Coronavirus, Usa verso la stretta sui viaggi dal Regno Unito: tamponi obbligatori prima di partire. Paura in Vaticano, positivo l’Elemosiniere del Papa: ricoverato al Gemelli

Dopo la scoperta del ceppo inglese del Coronavirus, sono i governatori a imporre nuove restrizioni ai viaggi dal Regno Unito, in attesa di una decisione della Casa Bianca. In Vaticano sono in corso le indagini per ricostruire gli ultimi contatti del cardinale Krajeski

Usa

EPA/JUSTIN LANE | L’arrivo di una paziente al Mount Sinai Hospital di New York

Mentre buona parte dei Paesi europei ha interrotto i collegamenti con il Regno Unito dopo la scoperta della nuova variante Covid, negli Stati Uniti sono i governatori a frenare sui viaggiatori in arrivo con nuove misure restrittive. Secondo il Guardian, le autorità federali americane stanno valutando di obbligare chi ha intenzione di raggiungere gli Stati Uniti dall’Inghilterra a sottoporsi a un tampone entro 72 ore dalla partenza. Dalla Casa Bianca però non è arrivata ancora nessuna decisione. Intanto le compagnie aeree che operano voli da Londra all’aeroporto internazionale John F. Kennedy hanno accettato volontariamente di far viaggiare solo i passeggeri risultati negativi, come richiesto dal governatore di New York Andrew Cuomo.



Vaticano

ANSA/ GIUSEPPE LAMI | L’Elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski

L’Elemosiniere del Papa, il cardinale polacco Konrad Krajewski, è risultato positivo al Coronavirus ed è stato ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma. Il cardinale, tra le persone considerate più vicine a Papa Francesco, è risultato contagiato dopo un tampone periodico effettuato dalla Direzione di Sanità e Igiene del Vaticano. Nella Santa Sede sono in corso ora le indagini per ricostruire gli ultimi contatti del cardinale nei giorni scorsi.

Danimarca

EPA/YVES HERMAN | La premier della Danimarca Mette Frederiksen

La Danimarca ha deciso di vietare temporaneamente l’allevamento dei visoni, dopo che già lo scorso novembre erano stati abbattuti tutti gli esemplari nel Paese per contenere l’insorgere di un possibile focolaio per la scoperta di alcuni animali positivi. Il provvedimento preso dal governo danese, scrive il Guardian, prova a rimediare dal punto di vista giuridico alla decisione presa lo scorso mese, mentre monta la polemica nel Paese per come sia stata gestita la pandemia sul fronte degli allevamenti. La polemica ha portato a un voto di sfiducia contro il governo chiesto dall’opposizione che ha ottenuto le dimissioni del ministro dell’agricoltura. Il Parlamento, intanto, ha avviato un’indagine per ricostruire gli eventuali errori commessi dal governo di Mette Frederiksen nei mesi scorsi nella gestione dell’emergenza sanitaria.

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