Ecco tutti i nemici da destra e da sinistra di Pietro Parolin. Il cardinale che entra Papa nel conclave e ha chance per farcela


Alle 16,30 di mercoledì 7 maggio inizia il Conclave e a guidare le operazioni di voto, con tutte le vicende connesse, sarà il cardinale Pietro Parolin, essendo il più anziano per nomina tra i porporati dell’ordine dei vescovi che hanno meno di 80 anni. La figura del già segretario di Stato, incarico ricoperto durante tutto il pontificato di Francesco, è stata quella più attenzionata dalla stampa nazionale e internazionale. È lui quello considerato il primo dei papabili e forse anche per questo è lui ad aver subito una serie impressionante di attacchi provenienti sia da destra che da sinistra.
Gli attacchi arrivati da media di entrambi i fronti e l’accusa che lo accomuna a Tagle
Il fuoco di fila è iniziato con due articoli apparsi in contemporanea sul periodico America dei gesuiti Usa e su La Naciòn, il quotidiano preferito da Bergoglio. All’unisono i due media, riflettendo le preoccupazioni dei bergogliani duri e puri, accusano in pratica Parolin di essere sostenuto di critici del pontificato di Francesco. Subito dopo è arrivato l’affondo da destra. Il Tempo ha pubblicato l’indiscrezione che Parolin avrebbe avuto un malore con tanto di intervento dei medici. La Sala stampa vaticana ha smentito la presunta notizia, ma lo ha fatto il giorno dopo, così nel frattempo è stata rilanciata dai siti conservatori americani. Nel tiro al piccione verso il porporato veneto si è fatto largo anche Il Fatto quotidiano che ha messo in pagina una intervista in cui un ex Grande Maestro della massoneria ha manifestato tutto il suo affetto verso Parolin. Complimenti velenosi per un cardinale di Santa Romana Chiesa. D’oltreoceano, da sinistra, sono arrivati poi quelli di BishopAccountability per denunciare Parolin (insieme ad un altro “papabile”, il filippino Luis Antonio Tagle) di non aver fatto abbastanza per contrastare i preti abusatori.
Il cardinale francese critico ospitato sul magazine di Vincent Bollorè
Infine, è sceso in campo il cardinale francese Philippe Barbarini che sulle colonne di Paris Match (ora proprietà del magnate conservatore Vincent Bolloré) ha accusato Parolin di non essere stato all’altezza del suo ruolo di Segretario di Stato. Questo tiro incrociato si è consumato nel giro di pochissimi giorni. Segno che davvero Parolin è visto, e temuto, come il più serio candidato alla carica di vescovo di Roma. Che poi questa eventualità si verifichi è tutta un’altra storia. C’è la regola non scritta per cui chi entra Papa in Conclave ne esce cardinale. Ma è una regola che ha avuto le sue eccezioni.