Governo, crisi di nervi tra i responsabili: il nuovo gruppo è appena nato, ma litiga già

Alla base della decisione di Sandra Lonardo di sfilarsi, un diverbio sul simbolo con Maria Rosaria Rossi

I responsabili ci sono. Il nuovo gruppo, nato per portare la pace nel governo Conte II in crisi, esserne la stampella o comunque scongiurare l’ipotesi elezioni con la formazione di una maggioranza europeista, è nato. Ma litiga già, perde pezzi e non ha raggiunto i numeri necessari per fare la differenza. «Si è costituito oggi il nuovo gruppo parlamentare Europeisti Maie Centro democratico», comunica in apertura di seduta la presidente del Senato Elisabetta Casellati. La nascita ufficiale, data per certa già ieri, di un gruppo che come realtà costituita non fa quindi in tempo a essere messo in agenda per le consultazioni ma che ha molto da dire al Capo dello Stato.


Tant’è vero che non sfugge ai più che nel calendario delle consultazioni di questo inizio 2021 chi fa parte del Misto colloquierà con Sergio Mattarella per più tempo rispetto alla prassi: è prevista una lunga sessione dedicata al gruppo Misto di Camera e Senato (giovedì dalle 10.30 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 16 alle 16.45). Già, perché è qui che si esprimeranno gli ormai celebri Responsabili per Conte ed europeisti, ovvero Centro democratico/Maie/Italia23: coloro a cui si pensava di affidare il destino del Conte Ter.


Orfani di Lady Mastella

Il gruppo, alla fine, nasce senza lady Mastella: inizialmente vista come una delle principali fautrici dell’operazione costruttori, Sandra Lonardo, moglie dell’ex ministro Clemente Mastella, alla fine si chiama fuori. Né ci sarà l’ormai celebre Lello Ciampolillo, il senatore “ritardatario” di quella giornata. Fanno parte del gruppo i senatori Buccarella, Cario, Causin, De Bonis, De Falco, Fantetti, Marilotti, Merlo, Rossi, Rojc. Non sono mancati contrasti su statuto e organigramma: alla fine comunque il capogruppo sarà Raffaele Fantetti. E il vice quell’Andrea Causin fuoriuscito da Forza Italia per dare l’ultima fiducia al governo Conte.

A raccontare l’aria conflittuale (insieme alle tensioni riportate dalle cronache di oggi sull’individuazione del capogruppo) che tira in queste ore in quello che dovrebbe essere il gruppo inizialmente destinato a portare pace in una maggioranza non compatta, ci sono le ragioni della mancanza di Lady Mastella all’appello. Secondo quanto ricostruisce l’AdnKronos citando fonti parlamentari della maggioranza, Lonardo si è sfilata in seguito a un vivace botta e risposta con Maria Rosaria Rossi sul simbolo del costituendo gruppo.

Rossi smentisce categoricamente la ricostruzione, che però a detta dell’AdnKronos viene invece confermata da altre persone a quel tavolo: Lonardo avrebbe chiesto di aggiungere anche il simbolo ‘Noi campani’ – con cui si è presentata in Campania alle regionali – al logo del Maie e del Centro democratico (il cui possessore è, alla Camera, Bruno Tabacci). Di fronte al no, avrebbe deciso di scegliere un’altra strada. Una decisione che però avrebbe messo in pericolo la stessa nascita del gruppo (che ha bisogno per regolamento di almeno 10 senatori). All’ultimo momento la stessa Rossi avrebbe trovato un nome che ha permesso comunque la nascita del gruppo.

Problemi sui numeri

Il fatto è che 10/11 persone al Senato non sono sufficienti per essere la stampella decisiva di un eventuale governo Conte Ter. Tutti gli scenari sono ancora sul tavolo, inclusa l’ipotesi di elezioni, che comunque tutti continuano a escludere. Il pallottoliere però al Senato non mente: sono sette i senatori e le senatrici a mancare all’appello, per arrivare alla maggioranza assoluta ed essere un’alternativa di fatto a Italia Viva. Sette nomi che non si trovano. Problemi anche alla Camera, dove il gruppo Centro democratico di Tabacci ha 13 deputati: a Montecitorio il regolamento prevede che servano 20 parlamentari per fare iscrivere il nuovo gruppo. E al momento non ci sarebbero novità rispetto ai 321 voti del giorno dell’ultima fiducia al Conte II. 

In copertina ANSA/FABIO FRUSTACI | Sandra Lonardo, fuori dal Senato nel giorno della fiducia al governo Conte dopo l’uscita dal governo di Italia Viva,, Roma 19 Gennaio 2021.

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