Coronavirus, oltre metà della Francia diventa «zona rossa». Speranza firma l’ordinanza: «Test molecolare per chi arriva da Parigi e altre città»

Sono 50 i dipartimenti dichiarati «area di circolazione attiva del virus». Da giorni nel Paese i nuovi contagi sono costantemente oltre quota 10mila

«Ho firmato una nuova ordinanza che estende l’obbligo di test molecolare o antigenico ai cittadini provenienti da Parigi e altre aree della Francia con significativa circolazione del virus». Lo annuncia su Fb il ministro della Salute Roberto Speranza. I dati europei, afferma, «non possono essere sottovalutati. L’Italia oggi sta meglio di altri Paesi, ma serve ancora grande prudenza per non vanificare i sacrifici fatti finora».



Dopo settimane in cui la pandemia è tornata a far registrare numeri al rialzo in Francia, oltre la metà dei dipartimenti nel Paese è ormai dichiarato «zona rossa» per Coronavirus. In particolare, 50 dipartimenti corrispondenti alla maggioranza del territorio nazionale sono stati dichiarati in «zona di circolazione attiva del virus». In virtù di questa definizione, a ogni prefetto sarà consentito adottare misure più aspre e supplementari in modo da contenere il più possibile la diffusione del virus.

Ieri, 20 settembre, il Paese d’oltralpe ha registrato 10.569 nuovi casi di contagio e 12 vittime. L’altro ieri, 19 settembre, il picco di nuovi positivi: 13.498. Sono settimane che la positività al Covid-19 tiene alta la curva epidemiologica: la scorsa settimana i nuovi casi si attestavano intorno alle 10.000 unità.

L’11 settembre il premier francese Jean Castex aveva dichiarato l’allerta rossa in 42 dipartimenti, costringendo a nuove restrizioni nelle città di Marsiglia e a Bordeaux, per cercare di limitare gli assembramenti pubblici (ma anche le visite nelle case di cura).

La scuola

E se il governo francese mette dei paletti, dichiarando “zona rossa” metà nazione, ecco che però le regole diventano più flessibili nelle scuole elementari e materne, dove tutte le classi potranno continuare la loro attività normale anche se un allievo sarà risultato positivo al tampone. L’interessato resterà a casa e i suoi compagni continueranno le attività scolastiche in attesa del suo ritorno. La chiusura di una classe potrà essere decisa soltanto a partire da 3 casi di positività.

Finora, tutti quelli che erano stati a contatto con un “positivo”, potevano tornare in classe soltanto in presenza di un tampone negativo realizzato 7 giorni dopo l’ultimo contatto con il caso confermato. Il governo ha spiegato che la nuova regola si basa su un parere dell’Alto consiglio della Sanità secondo il quale «i bambni sono a scarso rischio di forme gravi e poco attivi nella trasmissione» del Covid-19.

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