Coronavirus, il monito del premio Nobel per l’economia Krugman: «Attenti a riaprire in fretta. Non è il momento di pensare al Pil»

Prende l’esempio della Spagnola nel 1918: «Le città che fecero più distanziamento sociale e lo lasciarono in vigore non solo ebbero meno morti ma fecero meglio dal punto di vista della ripresa economica», dice l’economista

Mentre i paesi e le economie rispondono – loro malgrado – alla pandemia mondiale di Coronavirus con la necessaria serrata delle attività produttive per lottare contro il contagio, politica, istituzioni e aziende cominciano a pensare alla Fase 2. A riaprire, in qualche modo: perché la crisi dell’economia fa paura quanto il virus. Ma – rivolto agli Stati Uniti e al loro presidente Donald Trump, ma valido per tutti i paesi che lottano contro l’epidemia di Covid-19 – arriva il monito del premio Nobel per l’Economia Paul Krugman: «Attenti a riaprire prima del tempo le attività economiche: non solo potrebbe provocare più morti ma anche un crollo dell’economia peggiore del previsto», avverte l’economista in un’intervista.


«Meglio tenere le imprese chiuse più a lungo piuttosto che riaprirle prematuramente», spiega. E fa un esempio concreto: quello della Spagnola, la pandemia influenzale del 1918: «Le città che fecero più distanziamento sociale e lo lasciarono in vigore non solo ebbero meno morti ma fecero meglio dal punto di vista della ripresa economica», dice. «tutto in questo momento dice che non è l’ora di preoccuparsi del Pil e dei dollari». Ma delle vite umane. E serve piuttosto «dare soccorso alle aree più colpite e aiutare la gente che non ha più un reddito, e lo dobbiamo fare finché è necessario».


In copertina EPA/Fernando Villar | L’economista americano premio Nobel Paul Krugman posa durante un intervista con l’agenzia Efe a Madrid, Spagna, 17 febbraio 2020.

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