«Ok al rientro degli italiani dal Regno Unito, ma solo se residenti o con urgenze»: ecco il piano del governo

di Redazione

Sarà obbligatoria la quarantena di 14 giorni. È quanto deciso nel corso di una riunione alla Farnesina

Migliaia di italiani sono bloccati nel Regno Unito a causa dell’emergenza legata alla nuova variante del Coronavirus. Per loro, si va verso un piano di rientro condizionato con voli speciali: potranno tornare solo i cittadini residenti in Italia o coloro che sono in condizioni di criticità e urgenza. I dettagli sono ancora in fase di definizione, ma in base alle prime notizie che filtrano da Palazzo Chigi le misure da rispettare per il rientro saranno ancora più severe: necessari due tamponi, uno prima della partenza e l’altro all’arrivo; e poi in ogni caso una quarantena obbligatoria di 14 giorni una volta atterrati in Italia. La decisione è stata presa nel corso di una riunione alla Farnesina, dopo una consultazione con i ministeri della Salute e dei Trasporti. Le restrizioni non riguarderanno le merci.


Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, poche ore prima che il governo rendesse note le linee generali del suo piano, aveva attaccato su Facebook la gestione della vicenda da parte delle istituzioni: «Tra lezioni di calcio sulla tv di Stato e vertici per il rimpasto, il ministro degli Esteri Luigi di Maio trovi il tempo per occuparsi anche degli italiani bloccati in Gran Bretagna dopo la chiusura dei voli per l’Italia disposta dal suo collega di governo Roberto Speranza. Dalla stampa apprendiamo che ci sarebbero 40 mila nostri connazionali bloccati. Qual è il piano della Farnesina per garantire un rientro in sicurezza degli italiani?».


Si stimano almeno 15mila italiani bloccati

Nelle ultime ore, del resto, centinaia di italiani rimasti bloccati al di là della Manica si sono rivolti per telefono o via mail alle autorità consolari presenti nel Regno Unito. Lo stop ai viaggi deciso dal governo è previsto fino al 6 gennaio. La sola Alitalia ha cancellato o rinviato le prenotazioni di più di mille passeggeri che avrebbero dovuto volare dal 20 al 31 dicembre. Facendo una stima della media di passeggeri in partenza verso l’Italia da Londra o da altri scali britannici nel periodo considerato, si può calcolare che le persone bloccate o costrette a rivedere i propri piani potranno essere alla fine almeno 15 mila.

Il problema riguarda soprattutto italiani residenti nel Regno Unito che prevedevano di trascorrere in famiglia alcuni giorni fra Natale e Capodanno, nonché decine di giovani di rientro da periodi di studio in Gran Bretagna o di persone che hanno concluso o sospeso contratti di lavoro, con in più una quota minoritaria di turisti. Non manca chi denuncia difficoltà economiche o di alloggio, magari perché ha interrotto o disdetto un contratto d’affitto. Occorre inoltre ricordare che i viaggi verso l’Italia da qualunque Paese estero nel periodo natalizio erano già sottoposti a stringenti prescrizioni. Erano infatti consentiti solo previo tampone negativo eseguito in Gran Bretagna prima della partenza fino al 20 dicembre compreso; e con obbligo di quarantena precauzionale di 14 giorni anche in assenza di sintomi dal 21 dicembre fino all’Epifania.

La raccomandazione della Commissione Ue

Nel frattempo la Commissione europea ha emanato una raccomandazione per chiedere agli Stati membri di non fermare il movimento di persone e merci con il Regno Unito. Un atto privo di efficacia vincolante, ma che mira a fare pressione sui governi nazionali per evitare da un lato di compromettere i rifornimenti di beni destinati alla Gran Bretagna, e dall’altro per garantire che i cittadini europei attualmente bloccati possano tornare a casa. Bruxelles raccomanda di porre fine ai divieti affermando che da una parte occorre scoraggiare gli «spostamenti non essenziali», ma che dall’altra bisogna «facilitare i viaggi per necessità» ed evitare «interruzioni distruttive» nella catena di approvvigionamento delle merci. Nessun obbligo, ma un invito particolarmente significativo dal punto di vista politico, che arriva mentre a Dover migliaia di tir sono fermi all’imbarco per Calais e l’Eurotunnel è chiuso per decisione del governo francese.

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