Sui vaccini anti Covid-19 vi hanno sempre mentito? La falsa narrazione scatenata da Rob Roos

L’eurodeputato olandese sostiene che Pfizer ha ammesso che il suo vaccino non è testato per prevenire la trasmissione. Ma…

Attraverso un video pubblicato sui social, l’eurodeputato olandese Rob Roos sostiene che Pfizer avrebbe ammesso che il suo vaccino contro la Covid-19 non sarebbe stato testato per prevenire la trasmissione del virus. Il politico riporta, all’interno della clip, le riprese dell’audizione dove pone la domanda e ottiene risposta dalla responsabile commerciale di Pfizer, Janine Small. L’obiettivo finale è quello di sostenere un’accusa contro i “passaporti vaccinali” come il Green Pass, giudicandoli inutili e imposti allo scopo di obbligare la popolazione a vaccinarsi. Diversi media italiani hanno ripreso l’intervento di Rob Roos, titolando «Covid, Pfizer ammette: “Non abbiamo testato il vaccino per fermare la trasmissione del virus”» (Il Tempo), seguiti da politici e critici dei vaccini, soprattutto dalle aree No Vax e No Green Pass.

La dichiarazione

Come abbiamo spiegato in un precedente articolo, la dichiarazione di Janine Small non risulta per niente sconvolgente, dato che la risposta fornita si conosceva dal 2020 e venne data proprio da Pfizer almeno in due occasioni. Il quesito posto dall’eurodeputato Ross contiene un elemento temporale. L’olandese, infatti, domanda se «prima di essere immesso sul mercato» fossero stati condotti degli studi sulla trasmissione del virus nei vaccinati. Ben conoscendo l’end point primario, solo successivamente sono stati condotti studi sulla trasmissione, riscontrando un effettiva efficacia. Di fatto, l’intera narrazione fornita dall’eurodeputato, ripresa poi da altri, esclude questo fatto e racchiude il tutto nel periodo precedente all’immissione sul mercato del vaccino.

L’end point primario del vaccino

Oltre al gran numero di decessi, la diffusione del Sars-Cov-2 ha messo in difficoltà il sistema sanitario, intasando i reparti ospedalieri e le terapie intensive. Tra le prime azioni messe in campo per arginare la diffusione del virus, e in mancanza di una cura e di un vaccino, troviamo i cosiddetti “interventi non farmaceutici” (NPI) tra i quali il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine, fino ai lockdown, contestati e ritenuti inutili in diverse occasioni anche attraverso la diffusione di bufale e teorie del complotto tutt’oggi persistenti soprattutto negli ambienti negazionisti. Mentre da un lato si cercava di arginare il contagio con gli NPI, dall’altro la comunità scientifica studiava la malattia e il comportamento del virus, al fine di trovare una qualche cura o un modo per ridurre il numero delle ospedalizzazioni e il rischio di sviluppare la malattia nelle sue forme gravi. Quest’ultimo obiettivo era ed è sempre stato quello relativo alla ricerca di un vaccino, come riportato dalla FDA una volta annunciata l’autorizzazione l’undici dicembre 2020:

The FDA has determined that Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccine has met the statutory criteria for issuance of an EUA. The totality of the available data provides clear evidence that Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccine may be effective in preventing COVID-19.

Nel comunicato stampa della FDA (11 dicembre 2020) viene riportata un’altra informazione pubblica e nota riguardo la mancanza di dati sulla trasmissione post vaccino, ribadita in diverse occasioni anche da Pfizer:

At this time, data are not available to make a determination about how long the vaccine will provide protection, nor is there evidence that the vaccine prevents transmission of SARS-CoV-2 from person to person

[Edit] Ricordiamo che, all’epoca della sperimentazione del 2020, l’EMA riportava gli obiettivi chiave degli studi clinici: la sicurezza e l’efficacia dell’almeno 50% contro la malattia sintomatica. Nella documentazione, presentata da Marco Cavaleri, vengono citati altri benefici incerti al momento dell’approvazione e da riscontrare a seguito delle vaccinazioni: la protezione a lungo termine e le capacità di prevenire la trasmissione. Anche la FDA riportava richieste simili fin dal 2020.

Lo studio di Pfizer di dicembre 2020

Coloro che oggi forniscono un falso merito all’intervento dell’europarlamentare olandese, ignorano lo studio di Pfizer pubblicato nel dicembre 2020 dal The New England Journal of Medicine, intitolato «Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine», dove vengono riportati gli obiettivi da sempre dichiarati del vaccino.

Fin dalle prime righe dello studio leggiamo: «The primary end points were efficacy of the vaccine against laboratory-confirmed Covid-19 and safety». Gli «end points» sono, in parole semplici, quelle domande a cui punta rispondere un trial clinico. Nel caso del vaccino Pfizer, come abbiamo precedentemente spiegato, i quesiti riguardavano la sicurezza e l’efficacia contro la malattia Covid-19.

La dichiarazione del CEO di Pfizer di dicembre 2020

L’eurodeputato Ross lamentava la presenza della rappresentante di Pfizer, criticando l’assenza del CEO di Pfizer al quale avrebbe voluto rivolgersi per ottenere risposte alle sue domande.

In un’intervista rilasciata a inizio dicembre 2020 a NBC News, nota emittente americana, Albert Bourla aveva spiegato che non era chiara la capacità del vaccino di impedirne la trasmissione. L’articolo sul sito dell’emittente risale al 3 dicembre 2020, ben prima della pubblicazione dello studio pubblicato sul The New England Journal of Medicine.

Un’informazione già nota dal dicembre 2020, ma l’eurodeputato olandese Rob Ross pone ugualmente il quesito alla responsabile commerciale di Pfizer durante l’audizione europea: «Il vaccino Pfizer contro il Covid, prima di essere immesso sul mercato, è stato testato sulla prevenzione non soltanto della malattia ma anche della trasmissione del virus? Si o no?». La risposta di Jannine Small (definita «arrogante» dalla testata italiana) risulta ovvia: «Ma no! Sa, dovevamo davvero muoverci alla velocità della scienza!». Questi virgolettati provengono da un articolo de La Verità del 13 ottobre 2022 a firma Maddalena Loy, la quale riporta le parole rilasciate a lei dall’europarlamentare: «La confessione di Small è di una gravità inaudita». Eppure, la questione era assai nota come dichiarato in un tweet del 13 settembre 2022 dalla stessa autrice dell’articolo de La Verità: «era chiaro già da 12/2020».

Le accuse contro i governi e le istituzioni europee

La prima pagina de La Verità del 13 ottobre 2022 riporta le seguenti affermazioni: «Sapevano dal primo momento che il farmaco anti Covid non impediva il contagio. Eppure su questo falso pilastro hanno costruito l’infernale sistema delle imposizioni e del green pass. Hanno perseguitato milioni di persone. Le hanno private del lavoro e della libertà. Sulla base di una bufala gli italiani sono stati trattati come un gregge».

Queste le parole di Roos riportate da La Verità, nell’articolo di Maddalena Loy del 13 ottobre 2022: «Da un lato, Pfizer ha guadagnato cifre enormi, soldi dei contribuenti, approfittando della situazione. Ovviamente hanno sempre saputo che non c’erano evidenze che il vaccino prevenisse anche l’infezione: non sono stati trasparenti». Ciò non risulta affatto vero di fronte alle dichiarazioni pubbliche, e in diverse occasioni, da parte di Pfizer e del suo CEO Bourla. Il reale obiettivo dell’europarlamentare olandese (o il suo end point) è quello di contestare le misure messe in atto dalle istituzioni: «La confessione di Small è di una gravità inaudita perché per la prima volta si è ammesso che le istituzioni hanno formalmente discriminato senza alcuna base scientifica. I nostri governi hanno perpetrato abusi e sottratto i mezzi di sostentamento ai cittadini, privandoli della loro vita di comunità, sulla base di questo assunto». Sempre secondo Roos, con la risposta ottenuta da Small «i cittadini devono ricorrere in tribunale a dire: ho perso il lavoro a causa di una legge che non poggia su basi scientifiche».

L’introduzione dei certificato Covid (Green Pass)

L’introduzione di un certificato Covid venne proposta dalla Commissione europea nel marzo 2021, trovando l’appoggio del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea nell’aprile dello stesso anno. Tale certificato è noto in Italia con il nome di Green Pass o certificato verde, introdotto con il DPCM del 17 giugno 2021. Per ottenerlo non era obbligatorio essere vaccinati, il certificato valeva anche a seguito di guarigione o esito negativo dei test anti Covid-19. Secondo la narrativa diffusa a seguito dell’intervento dell’eurodeputato olandese Roos, le istituzioni avrebbero approvato tale certificato senza alcun studio scientifico riguardo la trasmissione del virus da parte dei vaccinati.

I primi studi sulla trasmissione post vaccino

Gli studi sulla trasmissione, non essendo l’end point primario, sono giunti in un secondo momento. I primi dati venivano diffusi dal Regno Unito e da Israele già a febbraio 2021.

In un comunicato di Pfizer dell’undici marzo 2021, pubblicato sul proprio sito, si sostiene che il vaccino potesse ridurre le infezioni asintomatiche oltre a quelle sintomatiche, il tutto sulla base dei dati forniti dal Ministero della Salute israeliano:

The latest analysis from the MoH proves that two weeks after the second vaccine dose protection is even stronger – vaccine effectiveness was at least 97% in preventing symptomatic disease, severe/critical disease and death. This comprehensive real-world evidence can be of importance to countries around the world as they advance their own vaccination campaigns one year after the World Health Organization (WHO) declared COVID-19 a pandemic.

[…]

Findings from the analysis were derived from de-identified aggregate Israel MoH surveillance data collected between January 17 and March 6, 2021, when the Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccine was the only vaccine available in the country and when the more transmissible B.1.1.7 variant of SARS-CoV-2 (formerly referred to as the U.K. variant) was the dominant strain. Vaccine effectiveness was at least 97% against symptomatic COVID-19 cases, hospitalizations, severe and critical hospitalizations, and deaths. Furthermore, the analysis found a vaccine effectiveness of 94% against asymptomatic SARS-CoV-2 infections. For all outcomes, vaccine effectiveness was measured from two weeks after the second dose.

In uno studio pubblicato a marzo 2021, condotto dai CDC americani sul personale sanitario, del “pronto soccorso” e altri lavoratori, venne dichiarata l’efficacia del vaccino contro l’infezione:

A new CDC study provides strong evidence that mRNA COVID-19 vaccines are highly effective in preventing SARS-CoV-2 infections in real-world conditions among health care personnel, first responders, and other essential workers.  These groups are more likely than the general population to be exposed to the virus because of their occupations.

The study looked at the effectiveness of Pfizer-BioNTech and Moderna mRNA vaccines in preventing SARS-CoV-2 infections among 3,950 study participants in six states over a 13-week period from December 14, 2020 to March 13, 2021.

Lo studio parla della diminuzione del rischio del 90% a due o più settimane dopo la doppia vaccinazione:

Results showed that following the second dose of vaccine (the recommended number of doses), risk of infection was reduced by 90 percent two or more weeks after vaccination. Following a single dose of either vaccine, the participants’ risk of infection with SARS-CoV-2 was reduced by 80 percent two or more weeks after vaccination.

Nel technical report del European centre for disease prevention and control (Ecdc) del 21 aprile 2021, viene indicato che i vaccini non garantiscono la protezione dal contagio al 100% (ovvietà), ma che comunque abbiamo una ridotta probabilità che questo accada.

In una pubblicazione su The Lancet del giugno 2021, i dati israeliani riportavano un forte calo delle infezioni tra i gli operatori sanitari a seguito della somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer. Ulteriori evidenze le troviamo pubblicate a gennaio 2022 su Science («Vaccination with BNT162b2 reduces transmission of SARS-CoV-2 to household contacts in Israel»).

Di fatto, l’approvazione a giugno 2021 del Green Pass risulta essere successiva agli studi sulla trasmissione del virus da parte dei vaccinati.

Le dichiarazioni di Draghi e Ricciardi e l’episodio di Porta a Porta

Dal 2020 ad oggi, numerosi sono stati gli episodi di disinformazione, scatenate da dichiarazioni fuorvianti o scorrette sia da parte dei favorevoli alle vaccinazioni e al Green Pass che da quelli contrari. Risulta, di fatto, impossibile poterle trattare tutte per via del loro numero. Tuttavia, a Open Fact-checking ci siamo occupati di quelle più diffuse che sintetizzano entrambe le parti.

Nel corso del 2021, alcune dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti delle istituzioni hanno fornito o generato informazioni fuorvianti in merito ai vaccini, il contagio e la trasmissione del virus. In ordine cronologico, un intervento del ministro Giovannini a Porta a Porta (Rai1) venne utilizzato per proporre una narrazione simile a quella iniziale dell’eurodeputato Roos:

Circola sui social un breve filmato prelevato da una puntata di Porta a Porta (Rai1) dove il conduttore Bruno Vespa rimane sorpreso, o esterrefatto, dalle dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini in merito ai vaccini anti Covid19: «Non è che chi ha avuto il vaccino non possa trasmettere il virus. Questo ci dicono gli studi. Quindi, non possiamo semplicemente dire una volta tutti vaccinati “il problema è risolto”». Vespa, di fronte a tale dichiarazione, risponde «Allora stiamo scherzando» di fronte a una situazione nota non dal 2021, ma da decenni.

Come avevamo spiegato nell’articolo di Open Fact-checking del 19 marzo 2021, così come in quello del 16 marzo su una dichiarazione dell’OMS proposta in maniera fuorviante, c’è differenza tra malattia e infezione, l’obiettivo principale del vaccino è impedire la malattia e non tutti i vaccini possono impedire l’infezione. Quest’ultimo punto è un fatto noto da decenni, come possiamo notare grazie all’editoriale del 2017 della ricercatrice Sarah Caddy dell’Università di Cambridge:

In un mondo ideale, tutti i vaccini indurrebbero l’immunità sterilizzante. In realtà, è estremamente difficile produrre vaccini che fermino del tutto l’infezione da virus.

La dichiarazione di Giovannini risulta corretta, soprattutto l’invito a non abbassare la guardia. Diverse, però, sono state le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi durante una conferenza stampa del 22 luglio 2021:

Il Green Pass è una misura con cui gli italiani possono continuare ad esercitare le proprie attività, a divertirsi e andare al ristorante, a partecipare a spettacolo all’aperto o al chiuso con la garanzia, però, di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. In questo senso è una misura che, nonostante abbia chiaramente delle difficoltà di applicazione, è una misura che dà serenità, non che toglie serenità. Grazie

Come spiegato nel dettaglio in un articolo di Open Fact-checking, pubblicato il 23 luglio 2021, la dichiarazione di Mario Draghi non trovava riscontro negli studi scientifici. Ecco le conclusioni della nostra analisi:

Gli studi attualmente a disposizione rivelano che in caso di positività una persona completamente vaccinata potrebbe avere una carica virale molto ridotta. Ecco perché l’affermazione di Mario Draghi non risulta corretta e non dovrebbe creare un senso di sicurezza troppo elevato tale da convincere le persone vaccinate ad allentare la presa (repetita iuvant).

Il 14 febbraio 2022 ci eravamo occupati anche delle dichiarazioni di Walter RicciardiChe tempo che fa (domenica 13 febbraio) riguardo al Green Pass, l’infezione e la trasmissione del virus«ci consentono di frequentare gli ambienti al chiuso, che sono quelli più rischiosi, in maniera sicura, cioè essendo sicuro che chi è vicino a noi non è infetto e che, naturalmente, non può contagiarci». Come nel caso del Presidente del Consiglio Draghi, anche Walter Ricciardi riporta un’affermazione così sentenziata: «non risulta corretta e non dovrebbe creare un senso di sicurezza troppo elevato tale da convincere le persone vaccinate ad allentare la presa».

L’ISS sosteneva che i vaccini proteggessero al 100% dall’infezione? No!

L’europarlamentare Francesca Donato, nota contestatrice dei vaccini e seguita dagli ambienti No Vax, ha pubblicato una serie di tweet con il quale cerca di rafforzare le proprie convinzioni. Il 13 ottobre 2022, la politica italiana condivide lo screenshot di un comunicato del 2021 dell’Istituto Superiore di Sanità bollandolo come «fake news». Riporta solo l’immagine con il titolo «CS N°36/2021 – Covid-19: il vaccino protegge da infezioni, ricoveri e decessi fino al 100%», senza riportare il link che permetterebbe agli utenti di leggere quanto realmente scritto.

Infatti, leggendo solo il titolo, si potrebbe pensare che le istituzioni sostenessero che il vaccino impedisse al 100% le infezioni, ma non è mai stato così come possiamo leggere direttamente dal sito dell’ISS:

Il vaccino contro il Covid-19, se si sono completate le dosi previste, è efficace circa all’80% nel proteggere dall’infezione, e fino al 100% dagli effetti più gravi della malattia, per tutte le fasce di età. Lo dimostrano i dati elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità provenienti dall’anagrafe nazionale vaccini (AVM) e dalla sorveglianza integrata dei casi di infezione da virus SARS-CoV-2 relativi al periodo tra il 21 giugno e il 4 luglio.

La disinformazione sulla «prevenzione»

Come abbiamo visto, l’intervento dell’eurodeputato Roos hanno scatenato una narrazione fuorviante negli ambienti contrari ai vaccini e al certificato verde. In questi giorni viene citato il Decreto Legge n.127 del 21 settembre 2021 che introduce l’obbligo di Green Pass sui luoghi di lavoro (qui l’approfondimento), evidenziando e bollando come «fake news» la seguente frase: «al fine di prevenire la diffusione dell’infezione da SARS-COV-2».

Secondo quanto riportato nel sito di MSD, libro di riferimento per medici e farmacisti, l’obiettivo della prevenzione è quello di «ridurre la probabilità di un soggetto di ammalarsi, sviluppare condizioni invalidanti o morire prematuramente». Visti gli studi pubblicati nel corso del 2021 e in data precedente a quella del decreto, incluso il rapporto di agosto 2021 dei CDC a sostegno dei richiami alla vaccinazione, non risulta scorretto parlare di prevenzione contro la diffusione dell’infezione.

La bufala del «non è un vaccino perché non protegge dall’infezione»

Una narrazione tipica degli ambienti che contestano i vaccini anti Covid-19 consiste nel non definirli tali, preferendo chiamarli falsamente ed erroneamente a livello scientifico «sieri», in quanto non proteggerebbero dalle infezioni e non fermerebbero i contagi. Ecco la risposta di Francesca Donato, europarlamentare italiana, al medico e divulgatrice scientifica Roberta Villa:

Roberta Villa: «No, @ladyonorato, negli studi iniziali di Pfizer non era previsto che i vaccini dovessero bloccare la trasmissione. Le prove sono venute dopo, prima delle varianti che hanno cambiato la situazione»

Francesca Donato: «Quindi sapevano tutti, secondo questa signora, che Pfizer non era un vero vaccino perché non pensato per proteggere da infezione e fermare i contagi. Ma hanno mentito tutti affermando che si doveva farlo “per proteggere gli altri”!»

Di fatto, Francesca Donato ignora l’end point primario da sempre dichiarato nella ricerca dei vaccini anti Covid-19, così come le dichiarazioni e gli studi condotti nel 2020 e nel 2021. Non solo, ignora il fatto che certe conoscenze sui vaccini in generale sono note da sempre, come spiegato (lo ripetiamo) dall’editoriale del 2017 della ricercatrice Sarah Caddy dell’Università di Cambridge:

In un mondo ideale, tutti i vaccini indurrebbero l’immunità sterilizzante. In realtà, è estremamente difficile produrre vaccini che fermino del tutto l’infezione da virus.

Il vaccino non immunizza?

Un altro termine distorto è quello dell’immunità. In un tweet del 18 dicembre 2021, la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli pubblicava le foto dell’hub vaccinale per bambini alla Fiera di Milano definendo i minori «piccoli immunizzati». Definizione che, per l’utente @bb_1774 non risultava corretta, accusando la deputata di mentire: «Perché continui a mentire dicendo immunizzati? Perché menti?». In aiuto di Licia Ronzulli era intervenuta Maddalena Loy, firma della testata italiana La Verità, spiegando all’utente la correttezza della definizione e la questione relativa la protezione dal contagio:

Immunizzati è corretto. Il vaccino è “immunizzante” (protegge dalla malattia),non c’è invece evidenza scientifica che sia “sterilizzante” (protegga dal contagio). È inoltre perfetto l’uso dei clown x questa campagna sui bambini, in rappresentanza dei politici che l’hanno promossa

Cosa abbiamo detto a Open Fact-checking

Oltre agli articoli del marzo 2021, il 6 aprile 2021 avevamo pubblicato una linea guida intitolata «Coronavirus, tutto quello che possiamo fare e non fare dopo essere stati vaccinati con Pfizer, Moderna e AstraZeneca» con il seguente “per chi ha fretta”:

  • L’obiettivo dei vaccini è soprattutto quello di “sgonfiare” il numero dei ricoverati, con l’obiettivo di far tornare il nostro sistema sanitario alla normalità pre-Covid19.
  • I vaccini anti Covid19 attualmente utilizzati in Italia proteggono per ottime percentuali dal rischio di contrarre la malattia, ma potete essere comunque infettati senza avere sintomi e rischiare di contagiare chi non è protetto.
  • Attenzione, non basta prendere una dose di vaccino per ottenere protezione! Una volta ricevuta, bisogna stare comunque attenti per arrivare tranquilli alla seconda somministrazione.
  • Una volta ottenuta la vaccinazione completa, bisogna comunque attendere del tempo perché il sistema immunitario vi protegga dal virus.
  • Qualunque vaccino riceviate, sappiate che dovete continuare ad usare la mascherina e seguire le misure di contenimento del virus finché non verrà vaccinata gran parte della popolazione.

Per quanto riguarda il Green Pass, abbiamo più volte specificato che possederlo – così come essere vaccinati – non garantisce una protezione al 100% contro l’infezione e contro l’insorgere della malattia. Riportiamo il seguente “per chi ha fretta” di un nostro articolo del 29 ottobre 2021:

  • L’obiettivo del Green Pass è quello di ridurre le possibilità di contagio tra le persone che ne sono in possesso e che operano a stretto contatto.
  • In generale, un completamente vaccinato che risulti positivo al virus ha una carica virale più bassa di un non vaccinato ed è meno probabile il contagio.
  • Chi corre seri rischi di incorrere in forme gravi e contagiare è chi non si vaccina con entrambe le dosi.

Una estrema sintesi, che proponiamo come lettura, è quella pubblicata in un tweet del 13 ottobre 2022 dal giornalista Daniele Banfi:

Il vaccino, nella sua forma originaria, è stato testato per prevenire la malattia grave. Nel tempo è stata dimostrata una buona efficacia nel prevenire la trasmissione. Nei mesi e con nuove varianti, quest’ultima caratteristica è venuta progressivamente meno. Punto. #Pfizer

EDIT – Ulteriori casi

L’articolo è stato aggiornato con ulteriori riferimenti scientifici.

A seguito della pubblicazione di questo articolo, sono stati riscontrati ulteriori pubblicazioni da parte di altri soggetti a supporto della narrativa fuorviante, i quali ignorano ulteriormente l’arco temporale considerato da Roos nella sua domanda (escludendone il contesto) e ignorando la cronologia degli eventi:

  • un video pubblicato da Roy De Vita («È ufficiale: non è mai stata testata l’efficacia del vaccino sulla trasmissibilità del contagio»).
  • un video di Linda Camellini pubblicato via TikTok e condiviso su Facebook.
  • un video di Mario Giordano, conduttore di Rete4 (qui l’articolo sul servizio trasmesso durante il programma Fuori dal Coro).
  • un video di Luca Donadel (nel quale, inoltre, compara in maniera fuorviante due tweet di Roberta Villa).
  • un video di Matteo Gracis condiviso dalla pagina Facebook Fuori dal virus.
  • un video di Dentro La Notizia.
  • un video di Dan Wooton sottotitolato in italiano.

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