Coronavirus. Il Governo inglese ha disposto la quarantena ai vaccinati contro l’influenza? Facciamo chiarezza

Come previsto, i No vax proseguono la loro campagna di disinformazione, mentre gli esperti veri sono occupati a combattere l’epidemia

Circola su WhatsApp un nuovo messaggio di chiaro stampo No vax, che rifacendosi a un articolo del Mirror apparso il 17 marzo, rilancia una tesi da noi già analizzata in un precedente articolo, dove facevamo notare che nei gruppi Facebook anti-vax, alcuni legali chiedevano di presunte correlazioni, tra vaccini antinfluenzali e il boom di casi di Covid-19 in Lombardia.   

Vengono usate le medesime fonti che troviamo nel messaggio WhatsApp: un articolo dell’Eco di Bergamo; uno studio scientifico del 10 gennaio scorso.

«SE SI È STATI SOTTOPOSTI A VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE – esordisce l’autore del messaggio – il governo inglese consiglia di restare isolati 12 SETTIMANE ( molto più di una quarantena)».

Teniamolo a mente, perché si tratta di un fraintendimento totale di cui parleremo alla fine.

Di cosa non parlano l’Eco di Bergamo e lo studio sui vaccini

L’articolo dell’Eco di Bergamo risale al 3 novembre scorso, riguarda il focolaio di meningite nel bergamasco. Grazie alle «185 mila dosi di vaccino», è stato possibile dimenticarci presto di quella emergenza sanitaria.

Lo studio scientifico linkato a parte – a dispetto del titolo suggestivo – presenta conclusioni inconsistenti. Per stessa ammissione degli autori, non è dimostrato un rapporto causale tra vaccini antinfluenzali e Covid-19.

La ricerca, basata – come leggibile dal titolo – su casi registrati dal 2017 al 2018 su due campioni di popolazione, è leggibile integralmente. Pubblicata sulla rivista «Vaccine», reca una sola firma, quella di Greg G. Wolff. Quando si parla di associazioni coi «coronavirus», non può fare del resto, nemmeno un riferimento causale col SARS-CoV2, visto che è stato scoperto solo nel dicembre 2019.

Nell’articolo leggiamo che «la vaccinazione antinfluenzale può aumentare il rischio di altri virus respiratori – spiega l’autore – un fenomeno noto come interferenza virale». Facciamo notare che non si nominano i vaccini contro il meningococco, inoltre questa affermazione fa parte della sezione dell’articolo, destinata a descrivere lo scopo della ricerca, ovvero ciò che l’autore si prefiggeva di verificare.

Cosa avrebbe scoperto Wolff? Lo avevamo già letto nell’articolo precedente, andando a vedere le conclusioni dello studio (il grassetto è nostro): 

«La ricezione della vaccinazione antinfluenzale non era associata all’interferenza virale tra la nostra popolazione. L’esame delle interferenze da parte di specifici virus respiratori ha mostrato risultati contrastanti. L’interferenza del virus derivato dal vaccino era significativamente associata al coronavirus e al metapneumovirus umano; tuttavia, una protezione significativa con la vaccinazione è stata associata non solo alla maggior parte dei virus influenzali, ma anche alle coinfezioni da parainfluenza, RSV e virus non influenzali».

Di cosa parla davvero il Mirror?

Insomma, lo studio non ha dimostrato niente.  Di cosa parla allora l’articolo del Mirror?

«Coronavirus: il capo dei medici [“Top medic”] avverte – leggiamo dal titolo – che chiunque abbia ricevuto il vaccino antinfluenzale dovrebbe rimanere a casa».

«Alle persone che ricevono il vaccino contro l’influenza invernale – continua il sommario – si consiglia caldamente di proteggersi dal coronavirus isolandosi per 12 settimane, avverte il vicedirettore medico per l’Inghilterra».

Siamo nel clickbait più clamoroso. Purtroppo solo chi si sforza di leggere l’articolo nella sua interezza, ne capisce il contesto reale. Il Mirror cita una dichiarazione del vicedirettore medico per l’Inghilterra, Jonathan Van-Tam, il quale spiega alla Bbc:

«Sono le persone a cui vengono offerti vaccini antinfluenzali, oltre a bambini, che rientrano in quella categoria di rischio, persone per le quali il consiglio è molto forte sul distanziamento sociale».

Come riporta lo stesso tabloid inglese, la raccomandazione delle 12 settimane, attribuita al Governo britannico, è rivolta «alle persone con le condizioni di salute più gravi [alle quali] è stato chiesto di auto-isolarsi per 12 settimane».

Il parere degli esperti

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