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La variante Omicron causata dai vaccini? Confermate le teorie di Luc Montagnier? No! È vero l’opposto

29 Novembre 2021 - 14:51 Juanne Pili
La realtà smentisce i No vax: le varianti emergono dove non si vaccina

Riscontriamo un video di una vecchia intervista al premio Nobel No vax Luc Montagnier condiviso dalla pagina Facebook I veri patrioti. Secondo gli admin della pagina, l’emergere della variante Omicron del Sars-Cov-2 confermerebbe le affermazioni del Virologo francese: «variante africana, si sta avverando tutto ciò che disse il Nobel Montagnier […] Per Bassetti è un rincoglionito». In realtà quanto sta succedendo smentisce le sue dichiarazioni.

Per chi ha fretta:

  • Storicamente le varianti Covid preoccupanti sono emerse proprio dove non si vaccinava o dove la percentuale di popolazione viene poco vaccinata.
  • Il fenomeno ADE non è mai stato riscontrato, né durante le sperimentazioni cliniche, né quando i vaccini sono stati distribuiti a milioni di persone.
  • Tutti gli esseri viventi per evolversi devono potersi riprodurre, cosa che succede soprattutto attraverso l’immunità naturale.

Analisi

Dallo spezzone di oltre due minuti possiamo trarre le seguenti principali affermazioni di Montagnier: «È un enorme errore scientifico e un errore medico. È inaccettabile. Nella storia, si farà un giorno un bilancio di tutto questo, perché è davvero la vaccinazione che ha creato le varianti. […] cosa fa il virus? O muore, o escogita una soluzione. Le nuove varianti sono effettivamente il prodotto, il risultato delle vaccinazioni».

Tutto questo si spiegherebbe col fenomeno ADE. «Antibody Depending Enhancement – continua il Virologo – che significa: gli anticorpi che favoriscono l’infezione […] È evidente che le nuove varianti sono create dalla selezione degli anticorpi prodotti dalla vaccinazione, giusto?». No, è del tutto privo di fondamento scientifico. Ma andiamo con ordine.

Cos’è il fenomeno ADE

Anche del fenomeno ADE abbiamo trattato in copiosi articoli (per cominciare qui, qui e qui). Per ADE (Antibody Dependent Enhancement), si intende letteralmente il «potenziamento anticorpale». Parliamo di una condizione paradossale dove gli anticorpi migliorano l’infettività del virus. In alcuni le stesse cellule immunitarie ne diventano i bersagli, quindi il patogeno si moltiplica al loro interno.

L’ADE è stato osservato in vitro e in vivo, in pazienti gravi affetti da dengue, coinvolgendo gli anticorpi non neutralizzanti. Oggi il vaccino contro la dengue è registrato – per la FDA – nei pazienti che hanno già avuto la malattia almeno una volta. Comprensibilmente si tratta di un genere di inconvenienti di cui occorre tener conto. I meccanismi dell’ADE sono ancora oggetto di studio e nulla di tutto questo è stato visto coi vaccini anti-Covid. Del resto gli studi clinici ne hanno tenuto conto. Tutti i presunti eventi avversi, quali il fenomeno ADE o la tempesta di citochine,(associata alle infiammazioni che caratterizzano le forme gravi di Covid-19) sono assenti in tutte le fasi di sperimentazione, che hanno coinvolto decine di migliaia di volontari, prima dell’autorizzazione da parte degli Enti regolatori (EMA, FDA o AIFA).

Circola in ambienti No vax la tesi in base alla quale il positivo vaccinato incorrerebbe nel fenomeno ADE, aiutando il virus a proliferare attraverso linfociti. Come spiegavamo in un articolo precedente, questa tesi è del tutto infondata:

«Sul fenomeno ADE si sono già espressi tantissimi immunologi in tutto il mondo – continua Gerdol – Al di là delle possibilità teoriche, se fenomeni di questo tipo avvenissero nei vaccini a mRNA, questo entrerebbe in netto contrasto tutte le pubblicazioni di altissimo livello in merito. Parliamo di vaccini che hanno superato la fase 3 di sperimentazione clinica. Per non parlare dei dati che arrivano per direttissima, dove vediamo che palesemente c’è stato un abbattimento dei parametri epidemiologici. Proprio a seguito della somministrazione del vaccino di Pfizer, di cui il personaggio fa menzione Oltre a questo c’è tutta la farmaco-vigilanza, da cui non emerge, né il fenomeno ADE, né la tempesta citochinica».

La vaccinazione ha creato le varianti?

Quello delle varianti causate dai vaccini è un tormentone No vax che abbiamo trattato più volte a Open Fact-checking (per cominciare qui, qui e qui). Proprio storicamente le varianti Covid emergono in contesti che confermano quel che sapevamo potesse succedere, ossia nei luoghi in cui il virus circola e si riproduce indisturbato.

La Comunità scientifica non è ancora concorde sulla definizione di essere vivente per i virus, perché non sono in grado di riprodursi autonomamente. Per esempio, un batterio come E. coli può moltiplicarsi in coltura (ed evolversi in risposta alle sostanze a cui li sottoponiamo) senza bisogno di cellule da infettare; coi virus questo è impossibile. I vaccini riducono drasticamente la probabilità che SARS-CoV-2 infetti le cellule, che gli sono indispensabili per potersi moltiplicare.

Se non si fa niente per ridurre la circolazione del virus e ci si affida alla sola immunità naturale, ecco che abbiamo popolazioni con elevata siero-prevalenza dove il virus si moltiplica aumentando le probabilità che emergano varianti preoccupanti (VOC), che potrebbero eludere le difese immunitarie e/o infettare meglio le cellule. Oltretutto vi sono altri fattori che possono aumentare queste probabilità, quando il virus circola tra persone immuno-compromesse per altre infezioni. In Sudafrica per esempio avevamo visto che vi è un’alta presenza di HIV e TBC.

Possiamo fare un bilancio «storico» che lo conferma alla luce di quel che accade nel Mondo? Effettivamente sì. Elenchiamo di seguito tutte le principali varianti Covid in relazione al contesto in cui sono emerse:

  • Alfa – Regno Unito: 20 settembre 2020, 0% della popolazione vaccinata;
  • Beta – Sudafrica: 19 agosto 2020, 0% della popolazione vaccinata;
  • Gamma – Brasile, 11 settembre 2020, 0% della popolazione vaccinata;
  • Delta – India, 23 ottobre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
  • Eta – Nigeria, 20 dicembre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
  • Iota – New York, 23 novembre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
  • Kappa – India, 1° dicembre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
  • Lambda – Perù, 30 novembre 2020, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
  • Mu – Colombia, 11 gennaio 2021, 0% della popolazione pienamente vaccinata;
  • Omicron – Botswana, 11 novembre 2021, appena il 20% della popolazione è stata pienamente vaccinata.

Come aveva spiegato recentemente a Open l’esperto di genomica comparata Marco Gerdol, «Sicuramente più del 50% delle persone in Sudafrica ha avuto la Covid-19. È così che Delta è diventata dominante in Sudafrica, come nel resto del mondo, raggiungendo praticamente il 100% della frequenza. Questa nuova variante [Omicron, Ndr], che come avete spiegato al momento resta sotto osservazione, potrebbe competere con Delta, rivelandosi molto trasmissibile».

Conclusioni

Le affermazioni di Luc Montagnier non hanno riscontro nella comunità scientifica in merito al fenomeno ADE e quello relativo alle varianti “causate da vaccino”.

Come abbiamo spesso constatato, l’aver vinto un premio Nobel non esenta dal diffondere affermazioni pseudoscientifiche. Qualcuno ha coniato il termine «malattia dei Nobel», riferendosi alla purtroppo lunga lista di scienziati che hanno fatto affermazioni infondate a seguito dell’onorificenza, ne parlavamo qui. Montagnier ha un lungo trascorso costellato da affermazioni che nulla hanno di fondato, come nel caso dell’omeopatia. Da Virologo dovrebbe conoscere cosa si intende davvero per fenomeno ADE e quanto poco si sa in merito, dovrebbe anche essere in grado di valutare il contesto in cui sono emerse le varianti Covid e come mai il vaccino sia preferibile all’immunità naturale.

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