del presidente americano nei confronti di Fauci per le critiche ricevute si scontra non soltanto con l’autorevolezza dello scienziato, da 37 anni alla guida del prestigioso istituto, ma anche con la sua popolarità: secondo un recente sondaggio della Monmouth University del New Jersey, circa un terzo degli americani (il 35%) si fida di lui per quanto riguarda il Covid-19, mentre solo un quinto dice lo stesso di Trump. Insomma, per il presidente americano non sarebbe così facile allontanare Fauci come invece lo è stato in passato con alcuni suoi ex consiglieri, da Anthony Scaramucci a Steve Bannon, licenziati dopo essere usciti dalle grazie del presidente.

Il parere degli esperti:

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