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Coronavirus. Il sindaco di Bergamo contro Renzi: «Stonata e strumentale la sua frase “se i morti potessero parlare”»

01 Maggio 2020 - 08:19 Giulia Marchina
«La gente di Bergamo e Brescia che non c'è più, se potesse parlare ci direbbe di riaprire», aveva detto il leader di Italia Viva al Senato dopo l'informativa di Conte

«Mi pare un’uscita a dir poco infelice». Giorgio Gori commenta così l’intervento di Matteo Renzi di ieri, 30 aprile, in aula al Senato dopo l’informativa del premier Giuseppe Conte sull’emergenza Coronavirus. Durante il suo discorso, il leader di Italia Viva ha detto: «La gente di Bergamo e Brescia che non c’è più, se potesse parlare ci direbbe di riaprire».

La frase però non è piaciuta al sindaco di Bergamo: «Immagino che il leader di Italia Viva volesse sottolineare l’attaccamento al lavoro della gente di Bergamo e di Brescia. Ma sostenere che le vittime del virus, se potessero parlare, “vorrebbero” oggi la riapertura appare purtroppo stonato e strumentale». Gori ha poi proseguito, dicendo: «Sono certo che Renzi ha pieno rispetto del dolore di queste province: quella pronunciata al Senato è però una frase decisamente fuori luogo».

Critiche al leader di Italia Viva sono arrivate da più parti. «Se i morti di Bergamo e Brescia potessero parlare, chiederebbero silenzio. E rispetto», ha detto Antonio Misiani (Pd), viceministro all’Economia. «Una battuta fuori luogo, utilizzata e ripresa per una polemica finalizzata a un regolamento di conti interno ad una maggioranza in pezzi. L’Italia, e Bergamo, meritano di meglio», ha affermato Gregorio Fontana, deputato di Forza Italia.

Duro il commento di Guia Termini (M5s): «Renzi, i morti di Bergamo se potessero parlare non so cosa direbbero, ma da bergamasca credo che almeno qualcuno di loro ti direbbe quanto fai schifo. Lascia stare i morti, non toccarli per resuscitare tu». Anche le Sardine hanno attaccato Renzi: «I morti di Bergamo, se potessero, direbbero “aprite anche per noi”. Non è Salvini, non è Meloni e non è Fontana. Senatore Renzi, i morti non parlano, non tolga a loro e ai loro parenti la dignità che meritano», hanno scritto su Twitter.

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