No! Il «Turbo-cancro indotto dal vaccino» non esiste

Il turbo-cancro è un’invenzione No vax per screditare i vaccini Covid. L’aumento di tumori a cui si riferiscono non è un fenomeno recente

Circolano su Facebook le condivisioni di un articolo de Il Paragone dove si parla di turbo-cancro indotto dai vaccini contro il nuovo Coronavirus. Il testo li mette in correlazione con «l’epidemia di tumori» presentandola come «fenomeno recente», ma che in realtà esiste da almeno 30 anni. Soprattutto non è possibile usare questi casi per parlare di turbo-cancro, in questo articolo spieghiamo perché.

Per chi ha fretta:

  • Il Paragone ha riportato le teorie riguardanti un collegamento tra vaccini Covid, turbo-cancro e virus respiratorio sinciziale.
  • Il turbo-cancro non esiste e non esistono evidenze che collegano vaccini Covid e tumori.
  • Non esistono nemmeno evidenze di un collegamento con la bronchiolite da virus sinciziale.

Analisi

Riportiamo il testo della condivisione su vaccini Covid e turbo-cancro, ch’è sostanzialmente un copia-incolla dell’articolo firmato da Antonio Oliviero su Il Paragone:

Studi: Canada,“Turbo-cancro indotto dal vaccino”, lo studio del luminare canadese: “Cosa succede alle cellule”.
Lo chiamiamo “turbo-cancro”, una definizione di per sé inquietante, così come è allarmante il fenomeno delle malattie oncologiche fulminanti che, nel giro di pochissimi mesi e in alcuni casi di settimane, conducono al decesso. E abbiamo sottolineato che “l’epidemia di tumori” di cui parla persino l’Istituto Superiore della Sanità, ma senza fornire ulteriori spiegazioni, sia un fenomeno recente, emerso solo da un paio d’anni, laddove prima si trattava di casi assai rari: una coincidenza temporale con i picchi vaccinali e gli anni a seguire che non sfuggirà al lettore. Secondo uno studio che abbiamo citato e che, come vedremo, non è l’unico, la proteina Spike dei vaccini a mRNA contro il Covid-19 potrebbe avere un’azione cancerogena, portando alla progressione, alla recidiva oppure alla metastasi del cancro. I farmaci a mRNA, infatti, sintetizzano proteine “inaspettate”.
Gli effetti della proteina Spike
Le proteine Spike potrebbero favorire la persistenza del cancro, spingendolo a moltiplicarsi in modo esponenziale per invadere il resto del corpo: i turbo-cancri nei pazienti che hanno ricevuto vaccini a mRNA possono essere spiegati “dall’assorbimento osservato di tali vaccini da parte dei macrofagi e delle cellule dendritiche”. Il nuovo allarme è stato lanciato dal dottor Michael Palmer, medico canadese e docente universitario, autore di un articolo su Doctors for COVID Ethics. Un numero crescente di oncologi clinici e patologi segnala casi di tumori solidi, linfomi e leucemie che si distinguono per la loro crescita insolitamente rapida e la progressione verso metastasi sistemiche. Una correlazione tra i vaccini a mRNA e l’insorgenza e la progressione di forme tumorali? Ne è convinto – anche – Micheal Palmer, il quale si basa su una teoria, risalente al 2012, in tempi non sospetti, con cui Thomas Seyfried, ricercatore sul cancro del Boston College, illustrava le tesi riassunte nel libro Il cancro come malattia metabolica. In sostanza, cercando di rendere il tutto accessibile anche a noi profani in materia, le metastasi insorgono “se le cellule di un tumore che finora è stato solo localmente invasivo si fondono con i macrofagi o le cellule dendritiche”.

Turbo-cancro e vaccini Covid

Prima di tutto occorre una precisazione: il «turbo-cancro» non esiste. Si tratta di una parola del vocabolario usata negli ambienti No vax basata sul falso mito dei vaccinati contro la Covid che svilupperebbero dei tumori a rapido sviluppo. Come è stato per il termine «siero» per riferirsi ai vaccini, o con «Vaids» per definire una fantomatica immunodeficienza da vaccino, parliamo sempre di totali invenzioni presentate con termini che sembrano scientifici, ma non lo sono affatto.

«Il “turbo-cancro” non esiste, e le prove citate sono deboli quanto qualsiasi “prova” No vax, compresi aneddoti e interpretazioni errate dell’epidemiologia» (David Gorski).

Diamo ora un’occhiata alle fonti de Il Paragone. Si cita innanzitutto uno studio di Raquel Valdes Angues e Yolanda Perea Bustos dal titolo «SARS-CoV-2 Vaccination and the Multi-Hit Hypothesis of Oncogenesis», pubblicato su Cureus nel dicembre 2023. Le ricercatrici espongono una mera ipotesi che collegherebbe i vaccini e tumori, senza mai usare il termine turbo-cancro, e senza dimostrare niente, soprattutto non si spiega perché ammalarsi di Covid grave non dovrebbe essere più pericoloso, visto che i vaccini a mRNA non fanno altro che stimolare una produzione irrilevante di proteine Spike, che invece durante l’infezione prolifererebbero incontrollate. Dell’infondatezza di queste “ipotesi” avevamo già spiegato avvalendoci della consultazione di esperti in numerosi articoli. Per cominciare potete leggere qui, qui e qui. Nello studio si citano in più passaggi le segnalazioni del Vaers. Anche sull’infondatezza dell’uso di tali dati ce ne siamo occupati in precedente occasioni (per esempio qui, qui e qui).

Viene citato quindi un articolo del dottor Michael Palmer per l’associazione di medici No vax Doctors for Covid Ethics. L’attività di disinformazione sui vaccini da parte di questa associazione è piuttosto nota, come spiegavamo in precedenti articoli (per esempio qui, qui e qui). Leggiamo i punti salienti riportati da Il Paragone su cui si basano anche le condivisioni in oggetto:

«Si basa su una teoria, risalente al 2012, in tempi non sospetti, con cui Thomas Seyfried, ricercatore sul cancro del Boston College, illustrava le tesi riassunte nel libro Il cancro come malattia metabolica. […] Nel caso dei vaccini a mRNA, dunque, le cellule dell’organismo umano che sono “attaccate”, e assorbono la famigerata proteina Spike, interferirebbero con gli antigeni tumorali».

In questo passaggio la tesi secondo cui i vaccini Covid causerebbero il turbo-cancro è surrogata alla citazione del lavoro di Seyfried sul cancro come malattia metabolica. Abbiamo contattato direttamente il professore, chiedendogli se condivideva tale ipotesi. «Il dottor Palmer ha fatto un ottimo lavoro nel riassumere il mio lavoro – spiega il professore a Open -, ma non ho mai studiato il collegamento tra Covid e cancro. Si parla molto di una possibile connessione, ma non ho visto nessuno studio che stabilisca un collegamento significativo».

Seyfried dietro nostra ulteriore sollecitazione non ha voluto precisare se si riferiva anche ai vaccini Covid. Non di meno, è implicito – alla luce di quanto spiegato sopra – che se il professore non ha trovato collegamenti tra Covid-19 e cancro, allora è piuttosto improbabile trovarlo con le Spike indotte dai vaccini, che a confronto risultano in quantità irrilevanti.

Vaccini Covid e virus respiratorio sinciziale

Arriviamo infine all’ancor più improbabile collegamento coi casi di virus respiratorio sinciziale:

«“Una delle funzioni biologiche della proteina Spike del SARS-CoV-2 è, infatti, quella di determinare la fusione tra l’involucro virale e la membrana (citoplasmatica o endosomica) della cellula bersaglio”. In sostanza, se la proteina Spike si fonde con una cellula infetta ciò può causare la fusione di quella cellula con quelle vicine. Tali “cellule giganti” sono dette anche “sincizi”, ed è appena il caso di aprire una parentesi per ricordare come, stranamente, sempre a partire da un paio di anni a questa parte, si riscontri nei bambini da 0 a 3 anni un incredibile numero di casi di virus respiratorio sinciziale».

La bronchiolite da virus respiratorio sinciziale (VRS) è nota da prima della pandemia e interessa soprattutto la popolazione pediatrica. Come per il SARS-CoV-2 è possibile accertare la presenza molecolare del patogeno con la PCR. Secondo i CDC americani ogni anno negli Stati Uniti vengono ricoverati per VRS circa 58mila bambini sotto i cinque anni. Come aveva spiegato a Open nel novembre 2021 il pediatra Stefano Prandoni, fondatore del gruppo Facebook L’influenza questa sconosciuta, «nel primo bollettino sull’andamento delle forme influenzali c’è un po’ di tutto, tra cui anche il virus sinciziale [che mostrava un’incidenza molto elevata all’epoca, Nda]. Coi lockdown tutti questi virus sono stati messi un po’ alle porte. Hanno circolato molto meno». Così l’anno successivo ripresero piede manifestandosi in maniera abbastanza importante, non come gravità ma come intensità.

Conclusioni

Abbiamo visto che il turbo-cancro non esiste, così come non esistono evidenze di un collegamento tra vaccini Covid e l’insorgere di tumori o di altre malattie come la bronchiolite da virus sinciziale.

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