Napoli in isolamento, Juve in campo, l’ipotesi del 3-0: perché così il calcio italiano si sta giocando la faccia

di Giovanni Ruggiero

Fino alla vigilia di Juve-Napoli, la Lega calcio ha confermato che la partita si sarebbe svolta regolarmente. Nonostante la decisione della Asl napoletana, nonostante proprio la Lega avesse previsto questo caso

Che il Napoli avesse tutte le intenzioni di giocare contro la Juventus questa sera allo Stadium lo dimostra proprio il fatto che la squadra di Gattuso si è dovuta fermare mentre stava per partire per Torino, visto che la Asl napoletana ha imposto l’isolamento fiduciario per tutto il “gruppo squadra” dopo la positività al Coronavirus del macedone Elmas. Ma prima ancora di un improbabile processo alle intenzioni, di mezzo ci sono i sospetti che il Napoli abbia fatto pressioni sulla Asl per evitare di giocare, a decidere dovrebbero essere le regole che la stessa Lega calcio si è data in casi come questo.


Basterebbe almeno a evitare dubbi agli stessi vertici della Serie A se rinviare o meno la gara di stasera, oltre che spegnere sul nascere la beffarda ipotesi per il Napoli di perdere a tavolino contro una Juve che ha ribadito ancora ieri di avere tutte le intenzioni di scendere in campo. Non più di due giorni fa, il 2 ottobre, un comunicato della Lega su «Regole relative a impatto Covid-19. Gestione casi di positività e rinvio gare» spiega tutte le condizioni necessarie perché una gara si possa giocare, nonostante ci possano essere casi positivi nel “gruppo squadra”, e quando no.


Condizioni che si applicano: «indipendentemente da quanto disposto da altre norme e/o regolamenti applicabili alla singola competizione e – qui il passaggio cruciale – fatti salvi eventuali provvedimenti delle Autorità statali o locali nonché della Federazione italiana giuoco calcio».

A mettere in isolamento ognuno a casa propria i giocatori del Napoli è stata la Asl 1 del capoluogo campano, non il medico sociale né un dirigente napoletano in preda a capricci. E se è poi la stessa Lega calcio a stabilire che sia lo Stato a decidere prima di tutti sulla tutela della salute anche dei suoi tesserati, non si spiega quale sia l’ostacolo a rinviare semplicemente la partita. Evitando poi il triste teatrino del riscaldamento in solitaria della Juve di questa sera e poi l’inevitabile battaglia di carte bollate davanti al Giudice sportivo.

Basterebbe un gesto di buonsenso con un comunicato che rinvia la partita, almeno per salvare la faccia a un campionato che doveva rappresentare il simbolo della ripresa possibile, nonostante l’oscillazione dei contagi, nonostante il timore che spinge tutti a seguire le più basilari regole di buonsenso per contenere i contagi. E invece si sta trasformando in una pantomima che tira avanti alla giornata, facendo finta che il virus riguardi tutti, tranne se stesso.

Lo spiraglio

Una prima spinta verso il rinvio di Juve-Napoli è arrivata dal consigliere Figc Pietro Lo Monaco, secondo il quale la partita dovrebbe avere una nuova data: «Si va verso questa strada – ha detto alla radio napoletana – Juventus-Napoli sarà rinviata a data da destinarsi. La circolare del 2 ottobre della Lega calcio parla chiaro. Il provvedimento dell’Asl è legittimo, la norma chiara».

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