Conte dal premier olandese Rutte (che non molla): «Manca ancora una piena convergenza»

Il premier italiano ha spiegato che tra i due c’è convergenza sulla necessità di una risposta europea

È terminato all’Aja l’incontro annunciato oggi, 10 luglio, tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il suo omologo olandese Mark Rutte. Un incontro in cui il premier italiano ha dovuto tentare di ammorbidire le resistenze del governo olandese sulla questione del Recovery Fund – il fondo Ue che aiuterebbe l’Italia a riprendersi dalla batosta economica dovuta all’epidemia Covid-19. Dopo il colloquio avvenuto a Binnenhof, sede del governo olandese, Conte ha fatto sapere che «non c’è piena convergenza». Ma ha poi spiegato che tra i due «c’è invece convergenza sulla necessità di una risposta europea, ci sono ancora alcune divergenze su cui possiamo lavorare. C’è confronto in un ottimo clima».


E ha poi aggiunto: «Non c’è dubbio che dobbiamo fare in modo che il Recovery plan sia effettivo e reale perché se lo infittissimo di condizionamenti, che avrebbero effetto di rallentare la ripresa, potrebbero diventare inefficaci ma non è questo lo spirito di questo progetto. Dobbiamo evitare di farci imbrigliare in una burocrazia che lo renda meno effettivo, quando tutti i Paesi lavorano per tagliare la burocrazia».


La proroga dello stato d’emergenza

Sulla proroga, annunciata oggi, dello stato d’emergenza che si estende fino al 31 dicembre 2020, il premier ha precisato: «Non ho detto che il governo ha deciso di prorogare lo stato d’emergenza ma che è un tema che dobbiamo affrontare e sarà una decisione collegiale del governo nel debito confronto con il Parlamento. Ho semplicemente anticipato una proposta che valuteremo tutti insieme». E poi: «Non c’è dubbio che discussioni del genere devono essere portate all’attenzione del Parlamento, ma come sempre è stato fatto. Ma così sarà».

La faccenda Aspi

A chi chiede a Conte quale sarà il destino di Autostrade, risponde che al prossimo Consiglio dei ministri porterà il dossier Aspi «perché va chiuso. In questo momento la palla è nel campo di Aspi, abbiamo dichiarato che le proposte non sono accettabili. Se non arriva una proposta irrinunciabile l’esito è segnato».

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