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Coronavirus. Il gruppo sanguigno può determinare la probabilità di essere infettati? Improbabile!

18 Marzo 2020 - 16:28 Juanne Pili
Chi appartiene al gruppo sanguigno "0" rischia meno di ammalarsi? Non è dimostrato

Salta fuori adesso, che il gruppo sanguigno potrebbe determinare se una persona è più o meno soggetta a essere infettata dal nuovo Coronavirus. Quelli del gruppo A se la passerebbero peggio, mentre chi appartiene al gruppo 0 sarebbe più al sicuro.

Sarà vero? Sono i risultati suggeriti in uno studio lanciato dal South China Morning Post (lo stesso dello studio, poi ritrattato, sul coronavirus che sopravvive per 30minuti nell’aria), pubblicato nel portale di studi preprint medRxiv. Vale a dire, come spiega una nota presente in cima, che si tratta di estratti di ricerche non ancora sottoposte a verifica.  

Sempre su quel portale erano stati pubblicati altri due studi rivelatisi infondati, e rimossi dagli stessi autori: quello che avrebbe trovato innesti del Hiv; e quello che identificava due laboratori di Wuhan, da cui sarebbe venuto fuori SARS-CoV2.

Il confronto tra sani e malati

La ricerca è stata condotta sulla base di 2173 pazienti affetti da Covid-19, distribuiti in tre ospedali di Wuhan e Shenzhen, in Cina, confrontandoli con altri 3694 negativi al virus, coi seguenti risultati:

  • Gruppo A – sani (32,16%) | malati (37,75%);
  • Gruppo B  – sani (24,90%) | malati (26,42%);
  • Gruppo AB – sani (9,10%) | malati (10,03%);
  • Gruppo 0  – sani (33,84%) | malati (25,80%).

A sinistra abbiamo la distribuzione dei sani, a destra quella dei malati. I primi con gruppo sanguigno A, sono la maggioranza nelle località da cui sono stati presi in esame. Così sembra logico che debbano risultare in maggioranza anche tra i malati.

Certamente da questi dati risulta che i positivi al virus con gruppo A sono superiori ai sani di 5,59 punti, ma in che modo questo dimostra un rapporto di causalità?

Nel testo non vengono spiegati altri elementi fondamentali, per esempio non sappiamo quanto fossero rappresentativi i gruppi messi a confronto, per altro numericamente differenti, né come sono stati selezionati.

Perché i risultati non sono conclusivi

Nel testo integrale dello studio troviamo altri elementi interessanti. Chi li riporta in rete, sostiene che genere e fascia d’età non sarebbero determinanti quanto il gruppo sanguigno, inoltre fanno notare che dei 206 pazienti deceduti all’ospedale di Wuhan, 85 appartenevano al gruppo A, mentre 52 erano del gruppo 0. Curiosamente però, i pazienti del gruppo B risultano essere 50, mentre quelli del gruppo AB, sono appena 19. 

I dati sui deceduti per gruppo sanguigno nello studio preprint.

Chi riporta le conclusioni dello studio nei siti italiani ricorda inoltre che «la differenza di gruppo sanguigno è già stata osservata in altre malattie infettive tra cui il virus Norwalk, l’epatite B e la sindrome respiratoria acuta grave (Sars)».

Sicuramente in passato sono stati eseguiti studi per capire se ci fosse un collegamento, specialmente per le epatiti virali, ma i risultati non hanno portato a niente di accertato.

Se qualcuno pensa di poter lasciar perdere tutte le precauzioni che stiamo attuando in questi giorni – compreso lo stare il più possibile a casa – perché appartiene al gruppo 0, sbaglierebbe di grosso. Ed è un messaggio pericoloso che dovremmo evitare di lasciar passare. 

Il parere degli esperti

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