Conte sul Financial Times: «L’Europa usi il Mes per l’emergenza coronavirus». Gentiloni: «Proposta condivisibile, risposta Ue ancora non adeguata»

«In questi giorni come leader politici siamo chiamati a scelte necessarie, audaci, anche tragiche», dice Conte e propone du usare i 500 miliardi per affrontare «uno shock globale senza precedenti»

Il piano da 750 miliardi della Bce sembra aver convinto i mercati, ma le nuove misure non sono sufficienti per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che in un’intervista al Financial Times avanza la proposta di utilizzare i fondi del Mes per permettere ai Paesi Ue di fare fronte all’emergenza Coronavirus.


«L’Unione europea utilizzi tutta la sua potenza di fuoco» da 500 miliardi per affrontare quello che il premier chiama «a global shock that has no precedents in modern history», cioè «uno shock globale senza precedenti nella storia moderna».


«Il Mes fu stabilito avendo in mente un diverso tipo di crisi, per questo deve essere adattato alle nuove circostanze», ha detto il presidente del Consiglio che ha chiesto alla Francia e alla Germania di accogliere la sua proposta. Inoltre, secondo Conte, c’è solo un modo perché i Paesi Ue riescano a rispondere alle conseguenze socio-economiche della pandemia: con la creazione di uno strumento di debito comune.

«Abbiamo bisogno di una risposta coraggiosa da parte dell’Ue e non soltanto di un’azione coordinata – ha detto il premier. – Non ci sono alternative: l’Europa deve mostrare unità e solidarietà». Altrimenti «i peggiori istinti nazionalistici» prenderanno il sopravvento. E ha ammesso: «In questi giorni come leader politici siamo chiamati a scelte necessarie, audaci, anche tragiche».

Gentiloni: Proposta di Conte condivisibile

Una proposta, quella di Giuseppe Conte, condivisa anche dal commissario agli Affari Economici Ue, Paolo Gentiloni. «La logica, la filosofia di Conte sull’uso del Mes è assolutamente condivisibile», ha detto Gentiloni a Radio Anch’io. «Le modalità con cui si può fare un’operazione di questo genere sono legate alla discussione su questi eurobond, cioè su strumenti che si costruiscono sul mercato e sono a disposizione per tutti i Paesi. È inutile dire cose che non sono ancora nelle decisioni prese, la discussione deve andare avanti», ha aggiunto l’ex premier. Gentiloni ha anche definito «ancora non adeguata la risposta dell’Ue», ma assicura «sono stati fatti passi straordinari». «Ancora si fatica a capire che non è una crisi soltanto di pochi», aggiunge il commissario.

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