Obbligo vaccinale a scuola, sì o no? Il nuovo campo di battaglia della maggioranza: chi spinge e chi frena

Salvini invoca la libertà di scelta, mentre il sottosegretario all’Istruzione Sasso la definisce «una follia». Sul fronte del no anche Dadone. Ronzulli favorevole: «Strada per evitare la Dad»

Sulla scuola non c’è tempo da perdere. A meno di due mesi dalla ripartenza, il ritorno sui banchi si impone come grossa priorità di cui occuparsi, nel tentativo di garantire un rientro in sicurezza e una didattica totalmente in presenza dopo oltre un anno e mezzo di emergenza Covid. Dopo aver deciso su decreto Covid e Green pass con non pochi scontri e polemiche, alla maggioranza ora toccherà dare risposte su come ridurre al minimo il rischio contagi negli istituti scolastici una volta che docenti, personale Ata e studenti saranno rientrati. Già dalla prossima settimana il tema del ritorno a scuola potrebbe essere all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, con la questione dell’obbligo vaccinale al centro del dibattito politico.


C’è chi vede nel vaccino anti Covid l’unico modo di assicurare un ritorno alla normalità a studenti e insegnanti, per mesi costretti a una didattica a distanza a volte dannosa. Il fronte del no invece rifiuta l’idea di costrizione e insiste su altre modalità di convincimento. Intanto il generale Figliuolo non vuole perdere altro tempo: entro il 20 agosto tutte le Regioni dovranno fornirgli un elenco del personale scolastico non ancora vaccinato per capire, numeri alla mano, l’effettivo peso del problema. Se dal canto suo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi al momento preferisce restare arbitro degli scontri, la maggioranza si divide con nette prese di posizione.


Salvini dice no, e con lui Sasso: «Una follia»

Sul fronte dei no c’è la Lega di Matteo Salvini. «Parlare di obbligo vaccinale per studenti di 13 o 14 anni o per gli insegnanti non fa parte del mio modo di pensare un Paese libero dove la gente deve fare le cose perché ci crede», dice il segretario di partito, già contrario anche all’idea di Carta verde obbligatoria. A sostenere la posizione anche il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, secondo il quale «è assolutamente inutile ed inopportuno pensare all’obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola ed è semplicemente da folli applicare questa ipotesi agli studenti».

Il sottosegretario parla anche di numeri, sicuro che «entro la fine di settembre il 90% degli insegnanti sarà vaccinato». Ipotesi tutta da verificare con circa il 15% del personale scolastico ancora mancante all’appello, circa 220 mila tra docenti e Ata. «Se qualcuno ha veramente intenzione di costringere minorenni a vaccinarsi, pena l’esclusione dalle attività didattiche in presenza, troverà numerose mamme e numerosi papà sulle barricate. Ed io con loro», continua deciso Sasso, sottolineando la necessità di «non stravolgere diritti costituzionalmente tutelati».

Forza Italia spacca il centro-destra. Ronzulli: «Obbligo per le sacche di resistenza»

Il 21 giugno scorso la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli, presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia, ha dichiarato di aver consegnato al ministro dell’Istruzione Bianchi la proposta di legge a favore dell’obbligo vaccinale per studenti e personale scolastico. «Spero che il governo recepisca quanto prima questa proposta perché, nonostante la stragrande maggioranza degli insegnanti sia già vaccinata, ci sono delle sacche di resistenza che rischiano di compromettere il regolare svolgimento anche del prossimo anno scolastico» ha detto, sottolineando l’importanza di ritornare tutti in presenza negli istituti. «La scuola è una ed è in presenza» ha aggiunto, «tra i banchi con i compagni di classe».

Dadone per il no: «Si cerchino altre strade di persuasione»

La ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone si schiera contro l’ipotesi di obbligo per ragazzi e personale scolastico a ricevere il vaccino anti Covid. «Credo sia più importante spingere le persone a vaccinarsi con delle campagne forti, con iniziative di sensibilizzazione forte», ha detto, «l’obbligatorietà non è la soluzione risolutiva». In quanto a forti campagne di sensibilizzazione, il ministero delle Politiche giovanili – insieme a struttura commissariale e Ministero della Salute – non ha dato grande prova di saperci fare. La tanto annunciata azione pro vaccino pensata per adolescenti e ragazzi di un mese fa, con tanto di influencer, personaggi emergenti e piattaforme digitali a rapporto, si è rivelata molto meno strutturata ed efficace di quanto non sia stato dichiarato dalla stessa ministra.

Anche il Ministero della Salute è diviso

Nella conferenza stampa tenuta da Roberto Speranza per annunciare il nuovo decreto Covid insieme al premier Draghi, il ministro della Salute si è mostrato piuttosto ottimista sui numeri attuali: «Per tutto il governo la scuola è una priorità assoluta e faremo ogni sforzo per consentire una riapertura in piena sicurezza è in presenza», ha cominciato, «ma non vorrei che passi un messaggio che negli insegnanti c’è sfiducia perché l’85% si è vaccinato». Per ora l’intenzione di Speranza sembra quella di restare a guardare nell’ottimismo di un’accelerata da parte di quel 15% senza neanche la prima dose.

Molto più netto invece il sottosegretario Costa, che seguendo la data indetta da Figliuolo, vede nel 20 agosto lo spartiacque giusto per decidere sull’obbligo. «Qualora entro il 20 agosto tutto il personale scolastico, docente e non docente, non dovesse rispondere in maniera convinta all’invito di vaccinarsi, credo opportuno parlare di obbligo vaccinale per la categoria», ha dichiarato in una nota ufficiale. Chi non si mostra convinto è il sottosegretario Sileri. Piuttosto di puntare agli istituti scolastici, l’ex vice ministro alla Salute invita a riconoscere il vero luogo di contagio di ragazzi e personale che si reca a scuola tutti i giorni: «Il virus non corre nelle scuole ma sui mezzi pubblici», ha commentato, invitando a un ritorno in presenza ancora graduale.

M5s: «Il problema reale sono i trasporti»

Nella nota della deputata pentastellata Carmela Grippa e del deputato Emanuele Scagliusi, capogruppo in commissione Trasporti alla Camera, si trova una delle poche posizioni prese finora dal Movimento sul tema dell’obbligo vaccini a scuola. «I trasporti, in particolare quelli del servizio scolastico, hanno rappresentato una seria criticità nella fase acuta della pandemia. Oggi, sulla scorta dell’esperienza, non possiamo farci trovare impreparati alla ripresa dell’anno scolastico a settembre», si legge. E ancora: «Per questo motivo abbiamo chiesto al ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini, come intendono muoversi il ministero e il Governo». Per i grillini la corsa al rientro sicuro di settembre sembra non passare per un obbligo di vaccinazione ma per un piano trasporti che garantisca «un’accurata programmazione e un monitoraggio continuo con gli organi preposti, come Prefetture, Regioni ed Enti locali».

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