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Coronavirus, la comunità egiziana offre aiuti a Casalpusterlengo, uno dei primi comuni della zona Rossa – Il video

Mentre il varco tarda ad aprirsi, fuori continuano ad arrivare gli aiuti per gli abitanti locali. Tra questi il carico raccolto dalla comunità egiziana

Sono passati 20 minuti da quello che doveva essere lo scocco dell’ora per la riapertura dei comuni dell’ormai ex zona rossa. Le ore 15 dell’8 marzo dovevano sancire la fine di quindici giorni di zona rossa e di isolamento per Casalpusterlengo, uno dei primi comuni “chiusi” per l’emergenza coronavirus. Giorni lunghi, che si sono trasformati – anche – in quindici giorni di solidarietà.

Gli aiuti della comunità egiziana

Mentre il varco tarda ad aprirsi, fuori continuano ad arrivare gli aiuti per gli abitanti locali. A mandare l’ultimo carico è la comunità egiziana della Lombardia: con un furgone pieno di cibo, mascherine, bevande e altro materiale sanitario, alcuni esponenti delle associazioni della comunità si sono mobilitati in soccorso dei cittadini del comune.

«Saremmo voluti arrivare prima», dice Mohamed Hedfnyn, cittadino italiano originario dell’Egitto che ha contribuito alla riuscita della raccolta. «Non ci aspettavamo che poi sarebbe diventata tutta zona rossa nel giro di qualche giorno!».

Il console egiziano fa da scorta, mentre al varco i carabinieri, per quanto difficile, si assicurano che vengano rispettate le giuste distanze – il metro di lontananza da una persona e l’altra previsto dalle norme e dalle raccomandazioni di medici e scienziati – e i giusti confini territoriali.

Il parere degli esperti

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