Coronavirus. Vittorio Sgarbi contro la quarantena, e gli scienziati lo denunciano

Perché le affermazioni di Sgarbi su Facebook hanno fatto infuriare gli scienziati

Gli scienziati di Patto trasversale per la scienza (Pts) denunciano, seguiti dall’avvocato Corrado Canafoglia, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, il quale avrebbe diffuso con un video su Facebook, delle affermazioni false sulla pandemia di Covid-19.

Secondo i virologi, epidemiologi e altri esperti di Pts, Sgarbi avrebbe «ridicolizzato le misure di contenimento adottate dal Governo». Potete leggere la loro denuncia nel sito dell’Associazione.

Attualmente il video non risulta più online. Risale al 9 marzo scorso ed era fruibile pubblicamente fino al 14. 

Fact checking delle principali affermazioni di Sgarbi

Diverse frasi prese singolarmente, sembrano rifarsi a ipotesi precedenti degli esperti che si sono pronunciati sugli ipotetici limiti di SARS-CoV2, ci sembrano quindi un buon esempio del problema che avevamo evidenziato in precedenza, riguardo all’uso fuori contesto delle affermazioni di virologi ed epidemiologi, da noi riscontrato anche nella stampa estera più autorevole. Esaminiamo quelle riportate da Pts.

Stanno peggio i pazienti affetti da polmonite

«Ma chi di voi sta male veramente sui milioni che siamo in Italia – spiegava Sgarbi su Fb – quei poveretti che prendono la polmonite stavano male, sarebbero stati male comunque anche senza coronavirus».

Precedenti affermazioni da parte della virologa Maria Rita Gismondo nella seconda metà di febbraio, facevano effettivamente pensare che la sindrome respiratoria acuta diversa dalla Sars – prudentemente definita da altri esperti come «sindrome simil-influenzale» – fosse «poco più che una influenza».

Molti biasimarono il collega Roberto Burioni per averla “redarguita” a malo modo, lui si scusò per questo, ribadendo comunque che Gismondo avesse fatto affermazioni scorrette. Aveva ragione lui.

Il caldo sconfiggerà il virus

«[Il virus] attende solo un po’ di caldo per morire perché è talmente potente che a 26 gradi muore. Tu bevi un tè caldo ed è già morto». 

L’ipotesi che il virus possa – come per le influenze stagionali – essere sconfitto dal caldo non è dimostrata. Si tratta di una delle affermazioni al momento scorrette che circolano sulla pandemia di cui avevamo trattato nella nostra Guida anti fake.  

Inoltre, ricordiamo che il corpo umano deve tenere una temperatura di circa 36,8 °C, quindi è del tutto campata in aria la leggenda – diffusa anche per la comune influenza – in base alla quale basti una bevanda calda: altrimenti non ci sarebbe stata nessuna emergenza sanitaria, e sarebbe bastato il nostro calore corporeo a renderci immuni.

La quarantena non serve

«Perché dobbiamo convincere gli italiani che la loro vita è cambiata? non escono di casa, non vanno al cinema».

La strategia di isolamento adottata dal Governo si basa sui modelli epidemiologici definiti Sir (Suscettibili, infetti, rimossi). Maggiore è la riduzione delle situazioni in cui le persone si ritrovano in gruppo – evitando di uscire di casa per ragioni non indispensabili – tanto più difficile sarà la diffusione del virus. 

Quella attrazione fatale per le zone rosse

«Io vorrei dirvi io giro ovunque – assicura il Critico d’arte – Le uniche zone che mi attraggono sono le zone rosse. Io vorrei andare a Vo’, a Codogno, Bergamo, Lodi».

«Fra 15 giorni sarà finito tutto, tutto. Però intanto ci hanno spiegato che dobbiamo essere prudenti, fermi così come dei coglioni chiusi in casa a letto. Bene se siete a letto, se siete a letto, alzatevi! alzatevi! andate in giro! andate a Codogno! andate a vedere!».

Se prima eravamo in una fase di studio della catena di contagio dal “paziente zero” alla sua cerchia di contatti, oggi si è passati a quella del contenimento, estendendo la «zona rossa» a tutto il Paese, introducendo l’isolamento, ragione per cui non è una buona idea per un influencer piuttosto noto, diffondere l’idea che la «quarantena» sia iniqua.

La diffida dell’infettivologo Matteo Bassetti

Patto trasversale per la scienza riporta in un comunicato stampa, la diffida del presidente della Sita (Società italiana di terapia antinfettiva) prof. Matteo Bassetti a Sgarbi, il quale avrebbe citato impropriamente le affermazioni dell’infettivologo, nonché Ordinario di malattie infettive, all’Università degli Studi di Genova.

Dopo l’esposto presentato dagli scienziati di Pts alle autorità, il noto Critico d’arte avrebbe infatti affermato, che le sue esternazioni si basassero su quelle del Professore. Tuttavia, Sgarbi fa anche delle affermazioni che sembrano mettere in dubbio quelle degli esperti.

«Per questa strategia della tensione – replica Sgarbi – si inventano associazioni inesistenti e farlocche, che approfittano della paura e della intimidazione, come il sedicente ”Patto trasversale per la scienza”, che non ha niente a che fare con la scienza e che è espressione di una prepotenza che approfitta della paura dei cittadini e la propaga».

Si tratta di parole piuttosto gravi, che il Critico d’arte non argomenta. Mentre passa, attraverso un personaggio pubblico, l’idea che non ci si debba fidare degli esperti, in un periodo in cui è necessario avere un’opinione pubblica coesa, per far fronte all’emergenza sanitaria, come ricorda lo stesso Bassetti:

«La situazione epidemiologica attuale è profondamente diversa rispetto a poche settimane fa – spiega il Professore – Ciò che poteva essere vero allora, non lo è oggi. Ho sempre sostenuto che questa è una infezione con una bassa letalità complessiva (vedremo il numero dei contagi alla fine molto simile alla influenza pandemica (H1N1 2009), ma con una maggiore contagiosità».

«È quindi evidente che sono benvenute tutte le misure preventive, atte al contenimento e alla mitigazione degli effetti. Io e le persone con cui lavoro siamo in trincea ogni giorno per cercare di salvare delle vite perché oggi il dovere di ognuno di noi, per quello che può e sa, è dare il massimo per salvare le vite e invitare le persone a rimanere a casa il più possibile o ad adeguata distanza dagli altri».

Il parere degli esperti:

Leggi anche: