Quando Sara Gama si commosse al Quirinale: «Da bambine quanti sacrifici per questo sport» – Il video

Da 20 anni l’Italia mancava dai Mondiali di calcio femminile. A raccontare le difficoltà affrontate in questi anni è il capitano della squadra

Non si è mai persa d’animo Sara Gama, classe 1989, calciatrice della Juventus e capitano della nazionale di calcio femminile italiana. Per metà triestina e per metà congolese, è una delle protagoniste dei mondiali di calcio femminile 2019.


Il discorso davanti al presidente della Repubblica

Nel 2018, parlando davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Gama ha spiegato quanto sia stato difficile raggiungere questo risultato, un traguardo che le calciatrici hanno sempre sognato e che, adesso, sono riuscite a ottenere con grandi sacrifici.


«La nostra disciplina ha faticato a decollare e a vedersi riconosciuta la dignità. Siamo entrati nel mondo dei club professionistici maschili che ci hanno dato la possibilità di allenarci al meglio» disse in occasione del 120° anniversario della Federazione Italiana Gioco Calcio. Un percorso «strepitoso» fatto di gioie e dolori, di delusioni e soddisfazioni.

«Molti non conoscono i sacrifici che abbiamo fatto da bambine per riuscire a fare questo sport che amiamo e quelli degli ultimi anni per farci riconoscere un nostro spazio e la possibilità di esprimerci al meglio» ha concluso il capitano della nazionale femminile italiana, visibilmente emozionata.

Calcio femminile sottovalutato

Il calcio femminile in Italia è spesso stato sottovalutato e snobbato: il nostro Paese è mancato dalla competizione mondiale per ben 20 anni. E c’è di più: le giocatrici non hanno mai avuto gli stessi diritti dei colleghi uomini, come se il calcio fosse per loro un hobby e non un lavoro. Sono spesso state considerate delle dilettanti e raramente delle professioniste.

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