Vaccini, le dosi di Moderna non sono ancora arrivate: in Lombardia rischia di slittare la campagna domiciliare per gli over 80

Ecco la mail che la struttura del commissario Arcuri ha inviato ieri sera. «Di peggio non poteva capitare», commenta chi segue il caso in Regione

Le dosi di vaccino di Moderna destinate questa settimana alle Regioni italiane, dalla Lombardia alla Sicilia, più le Province autonome di Trento e Bolzano, non sono ancora arrivate nell’hub di Pratica di Mare, la base dell’aeronautica militare alle porte di Roma da cui partono le fiale destinate a tutto il territorio nazionale. E così la campagna di vaccinazione domiciliare contro il Coronavirus per gli over 80, che in Lombardia dovrebbe iniziare il 18 febbraio, rischia di non poter partire nei tempi programmati. Le Regioni sono state informate nella serata dell’11 febbraio, con una laconica mail inviata alle ore 20.28 dalla struttura del commissario straordinario Domenico Arcuri, che Open ha potuto visionare. Nel testo della mail si legge:


Stiamo facendo il possibile affinché il vaccino sia nelle vostre disponibilità nel più breve tempo possibile.


Domani (il 12 febbraio, ndr) seguirà un aggiornamento circa le tempistiche presunte di arrivo delle dosi presso i punti di destinazione da voi indicati.

Cosa prevede il piano vaccinale lombardo

In Lombardia la Regione ha deciso di ricorrere al preparato di Pfizer – che deve essere conservato a una temperatura costante di -75 gradi – per tutti gli over 80 che potranno recarsi di persona nei punti di vaccinazione. Mentre i vaccini prodotti da Moderna saranno dedicati (rifornimenti permettendo) agli ultra 80enni che necessitano di ricevere il vaccino a domicilio perché costretti a letto, circa il 10% del totale. Il vaccino Moderna, infatti, rimane stabile a temperature standard di refrigerazione, tra 2 e 8 gradi. Ma è del tutto evidente che, se le forniture attese per questa settimana non sono ancora arrivate, iniziare il 18 febbraio somiglia molto a una mission impossible: «Di peggio non poteva capitare, aspettiamo il famoso aggiornamento», è il commento raccolto da Open da fonti regionali che seguono il dossier.

I volontari della Protezione civile vaccinati con AstraZeneca dal 15 febbraio

Un’altra novità riguarda i volontari della Protezione civile. Dal 15 febbraio, infatti, in Lombardia anche loro saranno vaccinati con il preparato di AstraZeneca, assieme alle forze dell’ordine. Saranno quindi protagonisti, assieme ai professionisti sanitari, della campagna programmata dal Pirellone. Per il momento l’Aifa ha autorizzato l’uso di AstraZeneca solo per persone sotto i 55 anni d’età senza patologie. Ma pochi giorni fa gli esperti dell’Oms hanno dato il via libera alla somministrazione anche per gli over 65.

I rapporti tesi tra Moratti e Arcuri

La vice presidente di Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti, in un’intervista al quotidiano La Stampa ha confermato che i rapporti con la struttura commissariale guidata da Arcuri sono piuttosto tesi: «Se le cose dovessero rimanere come prospettato dal commissario, la Lombardia non sarà in grado di vaccinare tutta la popolazione entro giugno, perché le categorie tra i 55 e gli 80 anni dovrebbero essere coperte con i vaccini Pfizer e Moderna che al momento sono insufficienti. Ho il dovere di rivendicare le dosi di vaccino e il personale».

L’ipotesi di acquisti autonomi da parte di Lombardia e Veneto

Di qui l’ipotesi che la Regione possa procedere ad «acquisti autonomi», cui è interessato anche il Veneto. Un’operazione la cui fattibilità deve essere verificata, ma che è stata rilanciata anche dal leader della Lega, Matteo Salvini: «Ho sentito il dottor Bertolaso che ha incontrato tutti i sindaci della Lombardia. Se non arrivano i vaccini promessi dall’Europa o promessi da Arcuri, andiamo a cercarci altri vaccini altrove, perché gli italiani hanno voglia di uscire, di salute e di lavoro».

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