Uno studio mostra che i vaccini causano cinque volte più miocarditi della Covid? Lo smentiscono gli stessi autori

La ricerca del BMJ non valuta i rischi, mostra invece che i pazienti vaccinati se la cavano meglio

Da un paio di anni i gruppi No vax hanno esaltato diversi studi che dimostrerebbero una maggiore probabilità di subire miocarditi in chi assume il vaccino a mRNA contro il nuovo Coronavirus, rispetto ai non vaccinati. Avevamo visto nelle nostre precedenti analisi che si è trattato spesso del travisamento di studi seri o dell’esaltazione di lavori dallo scarso rigore (alcuni esempi qui, qui, qui e qui). Stavolta trattiamo lo studio del British Medical Journal (Bmj) apparso nel dicembre 2022, presentato come «nuovo paper» il 5 febbraio su Twitter dal dottor Eli David e rilanciato infine attraverso diverse condivisioni Facebook (per esempio qui e qui), considerando l’articolo come una prova «che il vaccino Covid causa 5 volte più miocardite del Covid stesso».

Per chi ha fretta:

  • Il BMJ pubblica uno studio basato su pazienti nordici per indagare gli esiti clinici dei casi di miocardite.
  • Il dottor Eli David usa una tabella della ricerca per sostenere che i vaccinati hanno 5 volte più probabilità dei malati Covid di avere miocardite.
  • Lo studio dovendo cercare altro ha grossi limiti, che gli impediscono di valutare la causa della miocardite. Si vede invece che i pazienti vaccinati hanno esisti migliori.

Analisi

Il punto focale dello studio che i detrattori prendono in considerazione è la parte superiore della tabella n°1, presentando lo screen del tweet di David che ne evidenzia alcuni punti, nel seguente modo:

Un nuovo articolo pubblicato su BMJ mostra che il vaccino Covid causa 5 volte più miocardite del Covid stesso:

530 a causa vaccino
109 a causa covid

Per i giovani il rischio è 10 volte superiore:
202 a causa vaccino
19 a causa covid

La tabella n°1

David evidenzia i dati riguardanti la miocardite avvenuta dopo il vaccino (il cui rapporto causa-effetto è ancora da accertare) e quella associata alla Covid-19 tra il 2020 e il 2022: rispettivamente 530 e 109 casi. Ma dimentica di evidenziare i casi convenzionali, che nel periodo in oggetto erano 2833. Non è da escludere che molti casi altrimenti considerati convenzionali siano stati attribuiti alla Covid o al vaccino per mera correlazione temporale. Soprattutto considerando che, nel periodo 2018-19, i casi convenzionali erano decisamente superiori: 3820. Sono cifre che possiamo vedere nella stessa versione pubblicata da David:

Cosa dice lo studio

Le pubblicazioni andrebbero comunque lette nella loro interezza. I ricercatori elencano almeno cinque limiti del loro studio, realizzato raccogliendo dati in diversi Paesi europei (il grassetto è nostro):

Una limitazione del nostro studio era che non avevamo informazioni sulle valutazioni paracliniche della gravità della miocardite […] i pazienti con miocardite non correlata alla vaccinazione o alla malattia da covid-19 erano riuniti in un’unica categoria, con alcune incidenze di miocardite causate da trattamento farmacologico per una condizione sottostante […]. Un terzo limite dello studio era il potenziale di errata classificazione della causa della miocardite per i pazienti con miocardite associata alla vaccinazione e alla malattia Covid-19. […] la leggera eterogeneità nella definizione di miocardite, poiché per i pazienti in Danimarca, il ricovero in ospedale era definito come ≥24 ore a causa dell’attuale mancanza di distinzione tra pazienti ricoverati e pazienti ambulatoriali nei registri danesi. […]. Una quinta limitazione era il mancato esame delle prescrizioni mediche prima della diagnosi, che avrebbe potuto indicare la causa della miocardite per un piccolo sottogruppo di pazienti.

Dalle limitazioni riportate è plausibile la presenza di fattori confondenti. Nelle loro conclusioni gli autori suggeriscono inoltre i casi di miocardite nei pazienti vaccinati erano meno gravi rispetto agli altri:

La miocardite dopo la vaccinazione con vaccini mRNA SARS-CoV-2 era associata a un minor rischio di insufficienza cardiaca entro 90 giorni dal ricovero in ospedale rispetto alla miocardite convenzionale e alla miocardite dopo la malattia da Covid-19. Esiti meno gravi di miocardite dopo la vaccinazione sono stati riscontrati in diversi sottogruppi, compresi i pazienti più giovani senza comorbidità predisponenti, e sia negli uomini che nelle donne. I nostri risultati hanno suggerito che l’esito della miocardite associata alla vaccinazione mRNA SARS-CoV-2 era meno grave rispetto ad altri tipi di miocardite.

La smentita degli autori

Sono gli stessi ricercatori a smentire il dottor David, letteralmente. Possiamo leggere cosa ha detto il primo firmatario Anders Husby ai colleghi di AFP, che lo hanno intervistati per la loro analisi del 23 febbraio:

Questo è un modo errato di utilizzare il nostro studio – spiega Husby -. Il nostro manoscritto non calcola il “rischio di miocardite” per diversi tipi di esposizione. Il nostro attuale manoscritto indaga sugli esiti clinici dei casi di miocardite”.

Il co-autore della ricerca Anders Hviid ha spiegato in maniera più dettagliata ai colleghi di APP, come David ha totalmente travisato i dati del paper:

In breve, nel nostro studio non confrontiamo i numeri di miocardite associata a vaccini e miocardite associata alla Covid-19 – spiega Hviid -, per fare un confronto corretto servirebbero denominatori del numero di dosi di vaccino somministrate e del numero di contagi. Non li forniamo nel nostro studio. Il nostro studio è uno studio prognostico sui pazienti con miocardite. Il rapporto tra vaccini- e Covid-19-associato (miocardite) è 530/109=4.9. Tuttavia, questa cifra non può essere interpretata come un rischio (vaccino-miocardite) pari a 5 volte quello del rischio (infezione-miocardite). Per confrontare i rischi, hai bisogno di denominatori della popolazione a rischio. Il nostro studio non confronta questi rischi e non forniamo i denominatori.

Conclusioni

Uno studio dove i casi di miocardite convenzionale sono di gran lunga superiori a quelli associati alla Covid-19 o ai vaccini, in cui i ricercatori non escludono classificazioni errate, è stato usato impropriamente per sostenere che i vaccini causano cinque volte più miocarditi della stessa malattia, cosa che non leggiamo affatto nelle conclusioni del paper, dove i ricercatori osservano invece esiti meno gravi della miocardite nei pazienti vaccinati.

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