Assalto a Capitol Hill, il quinto morto è un agente ferito negli scontri. Si dimette il capo della polizia: aveva rifiutato l’aiuto di Fbi e Guardia Nazionale

Dal Dipartimento di Giustizia e da quello alla Difesa era stato offerto il sostegno degli uomini della Guardia Nazionale e dell’Fbi, ma i vertici della polizia di Capitol Hill avrebbero rifiutato l’appoggio tre giorni prima la manifestazione dei fan di Trump

Sono cinque le vittime degli scontri durante l’assalto al Congresso americano del 6 gennaio. Ad aggravare il bilancio c’è la morte di un agente di polizia del Congresso, rimasto gravemente ferito mentre affrontava l’irruzione dei fan di Donald Trump negli ambienti di Capitol Hill. La vittima si chiamava Brian Sicknick e secondo una nota della polizia «stava rispondendo alle rivolte ed è stato ferito mentre si opponeva fisicamente ai manifestanti. Tornato in caserma è poi crollato». L’agente è morto dopo l’arrivo in ospedale.


Mentre proseguono le accuse sul comportamento della polizia durante l’assalto, considerato da più parti inefficace e indolente nei confronti dei manifestanti, si sarebbe dimesso il capo della polizia del Congresso. Le dimissioni sarebbero state richieste innanzitutto dalla speaker della Camera, Nancy Pelosi, e saranno effettive dal 16 gennaio, quattro giorni prima del giuramento di Joe Biden come 46mo Presidente degli Stati Uniti.


Secondo fonti dell’amministrazione Trump citate dall’Associated press, dietro le falle della sicurezza a Capitol Hill ci sarebbe stato anche il rifiuto dei vertici della polizia all’offerta di aiuto da parte del Pentagono e dell’Fbi. Tre giorni prima della manifestazione a sostegno di Trump, il Dipartimento alla Difesa avrebbe proposto l’assistenza di altri uomini della Guardia Nazionale, mentre quello di Giustizia avrebbe offerto l’aiuto dell’Fbi.

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