Nuovi colori delle regioni, Lazio verso l’arancione con scuole aperte. Veneto in bilico, Valle d’Aosta pronta ad anticipare la stretta

Le trattative per il nuovo provvedimento del governo sono ancora aperte. Zingaretti e Zaia sperano in un allentamento delle restrizioni prima di Pasqua, Fontana no

C’è aria di discussione nel governo per le nuove fasce di rischio che nei prossimi giorni dovranno colorare le Regioni d’Italia. La strategia anti Covid per Pasqua sarà senza nessun dubbio rossa: dal 3 al 5 aprile tutto il territorio nazionale manterrà le massime restrizioni previste. I dati settimanali diffusi domani dalla cabina di regia potrebbero però riservare qualche sorpresa per quanto riguarda la settimana che precede le festività. Otto regioni dovrebbero restare in zona rossa fino al 12 aprile: Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Marche, Lombardia e Puglia. In bilico il Veneto. Mentre Toscana, Valle d’Aosta e Calabria, attualmente in arancione, rischiano di passare in rosso già a partire dal 29 marzo.


Il Lazio spera in una settimana arancione

Il Lazio, al contrario, spera fortemente in una settimana arancione prima di Pasqua. Dopo due settimane in zona rossa, con un indice Rt previsto in calo attorno a 1, la regione guidata da Nicola Zingaretti auspica un allentamento momentaneo delle restrizioni a partire da lunedì prossimo. E lo stesso governatore promette: «Da lunedì nel Lazio, se zona arancione, ripartono le scuole in presenza: asili, elementari e medie». Mentre dopo Pasqua «potranno riaprire le superiori, garantendo agli studenti di fare il tampone rapido gratuito e senza certificato medico in tutti i drive in della regione».


La Valle d’Aosta pronta ad anticipare la stretta

All’estremo opposto la Valle d’Aosta, che punta ad anticipare misure più restrittive, forse addirittura la zona rossa, già dal 27 marzo. Il governo regionale sta lavorando all’ipotesi nelle ultime ore, dopo l’aggravamento dei contagi registrato soprattutto in alcuni comuni: Ayas, Donnas e Courmayeur. In particolare sono al vaglio misure per limitare gli spostamenti e gli assembramenti nel fine settimana. Negli ultimi sette giorni i nuovi casi positivi nella regione alpina sono stati 291 su 100 mila abitanti e l’indice Rt è balzato a 1.75.

La Lombardia conferma il rosso

Nessuno spiraglio di zona arancione prima delle festività per quanto riguarda la Lombardia, governata da Attilio Fontana. «Siamo in zona rossa fino a Pasqua, in questo momento l’indice Rt è stabile ma non abbiamo elementi per poter dire che torniamo indietro», ha detto infatti il direttore generale del Welfare lombardo, Giovanni Pavesi, nel corso di un’audizione davanti alla commissione Sanità del Pirellone.

Il Veneto vede l’arancione

In Veneto, invece, qualche speranza c’è. «Se noi venerdì saremo classificati arancioni, e non è improbabile», ha detto infatti il governatore Luca Zaia in conferenza stampa, «spero proprio che riusciremo ad aprire le scuole. Ovviamente resta in piedi che dalla seconda media in su vale l’incidenza massima di 250 casi ogni 100 mila abitanti».

La Toscana vorrebbe restare arancione

La Toscana, in bilico sulla soglia limite dei 250 casi ogni 100 mila abitanti, confida di mantenere la zona arancione. «Direi proprio di no», ha detto infatti il governatore Eugenio Giani, intervenendo su Radio24 in merito a un possibile cambio di colore. «Siamo a 248 nuovi casi su 100 mila abitanti e abbiamo un indice Rt di 1.09-1.10, quindi siamo in zona arancione. Poi naturalmente la decisione formale è quella di domani del Cts, ma ci sono tutti i dati oggettivi per essere in arancione».

In Sicilia e Calabria nuove zone rosse

Spostandoci al Sud, in Sicilia è stata istituita una nuova zona rossa ad Acate, in provincia di Ragusa. L’ordinanza regionale entrerà in vigore il 26 marzo e sarà valida fino al 6 aprile compreso. Il provvedimento, che prevede anche la chiusura delle scuole, è stato richiesto dal sindaco della città e si è reso necessario a causa di un repentino aumento dei contagi registrati negli ultimi giorni, certificato dall’Asp. In Calabria, invece, zona rossa per il comune di Acri, in provincia di Cosenza, da oggi al 7 aprile compreso. Ad Acri, negli ultimi 14 giorni, si è infatti registrata un’elevata incidenza di nuovi casi confermati rispetto alla popolazione residente, con aumento di oltre l’86% nell’ultima settimana.

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