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È costretto a scusarsi il milionario che ha rubato il cappellino al bambino agli Us Open. Trovano la sua azienda: parte il massacro delle recensioni

01 Settembre 2025 - 23:25 Giovanni Ruggiero
Milionario ruba cappellino a un bambino all'Us Open
Milionario ruba cappellino a un bambino all'Us Open
Dice ora di «aver commesso un grave errore», dovuto più all'emozione del momento. E assicura che al bambino derubato e alla sua famiglia sono state fatte tutte le scuse possibili. Intanto la sua azienda è diventata bersaglio di insulti da tutto il mondo

L’imprenditore polacco Piotr Szczerek ha dovuto fare marcia indietro, dopo le prime dichiarazioni dai toni sprezzanti. Dopo giorni di polemiche e una valanga di recensioni negative che hanno travolto la sua azienda, il 50enne amministratore delegato della Drogbruk si è scusato pubblicamente per il gesto che lo ha reso famoso in tutto il mondo: aver strappato dalle mani di un bambino il cappellino che il tennista Kamil Majchrzak gli stava regalando agli US Open.

Le scuse tardive: il comunicato dell’imprenditore

«Non era mia intenzione, ma ciò non cambia il fatto che ho ferito il ragazzo e deluso i fan», ha scritto Szczerek in un lungo post su Facebook. L’imprenditore ha spiegato di essere stato «convinto» che la star del tennis stesse passando il berretto direttamente a lui, non al bambino. «Vorrei scusarmi inequivocabilmente con il giovane, con la sua famiglia, con tutti i tifosi», ha aggiunto, precisando di aver restituito il cappello al piccolo tifoso nella speranza di aver «almeno parzialmente riparato il danno fatto».

Nel comunicato, l’imprenditore scrive: «In relazione alla situazione verificatasi durante la partita di Kamil Majchrzak agli US Open, vorrei scusarmi inequivocabilmente con il ragazzo danneggiato, la sua famiglia, tutti i tifosi e lo stesso giocatore.

Ho commesso un grave errore. Nell’emozione, nella folla di gioia dopo la vittoria, ero convinto che il tennista stesse porgendo il cappellino nella mia direzione – per i miei figli, che avevano chiesto autografi in precedenza. Questa convinzione sbagliata mi ha fatto istintivamente allungare la mano. Oggi so di aver fatto qualcosa che sembrava come sottrarre consapevolmente un ricordo a un bambino. Non era mia intenzione, ma questo non cambia il fatto che ho ferito il ragazzo e deluso i tifosi.

Il cappellino è stato consegnato al bambino e le scuse sono state fatte alla famiglia. Spero di aver riparato almeno parzialmente il danno causato.

Voglio anche sottolineare chiaramente: né io, né mia moglie, né i miei figli abbiamo commentato questa situazione sui social media o su qualsiasi portale. Non abbiamo utilizzato i servizi di alcuno studio legale in questo ambito. Tutte le presunte dichiarazioni che appaiono in rete non sono di nostra paternità.

Da anni, insieme a mia moglie, ci impegniamo nell’aiutare bambini e giovani sportivi, ma questa situazione mi ha mostrato che un momento di disattenzione può vanificare anni di lavoro e sostegno. È per me una lezione dolorosa, ma necessaria, di umiltà.

Per questo motivo mi coinvolgerò ancora più attivamente in iniziative a sostegno di bambini e giovani e in azioni contro la violenza e l’odio online. Credo che solo attraverso i fatti posso ricostruire la fiducia perduta.

Ancora una volta chiedo scusa a tutti coloro che ho deluso.

Vi prego di comprendere – per il bene della mia famiglia ho deciso di disattivare la possibilità di commentare questo post».

Il video del furto del cappellino

Il filmato, girato durante la partita di giovedì scorso, mostra chiaramente la sequenza: Majchrzak interagisce con i tifosi e decide di regalare il suo berretto a un bambino. Ma proprio nel momento della consegna, l’uomo accanto al piccolo afferra il cappello prima che il ragazzino possa prenderlo. Le immagini del bambino che implora di riavere il suo regalo hanno fatto il giro dei social, scatenando milioni di reazioni indignate.

L’azienda sotto assedio

La gogna mediatica non ha risparmiato la Drogbruk, l’azienda di pavimentazioni di cui Szczerek è amministratore delegato. Dopo che l’identità dell’uomo è stata rivelata, l’impresa è stata letteralmente sommersa da recensioni negative. Su Google la valutazione è crollata a sole 1,3 stelle, con la maggior parte dei commenti che fanno riferimento al “furto” del cappellino e insultano l’imprenditore in diverse lingue. Anche Trustpilot ha dovuto intervenire, chiudendo temporaneamente la pagina dell’azienda «a causa dell’attenzione dei media».

La situazione delle recensioni su Google dell’azienda polacca Drog-Bruk dopo il furto del cappellino all’Us Open del suo Ad

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