Viaggi all’estero a Pasqua, Speranza: «Tampone e quarantena di 5 giorni anche per chi rientra da Paesi Ue». Protestano i tour operator

Una misura presa in extremis per arginare quanto più possibile l’esodo dei giorni di Pasqua: il ministero dell’Interno ha infatti dato il via libera agli spostamenti all’estero

Il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà nella mattinata di oggi, 30 marzo, un’ordinanza che dispone, per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione Europea di effettuare un tampone alla partenza. Al rientro, i cittadini dovranno poi sottoporsi a una quarantena di 5 giorni e a un ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni. La quarantena è già prevista per tutti i Paesi extra Ue. Si tratta di una misura presa in extremis per arginare quanto più possibile l’esodo dei giorni di Pasqua. Con lo stop agli spostamenti a causa della pandemia da Coronavirus, che sia zona rossa o arancione, chi deve andare all’estero per turismo può farlo raggiungendo tranquillamente l’aeroporto più vicino. Un principio in assoluta contraddizione con il divieto di muoversi tra le regioni almeno fino al 30 aprile, tranne che per salute, lavoro o estrema necessità.


La falla italiana

Il caso nasce da una nota diramata dal ministero dell’Interno, e quindi da Luciana Lamorgese: il governo nelle settimane scorse ha infatti dato il via libera per gli spostamenti verso l’aeroporto per dirigersi all’estero. Per farlo, il sistema è molto semplice: «Sono giustificati se finalizzati a raggiungere il luogo di partenza di questo tipo di viaggi che, in quanto generalmente consentiti, non possono subire compressioni o limitazioni al proprio svolgimento». Quindi chiunque, anche in zona rossa, è legittimato a raggiungere l’aeroporto se munito di autocertificazione. Le mete approvate dal governo per ora sono: Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco. 


La protesta dei tour operator

Tra le fila degli scontenti ci sono anche i tour operator, frustrati per la decisione di introdurre la quarantena di ritorno anche per i Paesi europei. «Così abbiamo perso tutti, francamente non vediamo il nesso di questa misura “sanitaria” e non riusciamo a scollegarla dalle polemiche di questi ultimi giorni sul fatto che si possa viaggiare in alcuni paesi esteri per Pasqua – dichiara il presidente Astoi Confindustria Pier Ezhaya -.Perché quest’ordinanza non è stata fatta prima? Sembra voler dire: rendiamo più difficile andare all’estero… Anche noi tour operator siamo aziende italiane! E stiamo parlando di due soli charter (da 180 passeggeri), un numero minuscolo rispetto alle gravissime perdite dell’ultimo anno».

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