Ancora tu: Salvini e Conte sulla stessa trincea del no all’obbligo vaccinale deciso da Draghi

Il Carroccio non vuole i vaccini obbligatori. I grillini sulla stessa linea, anche se per ora non si espongono. Torna la strana coppia?

Nel governo Draghi non c’è solo la Lega ad essere contraria all’obbligo vaccinale. Anche il MoVimento 5 Stelle non lo vuole, scrive Il Fatto Quotidiano. E questo vuole dire che Matteo Salvini e Giuseppe Conte, che non dovevano “vedersi più” dopo la rovinosa caduta del primo governo dell’Avvocato del Popolo, presto si ritroveranno invece dentro la stessa trincea. E a combattere una battaglia identica. Che potrà vedere anche l’aggregazione di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. Anche se i numeri del Parlamento ad occhio potrebbero vederli soccombere. E, soprattutto, uno scontro frontale con Mario Draghi potrebbe creare non pochi problemi alla Lega “di governo” che si riunisce attorno a Giancarlo Giorgetti e ai governatori del Nord. La Lega ieri è uscita allo scoperto dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio: «Siamo e rimaniamo contro obblighi, multe e discriminazioni – hanno fatto sapere fonti parlamentari del Carroccio – ricordiamo che in nessun Paese europeo esiste l’obbligo vaccinale per la popolazione».


E a sostegno delle loro dichiarazioni hanno tirato fuori i numeri: «Più di 38 milioni di italiani hanno già liberamente scelto e completato il ciclo vaccinale, oltre il 70% della popolazione sopra i 12 anni, a cui si aggiungono 5 milioni di cittadini guariti». Ma nel partito non tutti sembrano d’accordo con la linea imposta da Salvini. Repubblica racconta che a storcere il naso, oltre a Giorgetti, ci sono soprattutto i presidenti di Regione del nord, Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga (lui a Radio 1 definisce il Green Pass «uno strumento che può dare più libertà»). E riporta un virgolettato esplosivo di un non meglio precisato “esponente di peso” dei Lumbard: «Basta con lo star dietro alle menate di quattro scappati di casa No Vax: imprenditori e commercianti ci chiedono di lavorare e per questo spingere sui vaccini, unico modo per uscire dall’epidemia, niente altro».


I malumori nella Lega

Ma nel Carroccio tutti i rappresentanti in commissione Affari Costituzionali hanno votato contro il Green Pass. E i malumori nel partito non sono di oggi. Per questo c’è chi comincia ad uscire allo scoperto. Oltre a Zaia, negli ultimi tempi è toccato a Fontana: la sua reazione al voto di mercoledì, per chi ne conosce lo stile moderato nei toni, è stata di aperto stupore, contrarietà. «Difendo con rigore il valore della vaccinazione, che trova fondamento nei numeri i quali, da quando abbiamo iniziato la campagna di immunizzazione, sono eccellenti nella nostra Regione». Il rischio per Salvini è che prima o poi si trovi a dover fare la conta tra i teorici della Lega di piazza e i pragmatici del Carroccio di governo. E non è detto che non ne esca con le ossa rotte. Visto che tutti gli esponenti barricaderi sui vaccini nel Carroccio sono persone che ha portato lui nel suo nuovo progetto politico.

Invece il M5s ufficialmente non si è esposto ma la sua contrarietà al progetto di obbligo vaccinale proposto da Draghi è riportata oggi sul Fatto Quotidiano, giornale solitamente molto ben informato sulle posizioni grillini. Una posizione che trova conferme dai vertici del MoVimento: «Siamo sì vax. Ma con una vaccinazione che sta arrivando all’80% non serve l’obbligatorietà. Crea solo tensioni nel paese». D’altro canto si tratta del partito che ha portato in Parlamento Gianluigi Paragone e Sara Cunial, oggi fuoriusciti dopo varie peripezie ma ancora schieratissimi contro l’immunizzazione. Non solo: il grido “traditori” che ha accompagnato l’assalto dei No Green Pass al gazebo grillino di Milano testimonia che il “movimento” No vax sentiva il M5s vicino alle sue sensibilità e ha votato in massa per loro alle elezioni del 2018. Senza contare la guerra senza quartiere nella scorsa legislatura al decreto Lorenzin sui dieci vaccini obbligatori. Per questo oggi, anche se nessuno ufficialmente parla, è naturale pensare che il M5s sia contrario all’obbligo imposto da Draghi. E che quindi Conte e Salvini, che in pubblico litigano spesso e volentieri presto si ritroveranno sulla stessa barca.

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